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  • Mercoledì 31 maggio 2023

Perché avvocati e magistrati hanno la toga nera?

È diventata un simbolo della loro funzione e la impone un regio decreto del 1865, ma l'origine risale all'epoca romana

Toghe di avvocati. 
(© Marco Merlini / LaPresse)
Toghe di avvocati. (© Marco Merlini / LaPresse)
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In Italia avvocati e magistrati indossano la toga nera perché lo dice la legge. O meglio, lo stabilisce un regio decreto, il numero 2641 del 14 dicembre 1865, che dice:

Le divise di tutti indistintamente i funzionari della magistratura giudicante e del ministero pubblico si compongono di zimarra nera, con cintura di seta guernita di nappine, toga di lana nera con maniche rialzate e annodate alle spalle con cordoni, tocco, ossia berretto nero, e collare di tela batista.

[…]

Nelle pubbliche udienze delle corti e dei tribunali gli avvocati patrocinanti indossano le seguenti divise: toga di lana nera alla foggia di quella prescritta per i funzionari giudiziari, ma abbottonata sul davanti con maniche orlate di un gallone di velluto nero, rialzate e annodate sulle spalle con cordoni e nappine di seta nera; hanno il tocco di seta nera fregiato di un gallone di velluto nero, e il collare di tela batista.

In realtà la storia della toga nera è ancora più antica e risale all’epoca romana. Allora i cittadini maschi e liberi, cioè non schiavi, che svolgevano determinate funzioni portavano un drappo sopra la tunica: veniva annodato sopra la spalla sinistra per avvolgere il corpo e passato sotto l’ascella in modo che il braccio restasse libero. Era un simbolo di potere, la indossava chi esercitava funzioni pubbliche di una certa importanza.

La toga interamente bianca era portata da chi si candidava alle elezioni mentre quella orlata di porpora era riservata ai senatori, ai cavalieri e ai magistrati. Il bordo inferiore era largo per i senatori e stretto per i cavalieri, cioè appartenenti all’ordine equestre, una classe sociale formata da cittadini romani che, almeno originariamente, erano sufficientemente ricchi da permettersi un cavallo e poi diventarono una classe di commercianti e finanzieri. La toga virilis era segno della maggiore età mentre la toga purpurea poteva indossarla solo l’imperatore. La toga più scura era marrone o grigia e veniva indossata nei giorni di lutto.

Nel Medioevo la toga ebbe ancora di più un significato distintivo, diventando quasi una uniforme. La indossavano medici, professori, notai, avvocati. Con il tempo molte professioni ne hanno progressivamente abbandonato l’uso, mentre per gli avvocati la tradizione è rimasta tanto da essere poi disciplinata per legge. Gli avvocati dovrebbero indossarla nel corso delle pubbliche udienze delle corti e dei tribunali e di fronte ai consigli degli organi rappresentativi dell’avvocatura, pena una sanzione disciplinare.

Le toghe vengono indossate nelle udienze penali perché sono pubbliche, mentre le udienze civili non lo sono. Si indossano anche quando gli avvocati devono patrocinare una causa davanti alla Corte di Cassazione o al Consiglio di Stato. Il colore nero fu scelto innanzitutto per una questione pratica, perché le tele colorate non erano sempre così facili da reperire, ma anche perché era il colore dell’autorità e del potere.

Anche la cosiddetta “cordoniera” ha una precisa importanza simbolica. Quella colorata di oro e nero è riservata agli avvocati cassazionisti mentre gli altri hanno la cordoniera color argento e nero. Gli avvocati non indossano cordoniere interamente di colore oro perché sono riservate ai magistrati (ma i magistrati di prima nomina ce l’hanno di color argento). La cordoniera rossa infine è riservata agli avvenimenti accademici.

Non c’è solo l’obbligo di legge. Per gli avvocati la toga è un simbolo della loro funzione. Vengono spesso ricordate le parole di Piero Calamandrei, tra gli autori del codice di procedura civile:

Avvocato sommo è colui che riesce a parlare in udienza colla stessa semplicità e la stessa schiettezza con cui parlerebbe al giudice incontrato per via: colui che, quando veste la toga, riesce a dare al giudice l’impressione che può fidarsene come se fosse fuori udienza.

Passando a cose assai più pratiche, gli avvocati le toghe se le devono comprare perché sono liberi professionisti, ma la stessa cosa capita ai magistrati che invece sono dipendenti pubblici. Nei siti specializzati, ma anche su Amazon, se ne trovano di tutte le fatture e di tutti i materiali. Ci sono le toghe in poliviscosa che non si sgualciscono, con annessa pettorina e borsa porta toga in vendita a poco più di 270 euro. E le toghe “lux” che costano anche più di 500 euro. Ci sono quelle su misura e quelle con il nome ricamato. Possono essere in misto lana e viscosa, in lana e seta, in fresco lana, in viscosa ed elastam. Ci sono quelle con la lavorazione a piegoline, sulla schiena e sulla manica, e quelle in tessuto ecologico in fibra di eucalipto.

La pettorina bianca ha solo una funzione stilistica, può essere chiusa, aperta, semplice, ricamata, con bordi in seta, di puro lino: i prezzi sono tra 40 e 100 euro. Il prezzo delle cordoniere si aggira attorno ai 50-60 euro.

Quanto a obblighi nell’abbigliamento, nel Regno Unito gli avvocati hanno una regola in più. Dal 1660 indossano le parrucche. Le impose re Carlo II che restaurò la monarchia dopo la repubblica di Oliver Cromwell, che aveva tagliato la testa a suo padre, Carlo I.

Parrucche utilizzate nei tribunali inglesi (Getty)

Allora le parrucche erano utilizzate da tutti i membri dell’alta società: erano fatte di capelli umani ma anche di crine di cavallo o di capra, più economiche, ricoperte di cipria o di farina di riso per dare il colore bianco o grigio, ed erano profumate con essenze all’arancio o alla lavanda. Oggi le parrucche degli avvocati inglesi sono in crine di cavallo, non vengono più adottate in paesi del Commonwealth come Australia e Canada mentre resistono in alcuni paesi africani come retaggio del colonialismo britannico. Resistono nel Regno Unito anche se in molti si battono contro questa tradizione, obiettando che la parrucca dia l’idea di una distanza incolmabile tra avvocati e il mondo dei cittadini comuni che devono rappresentare.