Il rapporto dei giapponesi con la natura e il tempo
La ricerca dell'armonia con gli elementi naturali plasma tutti gli aspetti della cultura nipponica, anche l'architettura e il design
Uno dei principi fondamentali che permeano la cultura nipponica è il rapporto dell’uomo con la natura. È un legame stretto, intimo, armonico con un territorio estremamente ricco di cascate, parchi naturali e foreste. Questo equilibrio è alla base dello shintoismo, la religione più diffusa nel paese. Il rapporto tra uomo e natura si manifesta in diversi aspetti, uno su tutti è il valore che i giapponesi attribuiscono allo scorrere del tempo, in particolare al passaggio da una stagione all’altra. Basti pensare alla tradizione dell’hanami, la “contemplazione” dei fiori di ciliegio. Si tratta di un evento che si tiene nei giorni di massima fioritura degli alberi di ciliegio, durante i quali migliaia di giapponesi riempiono i parchi cittadini, pranzano e passeggiano sotto gli alberi in fiore. Un momento molto atteso, quello della fioritura, o sakura zensen, che viene infatti annunciato ogni anno dall’agenzia meteorologica del Giappone.
Questo rapporto con la natura plasma tutti gli aspetti della cultura del paese, anche la sua architettura e il suo design, che puntano all’armonia attraverso la semplicità delle strutture e la precisione delle forme, senza tralasciare chiaramente l’uso di materiali naturali. Un esempio è il legno delle foreste, un importante elemento architettonico delle case tradizionali giapponesi per la sua capacità di adattarsi alle variazioni termiche delle estati calde e umide del paese e noto anche per la sua resistenza ai frequenti terremoti.
Inoltre nelle case tradizionali giapponesi si pone molta attenzione all’equilibrio fra luce e ombra: per bloccare i raggi diretti del sole lasciando invece passare la luce soffusa, vengono utilizzati gli shōji, i telai di legno ricoperti di carta washi (una carta resistente traslucida) impiegati per le porte, le finestre e le pareti. In questo modo la luce non è mai diretta e l’ombra non è mai netta: gli ambienti appaiono illuminati da diverse gradazioni, che mutano forma e profondità con lo scorrere delle ore della giornata.
L’armonia, il rapporto con la natura, lo scorrere del tempo sono dunque caratteristiche e valori alla base dello stile nipponico, come dimostrano anche le scelte di design di Grand Seiko, manifattura orologiera giapponese. I suoi orologi sono disegnati e realizzati dai “takumi” esperti di orologeria (con il termine takumi vengono definiti in giapponese gli artigiani e le artigiane più abili in un determinato settore). Attraverso linee, forme, colori, questi artigiani creano uno stile che si ispira al profondo rispetto per la natura dei giapponesi, al paesaggio stesso del paese e ai luoghi nei quali gli orologi nascono. Uno di questi è lo Studio Shizukuishi, nella prefettura di Iwate: inaugurato a luglio del 2020 in occasione del sessantesimo anniversario della nascita del marchio, è stato realizzato da uno dei più importanti architetti giapponesi, Kengo Kuma.
Lo studio è un laboratorio dedicato all’assemblaggio e alla messa a punto di ogni prodotto da parte dei takumi e uno spazio espositivo dove i visitatori possono scoprire la storia del marchio. È inserito in un ambiente naturale, circondato da una fitta foresta e dalle sue grandi vetrate i takumi, e i visitatori, possono vedere il paesaggio del monte Iwate, un elemento presente nel design dei quadranti degli orologi Grand Seiko dal 2006.
Gli elementi di stile legati alla natura sono dunque una costante nelle collezioni Grand Seiko e sono stati adottati anche nella linea Evolution 9. Di questa collezione fa parte il primo cronografo meccanico prodotto da Grand Seiko, Tentagraph, che nel suo design vuole richiamare i giochi di luce e ombre delle case tradizionali. La costruzione della cassa e del bracciale dell’orologio infatti cercano di riprodurre le gradazioni intermedie tra bianco e nero. Per ottenere questo risultato vengono utilizzate superfici piane disposte tridimensionalmente, riducendo al minimo l’utilizzo di superfici curve. Le superfici piatte sono lucidate a specchio grazie alla cosiddetta tecnica Zaratsu (che produce riflessi senza distorsione), e si alternano a superfici dalla finitura sottile satinata: questo gioco di contrasti fa apparire i neri intensi e i bianchi luminosi, facendo emergere le diverse sfumature tra questi due estremi.
Infine il motivo riportato sul quadrante del Tentagraph richiama al monte Iwate e il colore scelto, il blu, presenta sfumature diverse a seconda dell’angolo di rifrazione della luce: nelle intenzioni dei takumi rappresenta il cielo notturno sopra la celebre montagna. Un modo questo per richiamare ulteriormente il paesaggio del Giappone, e l’importanza che la natura riveste per questa cultura.