La distruzione della diga può essere un problema per la controffensiva ucraina
L'allagamento di ampie zone dell'Ucraina meridionale ha ristretto la linea del fronte, e potrebbe aver dato un vantaggio militare ai russi
Russia e Ucraina si accusano a vicenda da martedì mattina della distruzione della diga nelle vicinanze della città di Nova Kakhovka, nella regione di Kherson, controllata dall’esercito russo. Le agenzie di intelligence internazionali, fra cui quelle statunitensi, stanno ancora indagando per definire in modo sicuro le responsabilità, ma varie fonti hanno indicato che i sospetti maggiori portano verso la Russia.
Un’esplosione interna della diga, controllata dalla Russia, è considerata al momento la causa più plausibile, mentre un attacco dall’esterno avrebbe richiesto l’impegno di molte forze e con esiti meno certi. A livello militare, inoltre, le inondazioni causate dalla sua distruzione sembrano favorire proprio la Russia e rischiano di diventare un problema per l’annunciata controffensiva ucraina, che potrebbe essere cominciata in questi giorni.
In queste ore in cui dati e informazioni raccolte sono ancora parziali l’ipotesi più credibile sembra essere che i vertici militari russi abbiano deciso di distruggere la diga per rallentare o rendere impossibile un’avanzata dell’esercito ucraino sul fronte sud-orientale. Così avrebbero ottenuto l’obiettivo di ridurre la lunghezza del fronte e di poter concentrare le proprie forze più a nord, in modo da evitare uno sfondamento dell’esercito ucraino.
Dal governo e dall’esercito ucraino sono arrivate rassicurazioni sul fatto che la distruzione della diga avrà un impatto limitato a livello militare. Ihor Zhovkva, vice capo della segreteria del presidente Volodymyr Zelensky ha detto a Bloomberg: «Non avrà conseguenze sulle operazioni militari, porteremo comunque avanti la controffensiva».
Molti analisti sottolineano però come operazioni nelle aree ora soggette ad allagamento, che riguardano circa 80 comuni e sono piuttosto estese, siano al momento impossibili, anche perché l’esercito ucraino non ha a disposizione mezzi anfibi. Anche quando le acque si ritireranno lasceranno un terreno prevalentemente fangoso su cui i mezzi militari e le truppe si muoveranno con fatica.
L’area è considerata strategica perché rappresenta un ponte fra il territorio russo e la Crimea occupata nel 2014: una delle ipotesi sulla controffensiva riguardava proprio un possibile tentativo da parte dell’Ucraina di tagliare quel ponte e quindi i rifornimenti ai territori occupati dai russi. Al momento però non sembra possibile attraversare il Dnipro, sulla cui sponda orientale la Russia ha organizzato una prima linea di difesa.
ISW cannot offer a definitive assessment of responsibility for the June 6 incident at this time but finds that the balance of evidence, reasoning, and rhetoric suggests that the #Russians deliberately damaged the dam.https://t.co/GZRLSWO9ig https://t.co/QC1I2GGP3G
— Institute for the Study of War (@TheStudyofWar) June 7, 2023
Ma la distruzione della diga, che ha avuto in primo luogo conseguenze enormi sulla popolazione civile e sull’ambiente, ha causato danni militari anche alla Russia: proprio le prime linee difensive sono state allagate dalle acque del bacino idrico e le autorità militari ucraine della zona si aspettano una minore intensità di bombardamenti verso Kherson, perché le truppe russe sono state costrette ad arretrare.
È il motivo per cui i blogger militari russi sostengono che la diga sia stata fatta esplodere dall’Ucraina. Le fonti ufficiali russe, attraverso il portavoce del Cremlino Dmitri Peskov, dicono invece si tratti di un «sabotaggio per privare la Crimea di acqua potabile e distrarre l’opinione pubblica dal fallimento della controffensiva».
Il principale effetto militare al momento sembra quello di restringere il lungo fronte su cui la controffensiva potrebbe operare; nei giorni scorsi sono stati segnalati vari attacchi, interpretati come una “ricognizione in forze”: l’esercito ucraino starebbe valutando dove le difese russe sono meno solide. Togliere dalle opzioni la regione sud-orientale permetterebbe all’esercito russo di concentrare le proprie forze altrove e in particolare nell’area di Donetsk.
Non è peraltro la prima volta che una diga sul fiume Dnipro viene distrutta per rallentare l’avanzata dell’esercito nemico: avvenne già nel 1941, quando l’Unione Sovietica prese la decisione di distruggere la diga del Dnipro, vicino a Zaporizhzhia, nel tentativo di bloccare l’invasione da parte delle truppe tedesche. I nazisti occuparono comunque l’area e ripararono la diga, per poi farla saltare di nuovo nel 1943, nel tentativo di coprire la loro ritirata.
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