Due grosse piattaforme di criptovalute sono nei guai

Binance e Coinbase sono state accusate dalla SEC di aver operato senza i permessi necessari, in un momento molto complicato per il mercato

(Illustration by Justin Sullivan/Getty Images)
(Illustration by Justin Sullivan/Getty Images)

La SEC, l’autorità statunitense di vigilanza sui mercati finanziari, nel giro di pochi giorni ha fatto causa a due grosse piattaforme, Binance e Coinbase, che da sole gestiscono la metà degli scambi globali di criptovalute. Entrambe sono accusate di aver promosso attività di trading finanziario senza avere i permessi per farlo, visto che hanno l’autorizzazione solo per scambiare criptovalute. La differenza tra criptovalute e titoli finanziari (come azioni e obbligazioni) secondo le regole statunitensi a volte è sottile e c’è una zona grigia che non è stata ancora mai chiarita dalla SEC.

Sia Binance che Coinbase hanno detto che intendono difendersi dalle accuse, ma a prescindere dal risultato delle cause ci saranno grosse conseguenze reputazionali per loro e per tutto il settore, che vive un momento molto complicato: gli investitori in criptovalute hanno ritirato quasi 800 milioni di dollari da Binance da quando la SEC ha svelato le sue accuse e Coinbase ha perso più di un quinto del suo valore di mercato questa settimana, suscitando anche parecchie perplessità sul fatto che le sia stato permesso di quotarsi.

In più Binance e il suo fondatore Changpeng Zhao sono accusati di una serie di altri reati, tra cui l’aver dirottato ingenti somme dei clienti verso i conti di una società controllata da Zhao.

Questa mossa della SEC si inserisce in un mercato delle criptovalute già abbastanza compromesso dagli scandali e dai fallimenti. Il 2022 è stato un anno terribile per il settore. In primavera c’era stato il crollo della criptovaluta Terra Luna, mentre a novembre la bancarotta di FTX, la seconda piattaforma di criptovalute più grande al mondo, aveva generato tantissima instabilità nel settore e provocato la perdita di miliardi di dollari di risparmi e investimenti. Altre aziende con legami con FTX hanno poi rivelato molte vulnerabilità: la società BlockFi ha dichiarato fallimento e la piattaforma Kraken ha annunciato oltre mille licenziamenti.

Le criptovalute non godono più della fiducia degli investitori, che temono di perdere i loro soldi e che quindi si stanno progressivamente allontanando da questi investimenti, aggravando la situazione. Molti osservatori si stanno chiedendo se si stia avvicinando la fine per questo settore, o comunque un periodo di crisi eccezionalmente dura e prolungata.

Uno dei problemi più sentiti è proprio la mancanza di leggi chiare e univoche. Per esempio Coinbase e altre aziende del settore sostengono da tempo che la maggior parte delle criptovalute non possano essere equiparate ai titoli finanziari, e che per questo non possano rispondere alle stesse regole che definiscono il mercato delle azioni e delle obbligazioni. Questo è proprio il motivo del contendere nella causa della SEC. Chiedono anche nuove regole e leggi, visto che secondo loro le autorità sono state finora vaghe e incoerenti nel determinare esattamente in quali casi le criptovalute siano effettivamente titoli finanziari.

Dopo che la causa è stata intentata l’amministratore delegato di Coinbase Brian Armstrong ha scritto su Twitter che la società è «orgogliosa di rappresentare il settore in tribunale per ottenere finalmente un po’ di chiarezza sulle regole delle criptovalute».

Non è la prima volta che la SEC fa causa a una piattaforma di scambio di criptovalute per questi motivi. Molti di questi casi si sono conclusi con accordi, con le aziende che hanno pagato multe e accettato di seguire la legge statunitense. In alcuni casi ciò ha significato uscire dal mercato statunitense o terminare proprio un intero progetto di criptovaluta. Nei pochi casi che sono stati decisi in tribunale i giudici hanno concordato con la SEC che specifiche criptovalute sono associabili a titoli finanziari.