La situazione nelle carceri di Haiti è sempre più grave
I detenuti sono spesso lasciati senza acqua, cibo né medicine, in condizioni sovraffollate e aspettando anni per i processi
Ad Haiti, uno dei paesi più poveri del mondo, dove è in corso da tempo una gravissima crisi politica, sociale ed economica, si stanno aggravando ulteriormente le condizioni delle carceri: sono spesso sovraffollate, i detenuti sono lasciati senza acqua, cibo né cure quando sono malati. A peggiorare la situazione c’è la diffusissima violenza dovuta alle bande criminali, ormai molto forti nel paese, che rendono ancora più difficili le poche forme di assistenza su cui i detenuti hanno potuto contare finora.
Secondo l’avvocato Arnel Rémy, coordinatore dell’Associazione degli avvocati per la difesa dei diritti umani di Haiti, nelle carceri del paese si sta creando una «catastrofe umanitaria».
Ad Haiti, paese con circa 11 milioni di abitanti, ci sono 17 carceri, di cui 5 in via di costruzione, sovraffollate e con condizioni detentive ritenute ampiamente al di sotto degli standard internazionali. Associated Press ha raccontato di come vivono i detenuti del Penitenziario nazionale di Port-au-Prince, la capitale di Haiti: è il carcere più grande del paese e ospita circa 4mila detenuti anche se era stato costruito per ospitarne circa 800.
Al suo interno ci sono decine di detenuti malati di tubercolosi lasciati con scarse cure: molti arrestati per reati minori, come furti. In generale ai detenuti non viene data né acqua né sufficiente cibo, e molti di loro hanno riferito di dormire in piedi perché le celle sono sovraffollate e non hanno abbastanza spazio per sdraiarsi. Altri hanno raccontato di defecare in secchi comuni, dentro la cella, e che molto spesso il carcere resta senza elettricità, a volte per mesi, per guasti ai generatori di corrente che non è possibile riparare in tempi brevi.
Le pessime condizioni delle carceri di Haiti non sono una novità, e se ne parla ciclicamente. L’anno scorso per esempio il governo di Haiti ha liberato più di 70 detenuti condannati per reati minori dopo la circolazione online di alcuni video che ne mostravano le pessime condizioni di salute. Molto più spesso però le condizioni dei detenuti restano sconosciute e ignorate.
Ad Haiti oltre l’80 per cento degli oltre 11mila detenuti totali è in custodia cautelare: ma i tempi dei processi sono molto lunghi e secondo diversi esperti di diritti umani e avvocati che nel tempo si sono occupati delle loro condizioni potrebbero trascorrere anni prima che vengano ascoltati da un giudice e sottoposti a un processo. Sono stati inoltre documentati numerosi casi di arresti arbitrari, in cui le autorità trattengono le persone in carcere con accuse non specificate.
Uno studio pubblicato lo scorso dicembre da alcuni ricercatori di un’università in Florida, e basato sulle condizioni di oltre 1.000 detenuti in due prigioni di Haiti, tra cui proprio il Penitenziario nazionale, ha concluso che la maggior parte di loro veniva sottoposta a una dieta da meno di 500 calorie al giorno, meno della metà del fabbisogno quotidiano, e che più del 75 per cento era a rischio di una serie di patologie legate anche alla mancanza di vitamine.
Secondo dati delle Nazioni Unite l’anno scorso ad Haiti sono morti 185 detenuti, molti dei quali per conseguenze della malnutrizione. Solo quest’anno ne sono morti 20.
Secondo diversi esperti di quell’area i numeri potrebbero aumentare a causa delle conseguenze della crisi politica e sociale del paese, di cui da tempo approfittano le numerose bande criminali attive nel paese: queste bande sono diventate molto influenti, e negli ultimi anni hanno sfruttato anni di alleanze e legami con i politici haitiani per accrescere il loro potere. Controllano ampie porzioni di territorio, strade e porti, e già in passato hanno bloccato i rifornimenti di carburante, elettricità e cibo, oltre a rendersi responsabili di rapimenti e uccisioni.
Tutto questo sta complicando le poche forme di assistenza su cui potevano contare i detenuti. Molti di loro fanno affidamento su parenti e conoscenti che portino loro cibo e pasti: ad Haiti non è raro vedere fuori dalle carceri decine di persone, spesso donne, con sacchi di cibo per le persone recluse, con scritto sopra il nome del detenuto e della cella.
Molte di loro rischiano di finire coinvolte in episodi di violenza per strada, rischi che corrono anche gli stessi dipendenti della prigione: lo scorso maggio per esempio un agente di polizia è stato colpito da un proiettile una volta uscito dal carcere. In altri casi le persone non riescono a raggiungere la prigione perché non funzionano i mezzi pubblici o perché le strade sono bloccate dalle bande. C’è anche chi non ha una rete di persone fuori dal carcere in grado di assisterlo: è il caso di un detenuto ascoltato da Associated Press, che ha detto di mangiare solo una volta al giorno un po’ di riso.
Health through Walls, un’organizzazione no profit della Florida che dà assistenza medica ai detenuti di varie carceri nel mondo, fornisce regolarmente ai detenuti di Haiti integratori alimentari per evitare la malnutrizione, e ha insegnato a decine di loro a riconoscere una persona malata all’interno della prigione, dato che l’insicurezza e l’instabilità del paese stanno impedendo a gran parte del personale medico di fare il proprio lavoro.