Come funziona la difesa ucraina da droni e missili russi
Sempre meglio, permettendo di proteggere persone, infrastrutture e basi militari, ma non è detto che possa andare avanti a lungo
Anche se le notizie al riguardo sono diminuite negli ultimi mesi, i bombardamenti russi sulle città ucraine non si sono fermati, e anzi nell’ultimo mese si sono molto intensificati. Solo a maggio la Russia ha bombardato Kiev, la capitale dell’Ucraina, 17 volte. Il motivo per cui se ne parla di meno è che nel corso della guerra l’esercito ucraino ha migliorato notevolmente i propri sistemi di difesa aerea, grazie alle armi di difesa fornite in questi mesi da diversi paesi occidentali ma anche al perfezionamento di equipaggi che si dedicano esclusivamente alla difesa aerea di giorno e di notte.
Gli attacchi russi da cui si difende l’Ucraina avvengono con lanci di missili o dei cosiddetti “droni kamikaze”, che si schiantano contro un obiettivo facendo detonare il proprio esplosivo e autodistruggendosi. A differenza di questi ultimi, i missili restano pericolosi anche quando l’esercito ucraino riesce a intercettarli, cioè a farli esplodere mentre sono in aria, perché i detriti che cadono sui centri abitati possono comunque causare danni a cose e persone. Lo scorso giovedì a Kiev tre persone sono morte e diverse altre sono state ferite proprio in questo modo, dopo che l’esercito ucraino aveva intercettato una raffica di 10 missili balistici.
Oltre a proteggere materialmente i civili a Kiev e in altre città ucraine, i sistemi di difesa servono anche a evitare che i bombardamenti colpiscano le infrastrutture energetiche in varie zone del paese: nei mesi passati era successo più volte, e in Ucraina milioni di persone erano rimaste a più riprese senza acqua ed elettricità. Tra le infrastrutture ucraine più critiche e protette costantemente ci sono anche quattro centrali nucleari funzionanti.
Il New York Times ha raccontato come lavora un equipaggio a Kiev addetto ai missili antiaerei: è composto da due persone e protegge solo una piccola porzione di territorio, di circa 10 chilometri quadrati. I due risiedono in una base nell’area di Kiev, da cui escono prontamente quando suona l’allarme che segnala un bombardamento: a quel punto si dirigono verso una postazione fuori città, la cui posizione è segreta, dove si trova già un camion (coperto da un telo) con un sistema di difesa aerea montato sopra. Se un missile si avvicina alla loro zona di competenza, sparano per abbatterlo. Sparando però rivelano la propria posizione, e perciò devono allontanarsi in non più di due minuti se non vogliono diventare un facile bersaglio dell’esercito russo.
I membri dell’equipaggio con cui ha parlato il New York Times, come molti altri soldati ucraini, hanno imparato a usare questi sistemi durante la guerra in corso, e sono migliorati col tempo. Sulla fiancata del proprio camion ogni equipaggio tiene conto dei propri “successi”, cioè di ciò che sono riusciti ad abbattere: quello che ha visto il New York Times aveva simboli che rappresentavano due caccia russi, sei droni di fabbricazione russa, due elicotteri d’attacco russi e due droni kamikaze di fabbricazione iraniana.
L’equipaggio dev’essere pronto a intervenire in qualsiasi momento perché non si sa quando potrebbe arrivare un nuovo attacco: solitamente avvengono di notte, ma ultimamente ce ne sono stati diversi anche di giorno. Negli attacchi la Russia usa sia missili balistici, eccezionalmente veloci e con un ampio raggio di devastazione, ma anche molto imprecisi, sia soprattutto i temibili missili ipersonici, armi di nuova generazione che garantiscono un’alta manovrabilità nonostante possano raggiungere una velocità di almeno cinque volte superiore a quella del suono (secondo l’esercito russo i loro missili Kinzhal arrivano a dieci volte la velocità del suono).
– Leggi anche: L’Ucraina sta imparando a intercettare i missili ipersonici russi
Il metodo che finora si è rivelato più efficace per la difesa dai missili russi sono i sistemi Patriot forniti all’Ucraina dagli Stati Uniti a fine aprile, anch’essi in grado di viaggiare ad alta velocità e dotati di radar che permettono di tracciare la posizione anche di missili molto veloci.
Non è detto però che il recente successo dei sistemi di difesa ucraini possa durare a lungo. Ad aprile, quando erano stati trafugati e pubblicati alcuni documenti riservati del dipartimento della Difesa americano con analisi sull’andamento della guerra in Ucraina, era emerso che in pochi mesi l’Ucraina avrebbe rischiato di ritrovarsi a corto di missili per la difesa aerea, se le forniture non fossero aumentate.
La Russia d’altra parte finora ha dimostrato di poter organizzare attacchi su base regolare e su vasta scala, pur affidandosi in alcuni casi a missili meno precisi. Quando ci sono grandi bombardamenti e su più aree, l’Ucraina si trova spesso a dover prendere decisioni difficili su come impiegare risorse che sono tutto sommato limitate.
La difesa aerea serve all’Ucraina anche per proteggere le sue armi e avere il tempo di riorganizzarsi in vista di una controffensiva dell’esercito via terra, che viene descritta come imminente ormai da settimane e che anche la Russia ha dimostrato di temere. A questo proposito Andriy Yusov, un portavoce dell’intelligence ucraina, ha detto al New York Times che ultimamente la strategia di bombardamenti dell’esercito russo è cambiata: al posto di mirare a infrastrutture civili, come succedeva durante l’inverno, gli attacchi ora puntano a distruggere le installazioni militari per indebolire l’esercito via terra.
Diverse analisi sulla guerra hanno mostrato come nell’ultimo periodo l’esercito russo abbia cercato appositamente di riempire l’aria con più missili e droni possibili contemporaneamente, in modo da superare la capacità di gestione difensiva dell’esercito ucraino e arrivare comunque a colpire, in qualche modo.