Il mausoleo di Silvio Berlusconi ad Arcore
Nel 1990 fece costruire un monumento funebre nella sua tenuta, con 36 loculi per amici e parenti, ma non è ancora chiaro se verrà sepolto lì
Silvio Berlusconi, che fu per quattro volte presidente del Consiglio e che è morto oggi a 86 anni, oltre 30 anni fa fece costruire nella sua tenuta in Brianza quello che comunemente viene chiamato “il mausoleo di Arcore”. Non è ancora stato comunicato, però, se Berlusconi verrà effettivamente sepolto in quel luogo.
Il monumento funebre venne progettato dallo scultore Pietro Cascella nel 1990. Si trova all’interno del parco di Villa San Martino, la residenza di Berlusconi. È costruito in marmo di Carrara e si chiama “Volta celeste”. C’è una scultura all’esterno che, come spiegò lo stesso Cascella in un’intervista a Ugo Gregoretti, richiama le costellazioni. Si entra nel mausoleo attraverso una scala in travertino. La camera mortuaria è ipogea, cioè sotterranea.
Passando oltre una pesante porta scorrevole in pietra si accede a un corridoio che porta alla camera mortuaria principale. La tomba destinata a Silvio Berlusconi è un sarcofago in marmo bianco. Intorno c’è un fregio che rappresenta una catena che Berlusconi volle come simbolo della famiglia e degli amici più stretti: anelli legati indissolubilmente l’uno all’altro. Oltre al sarcofago bianco per lui, Berlusconi fece costruire 36 loculi in un’altra parte del monumento, per parenti e amici più stretti.
Berlusconi aveva parlato una prima volta della possibilità di realizzare un mausoleo dopo la morte del padre, nel 1989. Ne aveva discusso con Cascella, allora scultore molto famoso sia in Italia sia all’estero che aveva realizzato tra l’altro le opere nella piazza di Milano 2, il primo quartiere edificato da Berlusconi come costruttore. Cascella è l’autore dell’opera all’ingresso del campo di sterminio di Auschwitz, dell’omaggio all’Europa a Strasburgo, dell’Arco della Pace a Tel Aviv. Cascella e Berlusconi erano amici: lo scultore aveva realizzato anche un biscione in marmo, simbolo di Canale 5, negli studi di Mediaset di Milano 2. Inoltre all’interno di Villa San Martino ci sono alcune sue opere.
In un’intervista lo scultore ricordò che Berlusconi gli aveva detto: «Non farmi una cosa mortuaria con le falci e i teschi, fai qualcosa che inneggi alla vita». Come ricordò Enrico Deaglio nel libro Indagine sul ventennio, Cascella disse anche che Berlusconi non voleva un monumento religioso ma una sorta di dimora sotterranea cui si arrivasse attraverso un’imponente scalinata, con un grande portone di ferro e una tomba centrale, posta in mezzo a una sala, e poi un “dormitorium” con altri loculi.
Deaglio scrisse che «il committente volle poi bassorilievi con frutta, cibo e un telefono portatile, rose a cinque petali di travertino rosso sulla tomba principale e un potentissimo motore Ruggerini a riscaldare e illuminare tutto l’ipogeo. In alto lasciò sbizzarrire l’artista, che innalzò al cielo dodici colonne sovrastate da sfere, mezze sfere, piramidi, cubi, figure che ricordano Guernica di Picasso, e un’imperdibile squadretta massonica. Il tutto per cento tonnellate di pietra e tre anni di lavoro». In un’intervista alla Stampa il giornalista Emilio Fede disse che quelle dei bassorilievi con il telefono, frutta e squadretta massonica erano solo fantasie giornalistiche.
Quando chiesero a Cascella chi sarebbe stato sepolto nei 36 loculi, lui rispose: «Io faccio lo scultore, mica il becchino». Berlusconi è sempre stato molto orgoglioso dell’opera costruita dall’amico scultore nel parco di Villa San Martino. Quando era presidente del Consiglio l’ha sempre mostrata a personalità politiche che visitavano la sua tenuta in Brianza. Lo stesso Emilio Fede raccontò: «Un giorno mi portò a visitare il mausoleo, ammesso che si possa chiamare così, e mi disse che con la famiglia voleva che ci fosse il posto per i suoi amici più cari. “Che sono pochi”, aggiunse. Ricordo che commentai: “Mi piacerebbe essere tra quelli”».
Secondo Marco Travaglio quando Berlusconi chiese a Indro Montanelli se volesse un posto in uno dei loculi, il giornalista, allora direttore del Giornale, disse: «Domine, non sum dignus», cioè “Signore, non sono degno” in latino (è una citazione evangelica piuttosto nota). Vittorio Feltri, fondatore di Libero, ha raccontato che anche a lui era stato offerto un loculo ma che reagì facendo plateali scongiuri.
Sicuramente Berlusconi aveva pensato che i suoi amici più cari potessero essere sepolti nel mausoleo: per esempio Gianni Letta, suo storico consigliere politico, e Fedele Confalonieri, presidente di Mediaset. Tuttavia nel 2021 Letta chiese al suo comune, Avezzano in provincia dell’Aquila, il permesso di costruire una cappella gentilizia nel cimitero monumentale della città, dicendo chiaramente che dopo la sua morte vorrà essere sepolto lì, con la sua famiglia.
Non si sa cos’hanno deciso gli altri amici più cari, Confalonieri e Marcello Dell’Utri, tra i fondatori di Forza Italia e storico collaboratore di Berlusconi ai tempi di Fininvest. Sicuramente non c’è più il posto di cui Berlusconi aveva parlato con Sandro Bondi, suo fedele collaboratore fino al 2015, quando lasciò Forza Italia. Bondi era un ex funzionario del Partito comunista italiano in Toscana, e nel periodo in cui fu più vicino a Berlusconi viveva proprio a Villa San Martino. Bondi era stato presentato a Berlusconi tramite lo stesso scultore del monumento, Cascella, che pur essendo di Pescara viveva a Fivizzano, paese in provincia di Massa Carrara di cui è originario Bondi. Cascella è morto nel 2008.
Nemmeno la madre di Silvio Berlusconi, Rosa Bossi, fu tumulata nel mausoleo. Quando morì nel 2008 la legge non permetteva la sepoltura al di fuori di spazi cimiteriali. Fu sepolta al cimitero Monumentale di Milano. Secondo il Corriere della Sera le ceneri furono poi trasferite a Villa San Martino, non nel mausoleo bensì in un’urna che Berlusconi aveva voluto tenere in casa.