I processi di Nicolas Sarkozy
In quello che si è chiuso due settimane fa l'ex presidente francese è stato condannato a tre anni, ma ce ne sono altri in ballo
Mercoledì 17 maggio la Corte d’appello di Parigi ha confermato la condanna a tre anni di carcere dell’ex presidente francese Nicolas Sarkozy per corruzione e traffico d’influenze, che era stata già emessa in primo grado nel marzo del 2021. Se la condanna sarà confermata in Cassazione, Sarkozy dovrà scontare un anno agli arresti domiciliari, dato che due anni di pena sono stati sospesi con la condizionale.
È la prima volta che un ex presidente francese viene condannato così severamente: l’unico prima di lui ad essersi trovato in una situazione simile era stato Jacques Chirac, che era stato condannato a due anni di reclusione nel 2011 per appropriazione indebita di fondi pubblici, ma la pena era stata interamente sospesa.
Non è l’unico caso giudiziario in cui Sarkozy è stato o è tuttora imputato. Una parte dell’opinione pubblica e del partito da lui fondato, Les Républicains (I Repubblicani), sostiene che Sarkozy sia vittima di accanimento da parte della magistratura francese. Molti altri – inclusa la candidata per il suo partito alle presidenziali del 2022, Valérie Pécresse, che sperava in un suo endorsement che non c’è stato – negano invece questa linea di difesa.
In seguito all’ultima sentenza, il quotidiano francese Le Monde ha riassunto tutti i processi e le inchieste a carico dell’ex presidente, che è già stato condannato in due casi, anche se non in via definitiva, mentre le indagini sono ancora aperte o sono state archiviate in tutti gli altri.
Caso intercettazioni (o Caso Azibert-Bismuth)
Condannato in primo grado e in appello
La sentenza del 17 maggio, che ha anche reso Sarkozy ineleggibile per tre anni, si riferisce a fatti risalenti al 2014, quando Sarkozy era già ex presidente (rimase in carica dal 2007 al 2012). Secondo l’accusa avrebbe cercato di ottenere favori e informazioni riservate dal magistrato francese Gilbert Azibert in merito a un altro caso che lo riguardava, il caso Bettencourt, offrendo in cambio di usare i suoi contatti per garantire ad Azibert un incarico onorifico nel principato di Monaco.
L’accusa si basa su conversazioni avvenute tra Sarkozy e il suo avvocato Thierry Herzog su due cellulari prepagati acquistati con lo pseudonimo “Paul Bismuth” (da cui il nome con cui è diventato noto il caso). Queste conversazioni erano state intercettate nell’ambito delle indagini, ancora in corso, che la magistratura stava svolgendo su presunti finanziamenti illeciti alla campagna elettorale di Sarkozy del 2007 provenienti dalla Libia.
Oltre a Sarkozy sono stati condannati anche il suo avvocato e il giudice Azibert, sempre a tre anni, di cui due sospesi. Gli avvocati di Sarkozy hanno presentato ricorso alla Corte di Cassazione, azione che sospende temporaneamente l’esecuzione della pena.
Nel caso Bettencourt dieci uomini, fra cui Nicolas Sarkozy, erano stati accusati di abuso di debolezza, traffico di influenze illecite e ricettazione ai danni dell’ereditiera 87enne del gruppo L’Oréal Liliane Bettencourt. Il processo contro Sarkozy venne archiviato nel 2013 per mancanza di prove, nonostante durante le indagini la casa di sua moglie e il suo vecchio studio legale fossero stati perquisiti e le sue agende sequestrate.
Conti della campagna 2012 (o Caso Bygmalion)
Condannato in primo grado, appello a novembre 2023
Il 30 settembre 2021 Sarkozy è stato condannato dal tribunale di Parigi a un anno di reclusione, da scontare ai domiciliari col braccialetto elettronico, per «finanziamento illegale della campagna elettorale» per le presidenziali del 2012, dove si era presentato come presidente uscente ed era stato sconfitto dal candidato del Partito Socialista François Hollande.
Il processo ha riguardato un sistema di false fatture e accordi tra l’Union pour un mouvement populaire (UMP) – il partito di Sarkozy che nel 2015 è diventato Les Républicains – e l’agenzia di comunicazione Bygmalion, responsabile dell’organizzazione degli incontri durante la campagna elettorale. Questo sistema serviva a nascondere il superamento da parte dell’UMP del limite di legge per le spese elettorali, che nel 2012 era di 22,5 milioni di euro. Secondo la testata online indipendente Mediapart, che ha pubblicato un riepilogo dell’inchiesta giudiziaria, Sarkozy avrebbe superato questo limite di 24,5 milioni di euro.
Secondo l’accusa, il 7 marzo 2012 Sarkozy sarebbe stato informato del rischio di superamento della spesa autorizzata, ma l’avrebbe ignorato. Oltre a Sarkozy, gli altri tredici imputati sono stati tutti dichiarati colpevoli di «complicità nel finanziamento illegale di una campagna elettorale». Bastien Millot, co-presidente del gruppo Bygmalion, è stato condannato a tre anni di carcere, di cui 18 mesi sospesi, e a una multa di 100mila euro. Tredici dei quattordici condannati, tra cui Sarkozy, hanno presentato ricorso. Il processo d’appello inizierà l’8 novembre 2023 e durerà un mese.
Sospetti di finanziamenti libici nel 2007
Sotto inchiesta
Il 10 maggio, pochi giorni prima della condanna in appello per il Caso Azibert-Bismuth, la procura nazionale finanziaria aveva chiesto il rinvio a giudizio di Sarkozy e di alcuni suoi stretti collaboratori accusandoli di aver finanziato parte della campagna elettorale alle presidenziali 2007 (che Sarkozy vinse con il 53 per cento dei voti al ballottaggio) con fondi non dichiarati provenienti dal regime del dittatore libico Muammar Gheddafi, morto nel 2011.
Al momento non esistono prove schiaccianti di questi finanziamenti, ma l’insieme di «prove gravi o corroboranti» (documenti, testimonianze, elementi finanziari) hanno portato la magistratura ad accusare Sarkozy di «corruzione passiva», «finanziamento illegale di una campagna elettorale», «gestione di fondi pubblici libici» e «associazione a delinquere».
Durante l’udienza di ottobre 2020, Sarkozy ha negato che esistesse un fondamento per queste accuse, dichiarando che «non è mai stato preso, né direttamente né indirettamente, né in contanti né con bonifici bancari, il minimo centesimo libico per finanziare la mia campagna».
Secondo la procura, invece, «se da un lato appare chiaro che non tutti i fondi libici inizialmente destinati [alla campagna elettorale] furono utilizzati a tale scopo», dall’altro «i circuiti opachi per la circolazione dei fondi libici hanno portato a esborsi in contanti in tempi e cronologie compatibili con un uso occulto». La pena richiesta è dieci anni di reclusione. I giudici istruttori hanno un mese di tempo per decidere se seguire o meno l’accusa della procura.
Il caso Karachi
Testimone assistito
Con l’idea di candidarsi alle elezioni presidenziali del 1995, l’allora primo ministro di destra Edouard Balladur, del cui governo Sarkozy era ministro del Bilancio, avrebbe concesso enormi commissioni per la vendita di armi al Pakistan e all’Arabia Saudita e utilizzato parte del denaro per finanziare la sua campagna elettorale, di cui Sarkozy era anche portavoce.
A febbraio 2014 i giudici incaricati degli aspetti finanziari del caso Karachi hanno ritenuto necessario ascoltare Sarkozy come testimone assistito, ossia come un testimone che ha diritto a un avvocato e che, a differenza di un testimone normale, può decidere di non rispondere a domande in merito a processi a suo carico o le cui risposte potrebbero incriminarlo. Nel maggio 2017 è stato infatti interrogato sul perché avesse approvato quei contratti di vendita controversi.
Nel giugno 2020 il tribunale penale ha emesso sei condanne, con un processo d’appello previsto per la primavera del 2024. Nel 2021 Edouard Balladur e François Léotard, allora ministro della Difesa, sono stati assolti dalla Corte di giustizia della Repubblica, composta da parlamentari e alti magistrati.
Alle elezioni del 1995 Balladur era arrivato terzo e era stato eletto Jacques Chirac, che vinse anche nel 2002. Si parla di Caso Karachi perché proprio nel 2002 un attentato suicida uccise quattordici persone a Karachi, in Pakistan, tra cui undici dipendenti francesi del Dipartimento delle costruzioni navali che stavano raggiungendo il sito di assemblaggio di sottomarini francesi acquistati dal Pakistan. Se originariamente l’attentato fu attribuito ad al Qaida, è più probabile che si sia trattato di una vendetta dei funzionari pakistani privati da Jacques Chirac delle commissioni che erano abituati a ricevere con Balladur.
A margine del processo Karachi, Sarkozy è stato anche indagato per «violazione del segreto istruttorio» a causa di un comunicato stampa del governo del 2011 che riferiva l’andamento del procedimento giudiziario. Nel 2023 la Corte d’appello di Parigi ha autorizzato tre magistrati a indagare sulla questione.
Caso Reso-Garantia
In fase di indagini preliminari
La magistratura sta indagando su un versamento di 500mila euro ricevuto da Sarkozy all’inizio del 2020 per via di un contratto di consulenza con il gruppo assicurativo russo Reso-Garantia. Nell’estate del 2020 la procura nazionale finanziaria aveva aperto un’indagine preliminare su Sarkozy, ancora in corso, per «traffico di influenze illecite».
Secondo Mediapart, che ha dato la notizia all’inizio del 2021, «i tribunali stanno cercando di accertare se l’ex capo di Stato abbia agito solo come consulente, il che sarebbe perfettamente legale, o se si sia impegnato in attività di lobbying potenzialmente criminali per conto di oligarchi russi».