Tra le popstar fare concerti privati è sempre più accettabile
Un tempo lo faceva solo chi era a fine carriera, ma secondo il New Yorker nell'attuale economia dello spettacolo è diventata un'opzione anche per quelle più famose
I social media possono creare l’illusione che cantanti e artisti famosi non siano più così inaccessibili, ma per le persone milionarie o miliardarie in alcuni casi non lo sono per davvero: come ha raccontato un recente articolo di Evan Osnos sul New Yorker, negli ultimi tempi sono aumentate quelle che si possono permettere i concerti privati, cioè eventi esclusivi in cui perfino popstar famose come Beyoncé o Drake si esibiscono per un pubblico ristretto di ricchi imprenditori e loro amici. Per chi ha molti soldi da spendere invitare una popstar per un concerto privato è un motivo di vanto e prestigio: per gli artisti invece è un altro modo di guadagnare centinaia di migliaia se non milioni di dollari, in un mercato in cui i dischi si vendono sempre meno ed esibirsi dal vivo è diventato ancora più fondamentale.
Di recente il rapper Flo Rida ha cantato al bar-mitzvah (la festa con cui si celebra il raggiungimento dell’età della maturità nella religione ebraica) del figlio di un dirigente di una società di servizi finanziari a Chicago per un compenso «a sei cifre», cioè per diverse centinaia di migliaia di dollari. A gennaio invece la famosissima popstar Beyoncé si è esibita durante un concerto privato in un nuovo hotel di Dubai, guadagnando secondo alcune voci 24 milioni di dollari. Alla festa per i 70 anni del finanziere Stephen Schwarzman, nel 2017, oltre a trapezisti, cammelli e fuochi d’artificio ci fu anche Gwen Stefani in concerto. In altre occasioni simili si sono esibiti tra gli altri Snoop Dogg, Katy Perry, i Rolling Stones, Sting, Rod Stewart e i Black Eyed Peas.
Sempre Flo Rida ha raccontato di essersi esibito anche su un megayacht in Sardegna e a un matrimonio in Libano. Il suo avvocato, Reginald Mathis, dice che di norma il suo cachet per un concerto privato negli Stati Uniti va dai 150mila ai 300mila dollari, a seconda delle dimensioni dell’evento e di dove si tiene; se il concerto è all’estero però può arrivare anche a un milione. Mathis ha aggiunto che al momento Flo Rida fa almeno trenta eventi di questo tipo all’anno.
Il New Yorker racconta che nell’industria musicale statunitense con concerti privati (chiamati solo “private”) si intende qualsiasi tipo di concerto riservato a un pubblico esclusivo, come quelli che si tengono durante le convention aziendali, nelle serate di beneficenza e appunto in occasione di feste come matrimoni e compleanni. Per molto tempo a questi eventi si esibivano quasi esclusivamente artisti la cui carriera era in declino, per puntare per così dire sull’effetto nostalgia, ha spiegato l’avvocata di San Francisco Jacqueline Sabec, che ne ha seguiti molti. Quelli più in voga invece nella gran parte dei casi rifiutavano perché erano eventi tendenzialmente sfigati e non ne avevano bisogno.
Da qualche tempo però le cose sono cambiate, e gli addetti del settore dicono che il numero e il tipo di artisti che prendono in considerazione la possibilità di esibirsi in eventi di questo tipo è molto aumentato.
Robert Norman, che si occupa di eventi privati all’agenzia di spettacolo C.A.A., racconta per esempio che 25 anni fa si organizzavano «cento o duecento concerti privati all’anno», sempre di artisti che non erano troppo famosi oppure non lo erano più così tanto. L’anno scorso invece la sua agenzia ne ha organizzati quasi 600, e attualmente dedica un dipartimento intero – che lui dirige – solo a quelli. Un agente che lavora in un’altra grossa agenzia ha spiegato al New Yorker che oggi «praticamente chiunque è disponibile a considerare un’offerta» per esibirsi in un evento privato.
– Leggi anche: Perché i biglietti dei concerti sono diventati così costosi
Gli avvocati e gli agenti sentiti da Osnos raccontano che di solito attorno a eventi simili circola una grande riservatezza, sia perché chi paga per organizzarli non vuole far sapere quanto spende e vuole che restino eventi esclusivi, sia perché gli artisti rischiano danni alla reputazione nel far sapere dove si esibiscono, per chi o per quanti soldi.
Nel 2011 Mariah Carey, 50 Cent, Usher e Nelly Furtado dissero pubblicamente di essere rammaricati di aver partecipato e cantato ad alcune feste organizzate dalla famiglia dell’ex presidente della Libia Muammar Gheddafi, che governò il paese in maniera autoritaria per più di 40 anni. Due anni dopo Jennifer Lopez fu molto criticata da diverse associazioni impegnate nella difesa dei diritti umani per essersi esibita a un evento organizzato in occasione del compleanno dell’allora presidente turkmeno Gurbanguly Berdymukhamedov, considerato estremamente autoritario e molto poco rispettoso dei diritti delle persone. In entrambi i casi si stima che gli artisti coinvolti fossero stati pagati milioni di dollari.
Secondo il New Yorker l’aumento della richiesta di concerti privati delle popstar evidenzia almeno due fenomeni. Il primo ha a che fare con lo stato di salute dell’industria musicale. Fino alla fine degli anni Novanta cantanti e musicisti guadagnavano soprattutto dalla vendita dei dischi: l’arrivo di internet, l’espansione delle piattaforme di streaming e il crollo delle vendite dei supporti fisici e della musica digitale però hanno stravolto completamente il settore, con il risultato che adesso i concerti sono diventati la principale fonte di guadagno per gli artisti, che con quelli privati possono essere pagati ancora di più in relazione all’impegno (esibirsi a una festa è diverso rispetto a farlo in uno stadio). Il secondo aspetto invece riguarda la nascita di quella che Osnos definisce una «nuova aristocrazia». Negli anni il numero di milionari e miliardari è cresciuto, e quindi anche le persone che sono disposte a spendere centinaia di migliaia o milioni di dollari per un evento privato di questo tipo.
Una di queste è il finanziere newyorkese Anthony Scaramucci, che per pochi giorni fu il capo della comunicazione della Casa Bianca durante il mandato di Donald Trump, e nelle conferenze di affari che organizza ha invitato tra gli altri Maroon 5, The Killers, Lenny Kravitz e Duran Duran. «Siamo innamorati della fama, tutta la nostra società ne è assuefatta», ha detto Scaramucci a Osnos: per persone che hanno moltissimi soldi da spendere chiamare artisti famosi per concerti privati è un modo di sentirsi unici e speciali, ha commentato, aggiungendo che Andrea Bocelli si esibirà durante un evento organizzato per sua figlia.
Alcuni addetti del settore non ci vedono niente di male nella scelta di certi artisti di esibirsi sia in grossi concerti che in quelli privati, anche perché per qualcuno può essere un modo per sfruttare al meglio una fama che potrebbe essere soltanto passeggera. Altri invece sostengono che sia una cosa “da venduti”, e che molti artisti non avrebbero bisogno di diventare ancora più ricchi di quello che già sono. Tra i pochi che per una ragione o per l’altra finora si sono rifiutati di partecipare a concerti privati, nota Osnos, ci sono Bruce Springsteen, Taylor Swift e gli AC/DC.
– Leggi anche: La musica e i ricordi