Gli Stati Uniti hanno imposto restrizioni all’ingresso di funzionari del governo dell’Uganda, in risposta alla legge ugandese contro le persone LGBT+
Venerdì Matthew Miller, portavoce del dipartimento di Stato degli Stati Uniti, ha detto che sono state imposte restrizioni al rilascio di visti per entrare nel territorio statunitense nei confronti di alcuni funzionari del governo dell’Uganda, senza specificare quali. Miller ha detto che il governo degli Stati Uniti ha adottato queste misure in risposta agli abusi e alle violazioni dei diritti umani compiute dal governo dell’Uganda. Ha parlato in particolare della durissima legge contro le persone LGBT+ promulgata a fine maggio dal presidente dell’Uganda Yoweri Museveni: prevede molti anni di carcere e talvolta la pena di morte per le persone lesbiche, gay, bisessuali, trans e queer.
Tra le altre cose, la legge prevede l’ergastolo per chiunque abbia rapporti sessuali con persone dello stesso sesso e la pena di morte per chiunque sia condannato per “omosessualità aggravata”, termine con cui la legge definisce i rapporti omosessuali con minori di 18 anni, persone disabili, avuti minacciando l’altra persona o mentre l’altra persona era incosciente. La legge è stata estesamente criticata per la sua natura punitiva da politici, attivisti, organizzazioni per i diritti umani di tutto il mondo e anche dalle Nazioni Unite. Il mese scorso il presidente degli Stati Uniti Joe Biden l’aveva definita una «tragica violazione dei diritti umani universali» e aveva minacciato sanzioni economiche contro l’Uganda.
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