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  • Domenica 4 giugno 2023

La grande manifestazione contro il governo polacco a Varsavia

Organizzata dal leader dell'opposizione Donald Tusk, è stata fortemente alimentata dalla recente approvazione di una legge molto controversa

(Omar Marques/Getty Images)
(Omar Marques/Getty Images)
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A Varsavia, la capitale della Polonia, centinaia di migliaia di persone stanno partecipando a una grande manifestazione contro il governo di destra. La manifestazione è stata organizzata dal principale leader di opposizione Donald Tusk, a capo del partito di centrodestra liberale ed europeista Piattaforma Civica. Il governo è accusato di star progressivamente indebolendo la democrazia nel paese, che viene percepita da gran parte della popolazione come realmente in pericolo per la prima volta dalla fine del regime comunista, nel 1989.

La scelta di organizzare la manifestazione il 4 giugno è fortemente simbolica, perché è il giorno a cui si fa risalire formalmente il ritorno delle istituzioni democratiche in Polonia, ed è festa nazionale.

Tusk, che è stato primo ministro del paese dal 2007 al 2014 e presidente del Consiglio europeo dal 2014 al 2019, ha convinto moltissime persone a riunirsi a Varsavia facendo leva proprio sul timore che la democrazia nel paese venga ulterioramente compromessa. A ottobre in Polonia si terranno le elezioni politiche (la data precisa non è ancora stata fissata) e Tusk ne ha parlato come dell’ultima occasione per cambiare la direzione del governo e riavvicinarsi all’Unione Europea, all’interno della quale il paese è stato più volte accusato di non rispettare lo stato di diritto ed è ormai considerato tra i più euroscettici, al pari dell’Ungheria di Viktor Orbán.

Il partito di governo, Diritto e Giustizia, governa dal 2015 e negli anni ha raccolto un grosso consenso grazie a posizioni conservatrici e molto vicine a quelle della Chiesa cattolica, che in Polonia rappresenta la maggior parte dei fedeli, ma anche spendendo molto per le politiche sociali. Allo stesso tempo però il governo di Diritto e Giustizia, attualmente guidato dal primo ministro Mateusz Morawiecki, è diventato sempre più illiberale: ha approvato leggi molto severe contro l’aborto e si è schierato contro le minoranze, in particolare quella LGBTQ+, ed è accusato dalle istituzioni europee di aver fortemente ridotto l’indipendenza dei tribunali e della magistratura.

Donald Tusk, al centro, in mezzo ai manifestanti (Omar Marques/Getty Images)

La grande partecipazione alle proteste di domenica e il supporto a Tusk però sembrano essere stati alimentati in particolare dalla recente approvazione di una legge molto controversa, che permette al governo di creare una commissione speciale per indagare su presunte influenze russe in Polonia. Sebbene la Russia sia generalmente molto malvista in Polonia – il paese è tra quelli che si sono schierati con maggiore forza e sostegno a favore dell’Ucraina dopo l’invasione – la legge ha ricevuto molte critiche perché si ritiene che alla commissione siano stati attribuiti poteri incostituzionali, in base ai quali il governo potrebbe strumentalmente decidere di perseguitare i propri avversari politici con accuse pretestuose ed escluderli dalla vita pubblica per anni.

Tusk è il principale indiziato a diventare obiettivo di questa nuova commissione, perché è già stato accusato in passato di essere stato troppo benevolo con la Russia durante i suoi anni da primo ministro, quando tra le altre cose stipulò accordi sul gas considerati particolarmente favorevoli alla Russia. I critici hanno iniziato a chiamare ironicamente la legge “Lex Tusk”.

In generale molti ritengono che la commissione speciale potrebbe essere usata dal governo per influenzare la campagna elettorale e le elezioni di ottobre: è previsto infatti che i risultati delle sue indagini vengano presentati il 17 settembre, poco prima delle elezioni, e tra le sue facoltà c’è anche quella di bandire politici e funzionari per 10 anni da ruoli che prevedano la gestione di fondi pubblici.

La legge è stata firmata dal presidente Andrzej Duda, che fa parte del partito di governo Diritto e Giustizia, il 29 maggio scorso. Dopo molte proteste però pochi giorni dopo, venerdì 2 giugno, lo stesso Duda aveva insolitamente proposto degli emendamenti, tra cui il fatto che la legge venisse rivista da esperti super partes e che ai parlamentari non fosse consentito di far parte della commissione: gli emendamenti dovranno essere votati dal parlamento, in tempi che al momento non si possono prevedere, ma intanto la legge entrerà in vigore da lunedì.

Secondo gli organizzatori a manifestare a Varsavia ci sarebbe oltre un milione e mezzo di persone, arrivate da diverse parti del paese. Le autorità non hanno fornito una propria stima ufficiale. Secondo i media non governativi è una delle più grandi proteste della Polonia post-comunista. Dopo il passaggio della legge sulla commissione speciale, anche altri politici di opposizione, inizialmente dubbiosi, hanno deciso di unirsi alle proteste. Diritto e Giustizia invece ha fortemente scoraggiato la partecipazione, pubblicando persino un video di propaganda in cui alcune immagini del campo di concentramento nazista di Auschwitz, che si trova appunto in Polonia, venivano associate alla marcia di protesta dell’opposizione: la cosa ha attirato al partito nuove critiche e probabilmente alimentato ulteriormente le proteste.