La durissima legge dell’Uganda contro le persone LGBTQ+
È entrata in vigore lunedì e prevede molti anni di carcere per chi ha relazioni omosessuali, e in alcuni casi la pena di morte
Lunedì il presidente dell’Uganda Yoweri Museveni ha promulgato una legge che prevede molti anni di carcere e talvolta la pena di morte per le persone lesbiche, gay, bisessuali, transessuali e queer. La legge era stata approvata dal parlamento a marzo ed è considerata una delle più punitive nel suo genere: per questo le Nazioni Unite, i paesi occidentali e varie organizzazioni per i diritti civili speravano che Museveni non la firmasse. Museveni ha invece deciso di farlo, dicendo di aver voluto in questo modo «resistere alle pressioni imperialiste».
L’entrata in vigore della legge è considerata una vittoria importante per i gruppi religiosi del paese che negli ultimi mesi avevano fatto forti pressioni sui parlamentari, chiedendo loro di proteggere i bambini e la «santità della famiglia tradizionale africana». Già prima dell’approvazione della legge l’Uganda era un paese molto conservatore, dove era difficile vivere da persona appartenente alla comunità LGBTQ+. Negli ultimi anni però si sono diffuse soprattutto online delle teorie del complotto che accusano «forze internazionali» non meglio definite di voler promuovere l’omosessualità nel paese per corromperne la società.
La nuova legge prevede l’ergastolo per chiunque abbia rapporti sessuali con persone dello stesso sesso, fino a 10 anni di carcere per chi prova ad avere rapporti omosessuali, e la pena di morte per chiunque sia condannato per “omosessualità aggravata”, termine con cui la legge definisce i rapporti omosessuali con minori di 18 anni, persone disabili, avuti minacciando l’altra persona o mentre l’altra persona era incosciente.
Inizialmente il testo sembrava indicare che chiunque fosse sospettato di essere omosessuale sarebbe stato punito, mentre la nuova versione firmata dal presidente sottolinea che verranno punite soltanto le persone che abbiano effettivamente avuto rapporti omosessuali. Si tratta in ogni caso di una legge molto dura, che prevede anche fino a 20 anni di carcere per chiunque “promuova l’omosessualità”, un termine molto vago che secondo gli attivisti sarà usato per prendere di mira le organizzazioni che sostengono la comunità LGBTQ+ o pubblicano materiali informativi sul tema.
Oltre 30 paesi africani vietano già i rapporti tra persone dello stesso sesso: tra questi c’è l’Uganda, in base a una vecchia legge coloniale che punisce «la conoscenza carnale contronatura». Altri paesi africani, come Kenya e Ghana, stanno considerando di adottare legislazioni simili nei prossimi mesi.
Frank Mugisha, il più importante attivista apertamente per i diritti dei gay in Uganda, ha raccontato al New York Times che negli ultimi mesi moltissimi ugandesi LGBTQ+ hanno cominciato a lasciare il paese, temendo di essere perseguitati una volta entrata in vigore la legge. Un gruppo di avvocati sta invece preparando una causa da presentare alla Corte costituzionale del paese, nella speranza di annullare la legge.