In India si indaga sulle cause del grosso incidente ferroviario
A provocare 275 morti e 800 feriti venerdì potrebbe essere stato un malfunzionamento dei semafori e degli scambi
In India sono cominciate le indagini ufficiali sull’incidente ferroviario avvenuto venerdì sera vicino alla città di Balasore, nello stato di Orissa, nella parte orientale del paese. L’incidente ha coinvolto due treni passeggeri e un treno merci, causando la morte di 275 persone, mentre i feriti sono stati oltre 800.
Le autorità non hanno ancora indicato con certezza cosa abbia provocato l’incidente, ma al momento l’ipotesi ritenuta più credibile è quella di un malfunzionamento nel sistema di segnalazione e nel sistema di scambi automatizzati, anche se ogni altra ipotesi, comprese quelle dell’errore umano e del sabotaggio, rimane aperta.
L’incidente è avvenuto quando il Coromandel Express, un treno che andava da Calcutta, nel Bengala Occidentale, a Chennai, nello stato di Tamil Nadu, viaggiando a circa 130 chilometri orari si è scontrato con un treno merci che si trovava fermo in una piccola stazione in cui il treno passeggeri non doveva fermarsi. Il treno merci e il treno passeggeri, uscendo dai binari, hanno fatto deragliare un altro treno passeggeri che andava nella direzione opposta, l’Howrah Superfast Express. Sul Coromandel Express viaggiavano 1.250 passeggeri, sull’Howrah Superfast Express 1.039: i sopravvissuti hanno detto che sui treni c’erano centinaia di lavoratori e studenti che viaggiavano in piedi ammassati l’uno all’altro.
Secondo le prime ricostruzioni, fatte dalla stampa locale e internazionale sulla base di dichiarazioni anonime o non ufficiali di lavoratori della stazione e autorità di controllo, il treno proveniente da Calcutta avrebbe ricevuto un segnale verde di via libera, non avrebbe superato la velocità consentita né sarebbe passato con un semaforo rosso: per motivi da stabilire avrebbe però imboccato un binario morto su cui era in sosta il treno merci, provocando l’impatto iniziale.
I binari sono gestiti da un sistema di scambi automatizzati, che prevedono un ulteriore controllo umano: in questo caso si sarebbe verificato un errore considerato dagli addetti ai lavori «rarissimo» a cui non è seguita una correzione da parte dei responsabili della sorveglianza di scambi e semafori.
Il ministro delle Ferrovie indiano, Ashwini Vaishnaw, ha confermato che si stanno indagando i motivi del mancato funzionamento dei sistemi di sicurezza. Sarebbero indagati non solo i responsabili della sicurezza, ma anche le autorità che gestiscono la vicina stazione di Bahananga.
Ad alcuni giorni di distanza, con molti dei corpi ancora senza un’identità certa, le pressioni politiche per la ricerca di un colpevole sono notevoli: l’opposizione ha già chiesto le dimissioni del ministro, mentre il primo ministro Narendra Modi, che in questi anni ha molto pubblicizzato gli investimenti del suo governo per migliorare la rete ferroviaria, ha assicurato che ogni responsabile «verrà punito». Le indagini saranno portate avanti dal Central Bureau of Investigation, la principale agenzia pubblica indiana di investigazioni.
Inizialmente era stato indicato che i morti nell’incidente fossero 288, poi le autorità hanno rivisto il numero ufficiale a 275: resta l’incidente più grave dal 1995, quando più di 350 persone morirono nello scontro tra due treni, poco lontano da Nuova Delhi.
Ogni giorno circa 22 milioni di persone viaggiano sui 14.000 treni della rete ferroviaria indiana, che ha 64.000 chilometri di binari ed è una delle più grandi e trafficate al mondo. La rete risale per lo più al periodo coloniale inglese: nonostante gli investimenti recenti gli interventi necessari in termini di sicurezza restano numerosi e ogni anno si registrano oltre 100 incidenti. I morti sulla rete ferroviaria sono stati oltre 16.000 nel 2021, la maggior parte per cadute dai treni in corsa.