Un presunto diplomatico russo sta occupando un cantiere a Canberra, in Australia
In un posto in cui avrebbe dovuto essere costruita la nuova ambasciata della Russia, ma poi le cose sono andate diversamente
Da alcuni giorni un uomo russo sta occupando illegalmente un lotto di terreno a Canberra, la capitale dell’Australia. Poiché si sospetta che quest’uomo sia un diplomatico che gode di immunità, le autorità australiane non sanno bene come affrontare la situazione, ed eventualmente rimuoverlo. Sul terreno occupato avrebbe dovuto essere costruita la nuova ambasciata della Russia in Australia: i lavori erano già cominciati, ma la settimana scorsa il Parlamento australiano ha bloccato tutto sostenendo che l’ambasciata sarebbe stata troppo vicina ai palazzi istituzionali australiani, e potesse costituire un pericolo.
Pochi giorni dopo il voto qualcuno ha notato che nel cantiere che avrebbe dovuto essere abbandonato in realtà c’era un uomo, che viveva dentro a uno dei prefabbricati degli operai. I media australiani si sono interessati alla storia, e hanno scoperto (ma non ci sono ancora conferme ufficiali) che l’uomo sarebbe un diplomatico: l’hanno anche fotografato, in tuta, mentre fuma tranquillamente una sigaretta fuori dal prefabbricato. Il problema, sostengono i media, è che se questo russo è davvero un diplomatico allora gode di immunità, e potrebbe essere complicato rimuoverlo dal terreno che sta occupando.
A diplomat is defying new emergency laws and is refusing to leave a piece of land that Russia wants to use as an embassy near Parliament House.https://t.co/5UsQqt0BL0
— Sky News Australia (@SkyNewsAust) June 23, 2023
Il terreno occupato dal probabile diplomatico russo era stato concesso in locazione alla Russia nel 2008 per costruire la nuova ambasciata del paese. I lavori erano già a buon punto, finché la settimana scorsa il Parlamento australiano non ha approvato in tutta fretta una legge che annulla il contratto d’affitto del terreno. Secondo questa legge, la nuova ambasciata si sarebbe trovata troppo vicina al Parlamento stesso e ad altri edifici istituzionali, e avrebbe potuto costituire la base per attività di spionaggio che avrebbero rischiato di mettere in pericolo la sicurezza nazionale australiana.
La Russia ha protestato duramente contro questa decisione, accusando l’Australia di «russofobia isterica». Ha anche detto che i lavori erano già costati 5,5 milioni di dollari, ed è probabile che farà causa per cercare quanto meno di ottenere una grossa compensazione economica.
Poi, pochi giorni dopo le polemiche politiche, sul terreno conteso è apparso quell’uomo russo. Non è ancora del tutto chiaro chi sia: non ci sono state dichiarazioni ufficiali da parte dell’ambasciata russa, ma le fonti dei giornali australiani sono tutte convinte che sia un diplomatico. Alcuni giornalisti di The Australian, uno dei principali giornali del paese, sono anche riusciti a parlare con lui, mentre era fuori dal suo prefabbricato occupato: «Posso aiutarvi?», ha detto lui con un forte accento russo. Ma quando i giornalisti gli hanno chiesto di identificarsi, lui ha scosso la testa ed è rientrato nel prefabbricato.
Se l’uomo fosse davvero un diplomatico, rimuoverlo da lì potrebbe essere un problema. In virtù dell’immunità diplomatica, la polizia non può arrestarlo. Il governo australiano può dichiararlo persona non grata, che è il modo in cui abitualmente vengono espulsi i diplomatici da un paese. A quel punto l’uomo avrebbe 48 ore per lasciare l’Australia, ma la Russia potrebbe immediatamente mandare al suo posto un altro diplomatico, e si ricomincerebbe tutto da capo.
Il caso è diventato così grosso in Australia che è arrivato fino ad Anthony Albanese, il primo ministro australiano, che è stato costretto a fare una dichiarazione: «Un tizio che se ne sta al freddo su un fazzoletto di terra a Canberra non è una minaccia per la nostra sicurezza nazionale». Attualmente in Australia è inverno e le temperature medie sono sotto ai 10 gradi. Il governo ha fatto sapere inoltre che sono in corso le operazioni per riappropriarsi del terreno occupato, ma non è ancora chiaro come andranno le cose.