La registrazione in cui Trump ammette di avere documenti riservati nella sua villa
È stata pubblicata da CNN e sembra mostrare che Trump fosse consapevole che i documenti non avrebbero dovuto essere in suo possesso
Venerdì CNN ha pubblicato la trascrizione di una conversazione avuta da Donald Trump nel 2021 in cui l’ex presidente degli Stati Uniti avrebbe ammesso di aver conservato documenti riservati nella sua casa di Mar-a-lago, in Florida, e di essere perfettamente consapevole del fatto che quei documenti erano ancora riservati, e non avrebbero dovuto essere in suo possesso. Già nei giorni scorsi CNN aveva reso nota l’esistenza della registrazione, ma non se ne conosceva ancora il contenuto nel dettaglio.
Proprio a causa dai documenti riservati trovati dall’FBI nella sua villa, giovedì Trump è stato incriminato, ed è la prima volta che un ex presidente viene processato per reati federali. Trump ha sempre sostenuto che quei documenti fossero stati desecretati quando era ancora presidente, e che quindi poteva portarli con sé in Florida. Ma la trascrizione riferita da CNN lo smentirebbe. Nella conversazione Trump parla di un documento del Pentagono riguardo informazioni militari segrete, e dice:
«Da presidente lo avrei potuto desecretare, ma ora non posso».
La conversazione risale al luglio del 2021 ed è stata fatta al golf club di Trump a Bedminster, nel New Jersey. In quell’occasione Trump si era incontrato con due persone che stavano lavorando all’autobiografia di Mark Meadows, ex capo dello staff della Casa Bianca, e la conversazione era stata registrata da uno dei due presenti.
Nel corso dell’incontro Trump commenta un articolo pubblicato alcuni giorni prima dal New Yorker in cui si sosteneva che Mark Milley, capo di stato maggiore delle forze armate statunitensi, negli ultimi mesi di Trump alla presidenza gli avesse impedito di attaccare l’Iran.
Trump risponde di avere con sé un documento del Pentagono che dimostrerebbe invece come fosse Milley a spingere per attaccare l’Iran, ma che questo documento non poteva essere diffuso perché riservato. A quel punto Trump mostra ai suoi interlocutori alcuni fogli, tra cui presumibilmente anche quello riservato del Pentagono, e dice loro che se li potesse mostrare in pubblico potrebbe smentire quanto scritto dal New Yorker, ma che appunto non può farlo perché sono coperti da segreto.