La rapidissima caduta di Robert Habeck
Il ministro dell'Economia tedesco era il politico più popolare del paese: dopo una legge sugli impianti di riscaldamento è diventato uno dei meno apprezzati
Fino a qualche mese fa il ministro dell’Economia del governo tedesco, Robert Habeck, era uno dei politici più popolari del paese. Oggi metà dei tedeschi auspica le sue dimissioni, secondo un recente sondaggio. In mezzo Habeck, che è stato a lungo leader del partito dei Verdi, ha affrontato uno scandalo che ha riguardato un suo stretto collaboratore, ma soprattutto ha proposto una impopolarissima legge sugli impianti di riscaldamento, di cui in Germania si parla ormai da settimane.
Habeck ha 53 anni, dal 2018 al 2022 ha guidato i Verdi assieme ad Annalena Baerbock, l’attuale ministra degli Esteri tedesca, e negli ultimi anni la sua fama di politico preparato e capace lo aveva sempre posizionato nei primi posti delle classifiche dei politici più apprezzati. In molti avevano approvato inoltre la gestione della fornitura di energia nei mesi successivi alla guerra in Ucraina: in pochi mesi la Germania ha praticamente azzerato le importazioni energetiche dalla Russia, rendendosi di fatto indipendente dal punto di vista energetico da un paese da cui nel 2020 aveva reperito il 38,1 per cento del gas naturale importato. Gran parte del merito di questa transizione era stato accreditata proprio ad Habeck.
Poi però, all’inizio di maggio, è emerso che uno dei suoi più stretti collaboratori al ministero dell’Economia, Patrick Graichen, era stato fra le persone a indicare il nuovo capo dell’Agenzia tedesca per l’Energia (DENA), un’agenzia pubblica indipendente che si occupa di progetti per azzerare le emissioni inquinanti nette entro i termini imposti dal governo tedesco e dall’Unione Europea. Graichen aveva indicato come capo della DENA il suo testimone di nozze, Michael Schäfer, politico dei Verdi ed ex responsabile delle politiche per il clima della sezione tedesca del WWF. Dopo essere stato accusato di favoritismo, Graichen si è dimesso e Habeck ha dovuto scusarsi a sua volta.
L’opposizione ha fatto capire piuttosto esplicitamente che quello di Graichen è solo uno dei casi problematici che riguarderebbe lo staff di Habeck. «È come un clan famigliare in cui tutti sono legati l’uno all’altro», lo ha definito per esempio Mario Czaja, segretario generale della CDU, il principale partito di opposizione, di centrodestra.
Al momento non sono emersi altri casi simili, ma nei giorni successivi Habeck si è attirato moltissime altre critiche per avere proposto – insieme al suo partito – una legge che dal 2024 imporrebbe di cambiare gli impianti di riscaldamento che si romperanno con pompe di calore, che saranno alimentate almeno per il 65 per cento da energia rinnovabile.
La proposta è molto ambiziosa e si propone di intervenire in un settore ancora poco regolamentato in Germania, come del resto in molti altri paesi europei: in due case su tre il riscaldamento viene alimentato col gas naturale, un combustibile fossile molto inquinante, e si stima che il 15 per cento delle emissioni prodotte ogni anno in Germania sia dovuto proprio agli impianti di riscaldamento.
Il governo aveva dato un’approvazione preliminare della proposta di legge ad aprile, e promesso di appoggiare la misura con ingenti sussidi: ma molti aspetti della proposta non erano chiarissimi – i liberali dell’FDP, al governo coi Verdi, hanno inviato loro 113 domande per chiedere dettagli e funzionamenti – e al momento sembra che le persone che saranno costrette a cambiare gli impianti di riscaldamento dovranno pagare varie migliaia di euro in più per installare una pompa di calore. Lo Spiegel ha calcolato che in un condominio da 6 appartamenti installare una pompa può costare dai 38.680 ai 78.080 euro, a seconda di vari fattori, un prezzo comunque superiore rispetto a un impianto a gas.
Un sondaggio della tv pubblica tedesca indica che circa due terzi dei tedeschi temono che la nuova legge li colpirà in maniera insostenibile dal punto di vista economico, mentre varie critiche sono arrivate anche dall’interno dei Verdi. Winfried Kretschmann, primo ministro dei Verdi dello stato di Baden-Württemberg, ha detto al settimanale Zeit che Habeck sta andando «troppo veloce», e che in politica ci vuole «pragmatismo». Qualche mese fa Habeck era stato accusato esattamente del contrario, cioè di eccessivo pragmatismo, quando aveva negoziato un accordo per espandere una grossa miniera di carbone in un paesino abbandonato nello stato del Nord Reno-Westfalia.
Un portavoce di Habeck ha detto a Politico che il ministro «ha chiarito che prende sul serio le critiche e che è disposto a migliorare la proposta di legge». In passato Habeck aveva specificato che la legge non impone di cambiare impianti di riscaldamento che funzionano, e che potenzialmente possono funzionare ancora per molti anni.
Al momento però le polemiche sulla legge stanno continuando, e non è chiaro esattamente se e quando il governo riuscirà a portare in parlamento la proposta. In un altro articolo lo Spiegel spiega per esempio che la maggioranza dovrebbe parlarne nei prossimi giorni, ma che rimangono soltanto un paio di settimane prima che le attività del parlamento tedesco siano sospese per l’estate.