Il dibattito sulle palline da golf che vanno sempre più lontano
Attrezzature e allenamenti migliori hanno aumentato le distanze: gli organi di governo del golf vorrebbero cambiare le cose, ma non sono in molti a stare dalla loro parte
Nel golf la più grande vicenda degli ultimi mesi ha riguardato lo scontro, anche a livello giudiziario, tra i due circuiti professionistici: lo storico PGA Tour e il più recente ma ricchissimo LIV Golf finanziato dal fondo sovrano saudita, che però a sorpresa hanno annunciato l’intenzione di unirsi in una sola entità.
C’è però un’altra grande e ben più materiale questione di cui nel golf, sia professionistico che amatoriale, si discute da parecchio tempo. Riguarda il possibile cambiamento delle palline attualmente in uso proposto dall’US Golf Association (USGA) e dalla Royal & Ancient (R&A), i due organi di governo del golf dei professionisti. È un cambiamento che secondo USGA e R&A va fatto per far andare meno lontane le palline, visto che negli ultimi anni i giocatori hanno trovato nuovi modi per mandarle sempre più lontano.
La proposta, che deve ancora essere approvata e che comunque non diventerebbe una vera regola prima del 2026, è arrivata dopo un report del 2020 di oltre cento pagine in cui USGA e R&A analizzavano come la maggior forza atletica dei golfisti e le attrezzature sempre migliori avessero cambiato il golf. Il sito Golfando ha spiegato la questione scrivendo: «La potenza nel golf professionistico è quasi tutto già da diversi anni, e l’eccesso di potenza ha reso i percorsi – anche quelli storici e da Major – sempre più corti e facili per i professionisti. Così chi guarda il golf in tv o su smartphone spesso si annoia davanti a gare decise in base al principio “chi la tira più forte vince”».
Negli ultimi anni molti percorsi sono stati allungati per aumentare la distanza tra il punto di partenza e la buca, così da impedire che i migliori golfisti ci si avvicinassero troppo (o addirittura la superassero) con il loro tee shot, il colpo di partenza.
Vent’anni fa i colpi di apertura del PGA Tour, quelli in cui la pallina va più lontano, arrivavano in media a 261 metri; quest’anno, sempre nel PGA Tour, la media è stata superiore ai 272 metri, e sempre più golfisti superano i 274 metri (che negli Stati Uniti equivalgono a 300 yard, una distanza evidentemente simbolica).
Dal 2020 in poi USGA e R&A sono tornate più volte sull’argomento, sempre scontrandosi con quella che il New York Times ha definito «feroce opposizione», in particolare da parte dei golfisti professionisti in attività. La proposta – che prevede determinate distanze e velocità massime da cui partire per decidere come cambiare le palline – porterebbe, in media, a ridurre la distanza dei colpi più lunghi di circa 15 yard, pari a un po’ più di 13 metri. Come e quanto la nuova regola potrebbe essere adottata ai vari livelli del golf è difficile a dirsi, anche per via dei grandi sconvolgimenti degli ultimi giorni, ma USGA e R&A continuano ad avere grande rilevanza.
La loro proposta vorrebbe insomma riportare le distanze a quelle di un paio di decenni fa, allo stesso tempo evitando che percorsi storici debbano continuare a cambiare ed ampliarsi, con conseguenti problemi di spazio e di impatto ambientale. Fred Perpall, presidente di USGA, ha detto: «Non vogliamo danneggiare nessuno, stiamo solo pensando a cosa è meglio per il futuro di questo sport, e a cosa fare per poterlo preservare forte e in salute per i prossimi decenni, per i figli dei nostri figli».
La proposta, in genere, piace a molti importanti ex golfisti. Tra chi la critica ci sono invece molti golfisti in attività, che non vogliono cambiare palline durante la loro carriera, e vedere depotenziati i loro colpi. Resta inoltre da chiarire se le eventuali nuove palline sarebbero riservate solo ai professionisti o imposte anche agli amatori: nel primo caso, sarebbe difficile avere standard su cui basarsi per valutare i propri risultati (cosa molto importante nel golf), nel secondo caso a molti amatori non farebbe certo piacere veder diminuire le distanze dei loro colpi. C’è inoltre chi ritiene che sarà molto difficile convincere i produttori a fare e vendere palline più lente.
Al momento la situazione sembra di stallo, con USGA e R&A che si dicono convinte di continuare lungo questa strada (e secondo le quali una decisioni ora impopolare potrebbe col tempo fare molto bene al golf) e molti oppositori tra chi organizza i tornei, chi li gioca e chi produce gli strumenti necessari a giocarli. Il tutto mentre il golf è stato scombussolato dalle questioni che riguardano LIV e PGA Tour.
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