Parigi vuole cambiare approccio coi ratti
Dopo anni di fallimenti nel cercare di eliminarli, l’amministrazione comunale ha deciso di lavorare sulla “coabitazione”
Dopo anni di tentativi di ogni tipo per limitare il problema dei ratti in città, l’amministrazione di Parigi guidata dalla sindaca socialista Anne Hidalgo proverà ad adottare un approccio diverso, orientato alla «coabitazione» dei roditori con i residenti. Giovedì durante un consiglio comunale la vice assessora alla Sanità pubblica Anne Souyris ha annunciato la decisione di formare una commissione incaricata di trovare nuovi metodi per migliorare la qualità di vita degli abitanti di Parigi nonostante la presenza dei ratti. Nell’idea dell’amministrazione della capitale francese, questi metodi dovranno essere al tempo stesso «efficaci» e «non insopportabili» per le persone.
Il problema dei ratti a Parigi esiste da tempo. Si stima che in città ce ne siano alcuni milioni, si vedono in giro anche di giorno e per cercare di eliminarli nel 2017 il comune avviò un piano molto ambizioso da 1,7 milioni di euro. Oltre a estese operazioni di derattizzazione con i veleni consentiti, negli ultimi sette anni l’amministrazione ha installato nuove trappole, sostituito centinaia di cestini della spazzatura con bidoni a chiusura ermetica per impedire ai ratti di avvicinarsi al cibo e montato lastre metalliche sui tombini per evitare di farli risalire dalle fogne. La loro popolazione però è rimasta sostanzialmente stabile.
Adesso l’idea è che la commissione riesca a trovare metodi per gestire la loro presenza, anziché concentrarsi sul modo di eliminarli. Adottare questo tipo di strategie per la cosiddetta coabitazione non significa permettere ai ratti di andare in giro liberamente per la città, ha chiarito Souyris, bensì che saranno previste iniziative orientate alla prevenzione e alla sensibilizzazione sul tema tra la popolazione (di persone), per cercare di controllarne la circolazione.
Tra le altre cose Souyris ha ricordato che i rifiuti abbandonati all’aperto sono una delle cause principali della proliferazione e della circolazione dei ratti in città, e per questa ragione continuerà a essere importante ricordare ai residenti di non lasciare la spazzatura in giro, per limitare il cibo a loro disposizione. I ratti vivono sia nelle fogne che in superficie, sono onnivori e soprattutto si sanno adattare moltissimo: per ridurre la popolazione pertanto è necessario privarli di una delle tre cose di cui hanno bisogno per vivere e proliferare, cioè acqua, cibo e spazio per le tane.
L’annuncio dell’iniziativa è stato accolto con scetticismo da alcuni politici locali, che ritengono l’approccio di Hidalgo ingenuo e troppo poco incisivo. È stato invece apprezzato da alcune associazioni animaliste, come Paris Animaux Zoopolis, secondo cui i metodi usati attualmente per cercare di eliminare i topi sono «crudeli» e «inefficaci», e per la quale sarebbe opportuno sperimentare metodi alternativi alla derattizzazione e non letali.
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Il problema dei ratti che infestano strade, parchi ed edifici è comune a numerose città in tutto il mondo, comprese quelle italiane. Una di quelle in cui è più radicato è New York, dove da anni si cerca di eliminarli anche grazie a dispositivi innovativi, e dove lo scorso aprile è stata nominata la prima persona incaricata al processo di mitigazione della presenza dei ratti, Kathleen Corradi. Il compito di Corradi è quello di coordinare le agenzie del territorio che si occupano di salute, igiene e parchi per trovare metodi innovativi per eliminare le fonti di cibo dei ratti, così come sfruttare le nuove tecnologie per individuare e limitare la proliferazione delle colonie.
Sempre a New York, in particolare nella zona settentrionale di Manhattan, verranno investiti 3,5 milioni di dollari per aumentare le ispezioni, usare nuove esche e trappole e ristrutturare la pavimentazione di edifici residenziali pubblici per evitare la formazione di nuove tane.
Tornando alla Francia, nel 2021 la città di Tolosa aveva cominciato a impiegare i furetti per allontanare i ratti dagli spazi pubblici. Françoise Ampoulange, consigliera comunale con delega agli animali, ha spiegato che generalmente le trappole tradizionali attirano solo i ratti più giovani, mentre i furetti sono utili per cacciare le coppie “alfa”, quelle da cui poi si espandono le colonie. Il metodo non impiega veleni, il cui uso è vincolato a una serie di norme: i ratti catturati dai furetti a Tolosa vengono uccisi con il gas.
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