Guida ai ballottaggi delle amministrative
Si va al secondo turno in 40 comuni, tra cui 6 capoluoghi di provincia e un capoluogo di regione
Domenica 28 e lunedì 29 maggio si terrà il ballottaggio delle elezioni amministrative in quelle città con più di 15mila abitanti che non sono riuscite ad eleggere un sindaco o una sindaca al primo turno del 14 e 15 maggio. Si voterà in 40 comuni in totale e, tra questi, 6 sono comuni capoluogo e uno è capoluogo di regione: Pisa, Massa, Siena, Terni, Vicenza, Brindisi e Ancona. I seggi saranno aperti domenica dalle 7 alle 23 e lunedì dalle 7 alle 15. Lo scrutinio inizierà subito dopo la chiusura della votazione del lunedì.
Tra i capoluoghi in cui è stato eletto il sindaco al primo turno c’erano Brescia e Teramo, dove hanno vinto i candidati di centrosinistra, e Latina, Imperia, Sondrio e Treviso, dove hanno vinto i candidati della destra.
Il 28 e il 29 maggio si voterà anche in Sicilia (128 comuni di cui 4 capoluoghi di provincia: Catania, Ragusa, Siracusa, Trapani) e in Sardegna (39 comuni, nessun capoluogo di provincia, e solo due comuni sopra i 15 mila abitanti). L’eventuale turno di ballottaggio in Sicilia e Sardegna sarà domenica 11 e lunedì 12 giugno.
Ancona
È l’unico capoluogo di regione di queste elezioni ed è una città cruciale per il centrosinistra a questo turno di amministrative, perché è stata per decenni governata da quest’area politica, ma ha subito una significativa sconfitta alle regionali del 2020, vinte da Francesco Acquaroli di Fratelli d’Italia.
Al primo turno era arrivato primo il candidato sostenuto in modo compatto dalla destra: Daniele Silvetti. È un avvocato ed è l’ex vice-coordinatore regionale di Forza Italia. Ha ottenuto il 45,1 per cento. La candidata del centrosinistra Ida Simonella ha preso il 41,2 per cento: è stata assessora alle Attività produttive, Porto, Piano strategico e Trasporti dal 2013 al 2018 e poi al Bilancio nella giunta uscente. Tra tutte le liste, quella del PD è stata la più votata al primo turno, seguita dalla lista di Fratelli d’Italia.
In vista del ballottaggio Daniele Silvetti ha fatto un apparentamento ufficiale con Marco Battino, della lista civica Ripartiamo dai Giovani che ha preso il 2,18 per cento al primo turno. L’apparentamento è la possibilità per i candidati ammessi al ballottaggio di dichiarare il collegamento con ulteriori liste rispetto a quelle del primo turno. In caso di vittoria, l’apparentamento cambia gli equilibri, perché consente di considerare la lista o le liste apparentate come se facessero parte della coalizione fin dal primo turno.
Altri candidati rimasti esclusi dal ballottaggio (Enrico Sparapani sostenuto dal M5S e Roberto Rubegni di Europa Verde) non hanno dato un’indicazione di voto esplicita. Francesco Rubini che con la lista Altra Idea di Città è arrivato terzo al primo turno (6,1 per cento) qualche giorno fa ha invitato ad andare a «votare per non far vincere il centrodestra».
Siena, Massa e Pisa
Nel 2018 il risultato più commentato alle amministrative era stato quello della Toscana, dove il centrosinistra era stato sconfitto dal centrodestra a Pisa, Siena e Massa. Le elezioni a Siena, Massa e Pisa sono state e continueranno a essere osservate con particolare attenzione, proprio per capire se la destra riuscirà a confermare la vittoria inaspettata di cinque anni fa in una regione storicamente considerata “rossa”.
A Siena il ballottaggio sarà tra Nicoletta Fabio, sostenuta da tutto il centrodestra e al 30,5 per cento al primo turno, e Anna Ferretti, sostenuta da Partito Democratico e Sinistra Italiana, al 28,7 per cento. Fabio ha 62 anni, è un’insegnante e non ha precedenti esperienze politiche. Dice di essere «conservatrice», «costituzionalmente civica» ma «con valori di centrodestra». Si presenta come “sindaco”, al maschile.
Ferretti parla di sé come futura “sindaca”, ha 70 anni, ha lavorato nel mondo del volontariato e della cooperazione ed è stata assessora al Sociale e alla Sanità per due volte, nel 2011 e poi nel 2013. Il terzo più votato al primo turno è stato Fabio Pacciani, sostenuto da una serie di associazioni civiche collocabili nell’area del cenotrosinistra: ha preso il 22,6 per cento. Per quanto riguarda le liste, la più votata a Siena è stata quella del Partito Democratico seguita da quella di Fratelli d’Italia.
A Massa il sindaco uscente, di destra, Francesco Persiani ha preso il 35,4 per cento. All’inizio di marzo era stato sfiduciato anche con i voti di parte della sua maggioranza e si era dunque ripresentato con il sostegno di Lega e Forza Italia, ma non con quello di Fratelli d’Italia che aveva deciso di candidare l’assessore Marco Guidi, arrivato terzo con il 19,9 per cento. Al ballottaggio andrà dunque il candidato del centrosinistra Enzo Ricci (29,9 per cento al primo turno). Per quanto riguarda le liste, la più votata a Massa è stata quella del Partito Democratico, seguita dalla civica Persiani Sindaco e da quella della Lega. M5S e Unione Popolare che al primo turno sostenevano la stessa candidata, hanno invitato i loro elettori ed elettrici a votare «contro Persiani e quindi in favore di Ricci».
A Pisa il candidato del centrodestra, il sindaco uscente Michele Conti, non è stato rieletto al primo turno per 15 voti: si è fermato al 49,96 per cento. Il candidato di centrosinistra arrivato secondo, Paolo Martinelli, è presidente provinciale delle Acli (Associazioni Cristiane Lavoratori Italiani) ed è sostenuto da PD e M5S: ha preso il 41,12 per cento.
Dopo Conti e Martinelli, il candidato più votato è stato Francesco Auletta alla guida di una parte della sinistra che ha ottenuto il 6,73 per cento dei voti. Martinelli potrebbe recuperare voti proprio tra chi aveva votato per Auletta, ma Auletta ha detto che nella prossima giunta sarà «saldamente all’opposizione». Qualche voto per Martinelli potrebbe arrivare da Azione, il cui segretario Sergio Piane ha espresso una chiara indicazione di voto per lui (il cosiddetto Terzo Polo ha ottenuto però solo l’1,3 per cento). Per quanto riguarda le liste, la più votata a Pisa è stata quella del Partito Democratico seguita da quella di Fratelli d’Italia.
Terni
A Terni si andrà al ballottaggio tra Orlando Masselli e Stefano Bandecchi: hanno ottenuto rispettivamente il 35,8 e il 28,1 per cento. Masselli, di Fratelli d’Italia, è sostenuto dalla destra, ma anche Bandecchi fa riferimento alla stessa area politica: è coordinatore nazionale di Alternativa Popolare, il partito di centrodestra fondato nel 2017 da Angelino Alfano, ma si è candidato come civico. Bandecchi ha acquisito una certa fama nell’ultimo periodo: è fondatore e presidente dell’Università Niccolò Cusano, amministratore di una decina di società attive in diverse settori e proprietario attraverso Unicusano della squadra di calcio della Ternana.
Il candidato del centrosinistra, José Maria Kenny, è rimasto escluso dal ballottaggio: ha ottenuto il 21,9 per cento. Il PD di Terni ha fatto sapere che «attenderà l’esito del ballottaggio non assumendo una posizione di sostegno all’uno o all’altro candidato, ritenendoli entrambi espressione di una destra inadeguata alla guida della città».
Vicenza
A Vicenza i due candidati principali sono il sindaco uscente e candidato della destra, Francesco Rucco, 44,06 per cento al primo turno, e il candidato del centrosinistra Giacomo Possamai al 46,2 per cento. Possamai, attuale consigliere regionale, è sostenuto soprattutto da Partito Democratico, Azione e Italia Viva. Tutti gli altri candidati hanno ottenuto meno del 3 per cento.
Per il secondo turno delle elezioni Rucco ha fatto un apparentamento formale con Claudio Cicero, ex assessore di destra che si era candidato da indipendente e che ha preso il 2,57 per cento. Per tutta la campagna elettorale Cicero aveva detto però che il suo obiettivo era arrivare in consiglio comunale e governare dall’opposizione. Dopodiché ha cambiato idea ed è stato molto criticato dai candidati delle sue liste che hanno parlato di una sua «miracolosa conversione» decisa senza aver chiesto nemmeno un parere ai componenti della lista.
Il candidato del centrosinistra Possamai ha fatto invece un accordo, ma non un apparentamento, con Lucio Zoppello ex assessore della giunta del sindaco uscente, di destra. Zoppello ha preso il 2,49 al primo turno e dice che al ballottaggio si spenderà «per il bene della città» a favore di Possamai. Possamai ha detto di avergli chiesto, in caso di vittoria, «di coordinare la cabina di regia sulla TAV [ferrovia ad alta velocità, ndr] che metteremo in piedi dopo le elezioni». Possamai ha fatto un accordo anche con il M5S che si era presentato al primo turno con un proprio candidato che aveva preso l’1,69 per cento. L’accordo, dice Possamai, è a nome dell’ambiente: «Bortolotto coordinerà infatti un Osservatorio sull’inquinamento del territorio, tema su cui da anni esprime una forte competenza».
Per quanto riguarda le liste, la più votata a Vicenza è stata quella di Rucco Sindaco che ha ottenuto dieci punti in più rispetto alla lista del Partito Democratico e undici punti in più rispetto alla civica Possamai Sindaco.
Brindisi
Ci sarà un ballottaggio tra Giuseppe Marchionna, sindaco all’inizio degli anni Novanta e poi vicesindaco in tempi più recenti, e Roberto Fusco, candidato sindaco del M5S sostenuto anche dal centrosinistra. Al primo turno Marchionna ha ottenuto il 44 per cento, mentre Fusco il 33,3. Per quanto riguarda le liste, la più votata a Brindisi è stata quella del Partito Democratico seguita da quella di Forza Italia e da Fratelli d’Italia.
Scaduti i termini, non sono stati fatti degli apparentamenti ufficiali con i candidati rimasti fuori dal ballottaggio. Il sindaco uscente Riccardo Rossi, di centrosinistra e ora iscritto a Europa Verde, che ha preso il 10,1 per cento, ha detto che non vuole dare indicazioni di voto e Pasquale Luperti, che è arrivato terzo al primo turno ed è del Movimento Regione Salento (centrodestra), ha detto: «Tutti coloro che ci hanno sostenuto nel primo turno elettorale potranno scegliere tra i due candidati sindaci approdati al ballottaggio. Buon voto a tutti».