Artem Uss è evaso con l’aiuto di criminali serbi, dice il Wall Street Journal
In un'inchiesta si parla di un gruppo che avrebbe fatto fuggire dall'Italia l'imprenditore russo, prima in Serbia e poi in Russia
Un’inchiesta pubblicata dal Wall Street Journal dice che Artem Uss, l’imprenditore russo accusato di reati molto gravi che il 22 marzo era evaso dagli arresti domiciliari in Italia, è stato aiutato a fuggire da una rete di soggetti internazionali che include anche un gruppo di criminali serbi. Attualmente Uss si trova in Russia: che la sua evasione fosse stata preparata e portata avanti con l’aiuto di complici è un’ipotesi che nelle scorse settimane era stata fatta in più occasioni.
L’inchiesta del Wall Street Journal aggiunge nuovi elementi, basati su una serie di documenti e su interviste con fonti a conoscenza dei fatti rimaste anonime.
Uss sarebbe stato aiutato prima a lasciare l’Italia a bordo di diverse automobili e sarebbe poi salito su un traghetto, con cui avrebbe attraversato il mar Adriatico e sarebbe andato in Serbia. Da lì avrebbe preso un aereo per Mosca. Non è chiaro in cosa sarebbe materialmente consistito l’aiuto dei criminali serbi né esattamente a quale tipo di criminalità si faccia riferimento. Almeno per ora le autorità italiane escludono un coinvolgimento dei servizi segreti russi nell’evasione di Uss, un’altra ipotesi che era stata formulata.
Ad alimentarla era stato un messaggio video pubblicato poco dopo l’evasione da Alexandr Uss, il padre di Artem Uss, governatore della regione siberiana di Krasnoyarsk Krai e anche ricchissimo imprenditore. Nel video il padre di Uss ringraziava il presidente russo Vladimir Putin, dicendo che «non è solo il nostro presidente, ma è soprattutto un uomo con un cuore grande e generoso».
Uss era stato fermato all’aeroporto di Malpensa il 17 ottobre 2022 mentre si stava imbarcando per Istanbul, sulla base di un mandato di arresto internazionale emesso dalle autorità giudiziarie di New York. Dopo l’arresto era stato messo agli arresti domiciliari nella sua casa di Basiglio, poco fuori Milano. Da lì poi lo scorso 22 marzo era fuggito poco prima che venisse estradato verso gli Stati Uniti, tagliando il braccialetto elettronico di sorveglianza.
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Le imputazioni nei suoi confronti sono quattro: violazione dell’embargo nei confronti del Venezuela in una vicenda di contrabbando di petrolio verso Cina e Russia; frode bancaria; riciclaggio; contrabbando di tecnologie militari dagli Stati Uniti verso la Russia.
Quest’ultima è l’accusa più grave. L’ipotesi di reato era nata indagando su cinque cittadini russi, tra cui Uss, che avrebbero acquistato da società sotto copertura semiconduttori e microprocessori utilizzati in aerei da combattimento, sistemi missilistici, munizioni intelligenti, radar, satelliti e altre tecnologie militari di fabbricazione americana, dirette all’esercito russo impegnato in Ucraina.