A Hong Kong la polizia ha fermato 24 persone coinvolte nelle manifestazioni per commemorare la strage di piazza Tienanmen
La polizia di Hong Kong ha detto di aver fermato 24 persone coinvolte nelle manifestazioni del fine settimana per commemorare la strage di piazza Tienanmen del 1989 a Pechino: 23 di loro sono state accusate di violazione della quiete pubblica, mentre una donna di 53 anni è stata arrestata con il sospetto di aver ostacolato il lavoro della polizia. Hong Kong è una regione amministrativa speciale cinese dal 1997 ed è stata a lungo l’unica città del paese in cui ogni anno si svolgeva una grande commemorazione annuale per la strage: da qualche anno tuttavia le autorità locali vietano e reprimono duramente ogni manifestazione che ricorda l’evento anche a Hong Kong, a causa del controllo sempre più rigido del regime cinese sul territorio.
Le manifestazioni ricordano ciò che accadde il 4 giugno del 1989, quando moltissimi manifestanti riunitisi in piazza Tienanmen per chiedere riforme democratiche furono uccisi dall’esercito del paese su ordine del governo. Le proteste in piazza erano cominciate in seguito alla morte del leader comunista riformista Hu Yaobang, andavano avanti da aprile e riflettevano le preoccupazioni di parte della popolazione per i rapidi cambiamenti economici nel paese, per la corruzione e per la mancanza di sufficienti libertà di stampa e di espressione. Dopo giorni di contestazioni ed esitazioni da parte del governo su come affrontare la situazione, nella notte tra il 3 e il 4 giugno i convogli dell’esercito cinese entrarono a Pechino e i soldati spararono sulle persone con fucili e carri armati, causando la morte di alcune centinaia di persone (secondo altre stime, migliaia).
Per decenni la Cina ha messo in atto un’ampia repressione di qualsiasi forma di protesta riguardante l’evento, impedendo lo svolgimento di manifestazioni per commemorare la strage e censurando in modo eccezionalmente pervasivo ogni forma di testimonianza o pubblicazione che potesse ricordarla, anche su internet. Negli ultimi anni le manifestazioni sono state represse anche a Hong Kong, dove il regime cinese ha progressivamente smantellato i movimenti pro-democrazia e proibito le commemorazioni, sfruttando in maniera pretestuosa motivi di sicurezza legati alla pandemia da coronavirus per vietarle.
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