Cosa ci dice il modo in cui si disegnano i cerchi nel mondo
Un’analisi di Quartz su decine di migliaia di casi ha evidenziato che varia in base alle abitudini di scrittura e alla cultura
Disegnare a mano un cerchio è un gesto che, a meno di non desiderare una grande precisione, non richiede particolari attenzioni né può avere moltissime variazioni, eppure il modo in cui lo si fa sembra essere influenzato dalla propria provenienza e cultura. Un’analisi effettuata nel 2017 dal sito di notizie Quartz su decine di migliaia di disegni aveva infatti evidenziato che le persone di certi paesi tendono a tracciare cerchi con lo stesso metodo: cosa che ha fatto ipotizzare che un gesto così semplice e istintivo dipenda in parte dalle forme di scrittura più diffuse, e in parte dalle abitudini.
Per svolgere la loro analisi l’autrice che vive e lavora a Tokyo Thu-Huong Ha e il giornalista esperto di informatica Nikhil Sonnad hanno usato i dati ricavati dal database pubblico di Quick, Draw! (Presto, disegna!), un gioco introdotto da Google nel novembre del 2016 per contribuire alla ricerca sul machine learning, cioè lo studio e la costruzione di algoritmi che permettano ai computer di imparare come migliorare le proprie capacità. Il gioco prevede di disegnare con il mouse o con il proprio dito sul touchpad oggetti di uso comune come un divano o una lavatrice in un massimo di venti secondi: il suo obiettivo è appunto quello di allenare un algoritmo a interpretare il modo in cui disegnano – e quindi pensano e si esprimono – gli esseri umani.
Ha e Sonnad sono partiti dai quasi 119mila disegni di cerchi tracciati su Quick, Draw! da persone di 148 paesi, scegliendo proprio il cerchio perché è una forma geometrica da sempre diffusa in tutto il mondo, dall’antica Grecia al buddismo. Per limitare la ricerca, hanno isolato i 66 paesi in cui gli utenti avevano disegnato in totale almeno 100 cerchi.
L’analisi ha permesso di osservare che l’86 per cento delle quasi 50mila persone statunitensi che avevano disegnato un cerchio su Quick, Draw! lo aveva fatto tracciandolo in senso antiorario, come la gran parte delle persone in Australia, Regno Unito, Finlandia o Repubblica Ceca. Le persone francesi, tedesche e filippine avevano disegnato cerchi in senso antiorario in nove casi su dieci, e nel Vietnam la percentuale saliva al 95 per cento (lo studio non cita i dati relativi all’Italia). Le due principali eccezioni erano il Giappone e Taiwan, dove rispettivamente l’80 e il 56 per cento degli utenti li avevano disegnati in senso orario.
L’ipotesi principale di Quartz è che il modo in cui si disegnano i cerchi sia influenzato dal modo in cui si scrive. Sia nell’Europa occidentale che nel Nord America e negli altri paesi in cui la maggior parte delle persone li disegna in senso antiorario si usa l’alfabeto latino, dove si scrive da sinistra verso destra. Può darsi perciò che il fatto di disegnarli così dipenda dal modo in cui solitamente si scrivono le “c” e le “g” in corsivo, partendo dall’alto e tracciando una linea curva in senso antiorario, anche per collegarle con più facilità alle lettere seguenti. Le Filippine e il Vietnam, i due paesi asiatici in cui oltre il 90 per cento delle persone disegna cerchi in senso antiorario, sono un’ex colonia spagnola e un’ex colonia francese dove si usa l’alfabeto latino.
Le cose invece cambiano nei paesi in cui si usano alfabeti ma soprattutto modi di scrivere diversi, come appunto a Taiwan, dove si parla e si scrive in cinese, e in Giappone, dove il sistema di scrittura è formato dai caratteri di origine cinese chiamati kanji e da due alfabeti sillabici detti hiragana e katakana. In Giappone di norma i singoli caratteri si scrivono con linee che vanno dall’alto verso il basso e da sinistra verso destra, come si fa nella scrittura cinese. Il calligrafo Yi-Zhi Huang, professore di matematica della Rutgers University, ha spiegato che se si deve scrivere una parola che è composta da una linea orizzontale e da una verticale si tende a farlo con un gesto unico, senza staccare la penna, in senso discendente, e quindi lo si traccia in senso orario. Probabilmente quindi i cerchi si fanno così per questo motivo.
Questa teoria è coerente con quello che evidenzia un’altra regola del sistema di scrittura tradizionale usato sia in Giappone che a Taiwan: quella che prevede che nei caratteri composti da più linee diagonali si traccino prima le linee che vanno da destra verso sinistra in senso discendente e poi quelle che vanno da sinistra verso destra. Seguendo questa norma, quasi tutte le persone giapponesi e taiwanesi che disegnano un triangolo con un solo movimento lo fanno in senso antiorario.
Nel database non ci sono dati sulla Cina, visto che Google è uno dei vari siti e social network creati in Occidente che nel paese è vietato utilizzare. Uno studio svolto nel 1985 su 151 persone cinesi però aveva osservato che il 72 per cento dei soggetti era abituato a disegnare cerchi in senso orario, come accade in Giappone e a Taiwan.
Sia l’alfabeto della Corea del Sud che quello della Thailandia sono pieni di piccoli cerchi: in Corea del Sud però di norma quei cerchi si disegnano in senso antiorario, mentre in Thailandia si fanno sia in un modo che nell’altro. Anche stando al database in questi due paesi si tende a farli più o meno equamente in entrambi i sensi.
Secondo Ha e Sonnad, oltre alle regole di scrittura in sé, sul modo di disegnare i cerchi influisce anche il modo in cui vengono imparate e applicate. Sia in Giappone che in Cina e a Taiwan le norme di scrittura sono molto rigide e vengono insegnate alle bambine e ai bambini fin da piccoli: per questo è probabile che gli abitanti di questi paesi si siano abituati a disegnare cerchi adottando la stessa impostazione, cioè procedendo in senso orario.
Altri studi citati nell’articolo di Quartz hanno permesso di ipotizzare che la tendenza a scrivere o disegnare in un certo modo si consolidi nel tempo, grazie ai comportamenti ricorrenti, diventando un’abitudine. Per fare un esempio concreto, una ricerca svolta nel 1997 su alcuni studenti giapponesi a varie età evidenziò che in prima elementare il 62 per cento di loro disegnava cerchi in senso orario, circa un terzo in senso antiorario, e un quinto faceva un po’ e un po’. In prima media, passati alcuni anni, gli stessi ragazzini li disegnavano quasi sempre in senso antiorario.
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Un altro insieme di paesi su cui si possono fare ipotesi simili è composto tra gli altri da Emirati Arabi Uniti, Arabia Saudita, Iraq ed Egitto, dove le persone che fanno i cerchi in senso antiorario sono circa il 35-40 per cento, più o meno quanto quelle thailandesi e sudcoreane. In questi paesi la lingua più diffusa è quella araba, che contiene molti caratteri arrotondati e si legge e scrive da destra verso sinistra, come l’ebraico. In arabo però le linee curve dei caratteri si tendono a tracciare in senso orario, per essere collegate più facilmente alle altre lettere, così come la lettera ebraica ס, quella che somiglia di più a un cerchio.