La Chiesa si chiede come includere i divorziati e le persone LGBTQ+
È uno dei punti del documento preparatorio del Sinodo dei vescovi, che da ottobre dovrà discutere del futuro delle istituzioni cattoliche
La Chiesa cattolica sta preparando il Sinodo dei vescovi, l’assemblea che si riunisce periodicamente per discutere di temi legati alla Chiesa cattolica e consigliare il Papa: la prossima assemblea generale si terrà a Roma in due sessioni a ottobre 2023 e a ottobre 2024. Martedì è stato reso pubblico il documento preparatorio, chiamato “Instrumentum laboris”, un documento di sessanta pagine redatto sulla base dei documenti finali delle assemblee continentali, provenienti quindi dalle diocesi di tutto il mondo, coinvolte a partire dall’ottobre del 2021.
Il documento fra le altre cose tratta i temi degli abusi, dell’ammissione delle donne al diaconato, della crisi vocazionale e di una possibile apertura al matrimonio dei sacerdoti. Ma particolare attenzione viene rivolta a una maggiore inclusione delle persone che si sentono escluse dalla Chiesa per la loro sessualità. Nel testo ci si domanda:
Quali passi concreti sono necessari per andare incontro alle persone che si sentono escluse dalla Chiesa in ragione della loro affettività e sessualità, ad esempio divorziati risposati, persone in matrimonio poligamico, persone LGBTQ+, eccetera?
La riflessione prende spunto da un documento del 2016 di papa Francesco, Amoris Laetitia (“La gioia dell’amore”). Si trattava di un’esortazione apostolica post sinodale: una specie di “lettera aperta” pubblicata in seguito alle discussioni del Sinodo sulla famiglia. Promuoveva un atteggiamento genericamente più aperto nei confronti dei divorziati che si risposano – la cui nuova unione non viene riconosciuta dalla Chiesa – e degli omosessuali, sebbene con molti distinguo.
Un altro specifico passaggio dell’“Instrumentum laboris” riguarda gli abusi commessi da rappresentanti della Chiesa cattolica:
In molte regioni le Chiese sono profondamente colpite dalla crisi degli abusi: sessuali, di potere e di coscienza, economici e istituzionali. Si tratta di ferite aperte, le cui conseguenze non sono ancora state affrontate fino in fondo. Alla richiesta di perdono rivolta alle vittime delle sofferenze che ha causato, la Chiesa deve unire il crescente impegno di conversione e di riforma per evitare che situazioni analoghe possano ripetersi in futuro
Il documento costituisce una sorta di base di partenza per le discussioni del Sinodo. Lo scorso aprile papa Francesco ha introdotto alcune importanti modifiche alla composizione dell’assemblea: storicamente include una rappresentanza di vescovi da tutto il mondo e una parte di membri che non sono vescovi. Questa seconda delegazione aumenterà di numero, includerà per la metà donne e avrà diritto di voto. I 70 membri non vescovi saranno scelti dal Papa da un elenco di 140 persone selezionate dalle Conferenze episcopali del mondo, le assemblee dei vescovi di ogni nazione. Un’altra indicazione data da papa Francesco è che tra queste siano scelte persone giovani.