Il tribunale di Milano ha annullato la trascrizione dell’atto di nascita del figlio di una coppia omogenitoriale nato con gestazione per altri

ANSA/ALESSANDRO DI MARCO
ANSA/ALESSANDRO DI MARCO

Venerdì il tribunale di Milano ha annullato la trascrizione dell’atto di nascita del figlio di una coppia omogenitoriale maschile nato all’estero grazie alla gestazione per altri (la GPA, la tecnica di procreazione assistita in cui una persona porta avanti una gravidanza per conto di altre persone): come in molti altri casi di figli e figlie di coppie dello stesso sesso, l’atto riportava l’indicazione sia del genitore biologico che del genitore intenzionale, cioè quello senza legami genetici col nato.

Il tribunale di Milano ne ha annullato la trascrizione, accogliendo una richiesta della procura locale, sulla base di una sentenza della Corte di Cassazione che lo scorso dicembre ha stabilito che il riconoscimento del genitore non biologico di bambini nati dalla gestazione per altri non possa più essere automatico. Secondo il tribunale, la trascrizione dell’atto di nascita sarebbe avvenuta in violazione del divieto, in vigore in Italia, di ricorrere alla gestazione per altri. Per riconoscere suo figlio, il genitore non biologico dovrà ora ricorrere alla stepchild adoption, o adozione in casi particolari: la procedura in cui il genitore non biologico può adottare i figli del proprio partner, dimostrando ad assistenti sociali e giudici di essere idoneo a essere considerato genitore.

La procura di Milano aveva chiesto l’annullamento della trascrizione dell’atto di nascita anche di altre tre bambine e bambini, figli di tre coppie omogenitoriali femminili e nati grazie alla fecondazione eterologa (quella che prevede la donazione di gameti, in questo caso di spermatozoi). Non è chiaro se i tre bambini in questione fossero nati in Italia o all’estero, ma anche il loro certificato di nascita riportava i nomi di entrambe le madri: la procura aveva chiesto di rimuovere dai certificati il nome di quella non biologica. Per questi tre casi tuttavia il tribunale ha respinto la richiesta, sostenendo che l’atto di nascita non possa essere annullato tramite la procedura «di rettificazione» indicata dalla procura, e che serva una procedura specifica di «rimozione dello status di figlio», che però è estremamente complicata, che la procura farebbe fatica ad attivare (di solito la rimozione dello status di figlio avviene su iniziativa delle parti in causa, come un genitore o un parente). Finché non ci saranno nuovi tentativi di impugnazione i tre certificati di nascita rimarranno validi.

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