L’esercito russo è preparato per la controffensiva ucraina?
Pur essendo migliorato sotto alcuni aspetti ha ancora diversi punti deboli, tra cui la scarsità di carri armati e i soldati poco addestrati
La controffensiva ucraina è iniziata ufficialmente a inizio giugno e si sta svolgendo lungo il confine delle aree orientali dell’Ucraina controllate dall’esercito russo, soprattutto nella regione di Donetsk. L’Ucraina ha detto di aver già liberato tre centri abitati, e non ci sono molte informazioni su come stia rispondendo l’esercito russo sul campo: in alcune zone la difesa sembra essere più salda, in altre meno. In generale però sembra che negli ultimi mesi l’esercito russo abbia tentato di rafforzarsi, dotandosi di nuovi strumenti e strategie per difendersi con più efficacia, tra molti punti deboli che comunque restano.
I soldati ucraini hanno cominciato a contrattaccare nella regione di Zaporizhzhia, nel sudest dell’Ucraina, conquistata dai russi nelle prime settimane dell’invasione. È una regione particolarmente importante per via del suo ruolo nel rifornire la Crimea, la penisola occupata e annessa nel 2014 dalla Russia. Oltre a Zaporizhzhia le azioni ucraine si sono concentrate anche su Bakhmut, la piccola cittadina orientale che russi e ucraini si contendono da mesi, e la cui conquista, nonostante lo scarso valore strategico, ha assunto via via un valore sempre più simbolico.
L’obiettivo dell’Ucraina è far arretrare il fronte di guerra verso est e romperlo: in questo modo l’esercito russo non avrebbe il controllo dei collegamenti con la Crimea, da dove potrebbero arrivare eventuali rinforzi.
Al momento entrambe le parti stanno subendo grosse perdite, ed è troppo presto per dire come e quanto estesamente la Russia risponderà alla controffensiva, se sarà in grado di fermarla o meno. Arrivano soprattutto notizie di attacchi russi compiuti con droni e missili in diverse città ucraine. Basandosi su una serie di video e documenti, oltre che parlando con soldati ucraini e prigionieri di guerra russi, il New York Times ha scritto di un sensibile miglioramento delle strategie di combattimento dell’esercito russo, che negli ultimi mesi sembra abbia cercato di adattarsi al modo in cui combattono gli ucraini.
Alcuni soldati ucraini hanno parlato di operazioni russe più attente e studiate rispetto a quelle dei primi mesi di guerra, in cui la Russia aveva guadagnato terreno principalmente grazie a una massiccia invasione di mezzi d’artiglieria: lo slancio però era stato quasi subito frenato dalla resistenza ucraina, con sapienti contrattacchi e imboscate che avevano rapidamente riempito la campagna ucraina di carri armati russi distrutti.
Secondo le fonti del New York Times, l’esercito russo ha iniziato per esempio a non inviare più i propri veicoli corazzati in aree in cui è facile che vengano danneggiati e distrutti, e a fare più spesso ricorso a droni. Oppure a individuare la posizione delle trincee ucraine prima di compiere un attacco. Sembra inoltre che ci sia un maggior coordinamento tra forze di artiglieria e forze aeree, e secondo alcuni funzionari occidentali tutto questo potrà rendere l’esercito russo un avversario più temibile di quanto sia stato finora.
I russi avrebbero anche iniziato a costruire trincee migliori e più nascoste, che sembrano «buche di ragno in stile Vietnam», come le definisce un rapporto dell’esercito ucraino relativo ad alcune azioni militari svolte lo scorso marzo, «così profonde da non poter essere rilevate da un drone». La Russia può inoltre contare su forze aeree piuttosto potenti, a cui l’esercito ucraino sarà esposto man mano che avanzerà, se avanzerà.
Questi miglioramenti si sono visti in parte a Bakhmut, quasi completamente conquistata dai russi, anche grazie al massiccio coinvolgimento del gruppo Wagner, la compagnia di mercenari russi che in Ucraina combatte al servizio del governo russo. I soldati ucraini che hanno combattuto lì hanno parlato di soldati russi generalmente armati meglio, e descritto una serie di manovre efficaci e ben coordinate, alternando attacchi di artiglieria e incursioni con piccoli gruppi di soldati. Alle conquiste russe sembra aver contribuito anche il disinteresse del gruppo Wagner rispetto alle perdite che poteva subire pur di vincere la battaglia.
Quella di Bakhmut è stata però una singola missione, e servirà tempo per vedere se e quanto le forze russe saranno in grado di replicare quest’efficienza su larga scala, in tutti i punti in cui si concentrerà la controffensiva ucraina.
La situazione descritta dal New York Times sembra indicare un generale miglioramento, ma è anche vero che l’esercito russo è ancora carente sotto molti punti di vista: per esempio i soldati attualmente in campo sono poco addestrati, perché molti di quelli più esperti sono stati uccisi, e la Russia si sta affidando in molti casi ad ex detenuti impiegati per combattere. L’esercito russo è anche a corto di munizioni, oltre che di carri armati: quest’ultima non è una novità, ma proprio in questi giorni lo ha ammesso pubblicamente il ministro della Difesa russo Sergei Shoigu, che durante una visita in uno stabilimento che produce veicoli militari in Siberia ha detto che la produzione deve aumentare.