Si vota per le amministrative in Sicilia e in Sardegna

Nelle due regioni a statuto speciale ci sarà il primo turno in più di 160 comuni tra cui Catania, Ragusa, Siracusa e Trapani

(ANSA/FABIO MURRU)
(ANSA/FABIO MURRU)
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Domenica 28 e lunedì 29 maggio, oltre ai ballottaggi nelle regioni a statuto ordinario, ci sarà il primo turno delle elezioni amministrative in Sicilia e in Sardegna. In Sicilia si voterà in 128 comuni, di cui 4 capoluoghi di provincia: Catania, Ragusa, Siracusa e Trapani. In Sardegna si vota in 39 comuni: nessuno è un capoluogo di provincia e solo due hanno più di 15 mila abitanti. L’eventuale turno di ballottaggio nei comuni di entrambe le regioni sarà domenica 11 e lunedì 12 giugno 2023. I seggi in entrambe le regioni saranno aperti domenica dalle 7 alle 23 e lunedì 29 dalle 7 alle 15. Lo scrutinio avrà inizio subito dopo.

In Sardegna si applicano le stesse regole elettorali delle regioni a statuto ordinario: nelle città che hanno più di 15mila abitanti sarà eletto sindaco al primo turno chi ottiene la maggioranza assoluta dei voti validi (più del 50 per cento). Se nessun candidato o candidata raggiungerà tale soglia si tornerà a votare per il ballottaggio tra le due persone più votate.

In Sicilia la soglia per l’elezione al primo turno nei comuni con più di 15 mila abitanti è invece differente e pari al 40 per cento dei voti validi. Il premio di maggioranza scatterà in favore di chi vince le elezioni al primo turno se le liste collegate hanno raggiunto il 40 per cento dei voti validi; invece al sindaco o alla sindaca eletta al ballottaggio il premio di maggioranza spetta se nessun altro gruppo di liste ha raggiunto al primo turno il 50 per cento dei voti validi. A chi è arrivato secondo viene riservato un seggio da consigliere comunale a condizione che abbia raggiunto al primo turno almeno il 20 per cento dei voti validi.

Catania
Il comune è attualmente commissariato, fino allo scorso anno il sindaco era Salvo Pogliese che nel 2018 aveva vinto al primo turno con il 53 per cento dei voti: si era però dimesso in vista delle politiche dello scorso 25 settembre ed era stato eletto senatore con Fratelli d’Italia. Le dimissioni erano tra l’altro arrivate dopo la sospensione dall’incarico di sindaco in base alla legge Severino per la sua condanna, il 23 luglio del 2020, nel processo sull’uso illecito di fondi destinati ai gruppi parlamentari dell’Assemblea Regionale Siciliana (ARS) e usati, invece, tra le altre cose, per l’acquisto di gioielli, borse, cravatte, e per soldi fuori busta ai dipendenti. La condanna è stata di recente confermata in appello.

La destra ha faticato molto a trovare un candidato unico: Valeria Sudano (della Lega) e Pippo Arcidiacono (ex assessore comunale per Fratelli d’Italia) avevano entrambi annunciato con anticipo la loro candidatura, affiggendo anche molti manifesti elettorali per le vie della città. Alla fine, Fratelli d’Italia ha deciso però di sostenere Enrico Trantino, avvocato e ex assessore della giunta Pogliese. E a quel punto Sudano e Arcidiacono si sono ritirati, in nome dell’unità della loro area politica, e gli altri partiti si sono adeguati.

Trantino è dunque sostenuto oltre che da Fratelli d’Italia anche da Prima l’Italia (come si chiama la Lega in Sicilia), da Forza Italia, dai Popolari e Autonomisti, dalla Democrazia Cristiana e da due liste civiche. Durante la campagna elettorale Trantino ha parlato molto di sicurezza e decoro, di rilancio della zona industriale e della realizzazione di un termovalorizzatore.

Nelle ultime settimane di Fratelli d’Italia, in Sicilia, si è parlato soprattutto per due inchieste che vedono direttamente coinvolti alcuni suoi esponenti: quella sulle spese dell’ARS, che riguarda l’ex sindaco Pogliese, e quella sui presunti illeciti nella gestione di bandi e incarichi nella sanità in cui sono coinvolti Arcidiacono (agli arresti domiciliari) e l’ex assessore regionale Ruggero Razza, interdetto per un anno dai pubblici uffici. Trantino ha commentato questi fatti dicendo di non voler «entrare nel merito di vicende» che non conosce.

Il Partito Democratico e il Movimento 5 Stelle, insieme a varie liste civiche e all’Alleanza Verdi e Sinistra, sosterranno Maurizio Caserta, docente di Economia politica all’Università di Catania. Si era candidato a sindaco anche nel 2013 con una lista civica e aveva ottenuto poco più del 7 per cento. Nel 2013 aveva vinto Vincenzo Bianco, di centrosinistra, che era inizialmente il candidato su cui si stava orientando l’area progressista anche per le amministrative del 2023. A inizio aprile Bianco è stato però dichiarato incandidabile per dieci anni in quanto giudicato responsabile dalla Corte dei Conti del dissesto finanziario del comune di Catania.

La segretaria nazionale del PD, Elly Schlein, a Catania con Maurizio Caserta, 30 aprile 2023 (ANSA/ORIETTA SCARDINO)

Durante la campagna elettorale, Caserta ha parlato di sicurezza, legalità, mobilità e del rilancio dell’area portuale. Ha poi criticato l’amministrazione degli ultimi cinque anni dicendo che è stata «terrificante» e che Trantino ha fatto parte di quella stessa giunta. Ha anche già indicato la sua futura eventuale vicesindaca: l’ex ministra del Lavoro e delle Politiche sociali, Nunzia Catalfo, del Movimento 5 Stelle.

Oltre a Caserta e Trantino ci sono poi altri cinque candidati: Gabriele Savoca, sostenuto da due liste legate al partito Sud chiama Nord di Cateno De Luca; Vincenzo Drago di Proposta Socialista Democratica Innovativa, di area riformista e socialdemocratica; Lanfranco Zappalà che è stato per trent’anni consigliere comunale (è passato sia da Forza Italia che dal Partito Democratico e oggi si colloca nell’area di centro). Infine ci sono Giuseppe Giuffrida, appoggiato dall’ex magistrato e politico Antonio Ingroia, e l’avvocato Giuseppe Lipera, ex radicale che oggi dice di non essere né di destra né di sinistra.

I sondaggi dicono che Trantino potrebbe superare la soglia del 40 per cento che gli garantirebbe una vittoria al primo turno. È seguito da Maurizio Caserta, indietro di alcuni punti.

Tra le altre cose, i giornali locali hanno raccontato il caso di Ilaria Paolillo, dirigente del Partito Animalista Italiano che ha deciso di presentarsi sia a Catania sia a Gravina di Catania. A Catania è nella lista civica di Maurizio Caserta, mentre a Gravina di Catania è in quella di Sud chiama Nord di Cateno De Luca e a sostegno del sindaco uscente, che è un esponente di Fratelli d’Italia. Paolillo ha fatto due manifesti elettorali con la stessa foto. Se dovesse venire eletta in entrambi i comuni dovrà decidere in quale consiglio comunali prendere posto.

Ragusa
I candidati sono quattro a Ragusa: si ripresenta il sindaco uscente Giuseppe Cassì che, stavolta, non sarà però appoggiato da Fratelli d’Italia, come nel 2018, ma da una coalizione di liste civiche. Il centrodestra sostiene infatti in modo compatto Giovanni Cultrera. Il centrosinistra si presenta invece diviso: il PD appoggia Riccardo Schininà, avvocato e consigliere comunale nel 2005. Il Movimento 5 Stelle ha presentato invece Sergio Firrincieli, ex consigliere comunale. Il sindaco uscente sembra essere leggermente favorito nei sondaggi, ma molto probabilmente si andrà al ballottaggio.

Siracusa
A Siracusa si presentano in nove. Il sindaco uscente, Francesco Italia, si candida per un secondo mandato. Nel 2018 aveva vinto al ballottaggio sostenuto da una coalizione formata da liste civiche di area centrosinistra.

Il candidato scelto dal centrodestra è Ferdinando Messina. Nella stessa area politica si è presentato anche l’ex assessore regionale Edy Bandiera, ma fuori dal suo partito, Forza Italia. Il centrosinistra unito sostiene Renata Giunta: laureata in economia politica alla Bocconi, è esperta in progettazione per l’uso di fondi comunitari, collabora con enti locali, istituzioni e varie imprese. È stata coordinatrice dell’associazione Libera, contro le mafie ed è da anni coinvolta nel mondo del volontariato con l’AGESCI, gli scout di area cattolica. Per l’area di centrosinistra si presenta anche, sostenuto da alcune liste civiche, Giancarlo Garozzo, sindaco di Siracusa dal 2013 al 2018 iscritto dal 2019 a Italia Viva.

Gli altri candidati sono l’ex presidente del Consiglio comunale Michele Mangiafico, Roberto Trigilio per il partito Sud chiama Nord e Abdelaaziz Mouddih, ristoratore di origine marocchina, appoggiato da Vespri Siciliani e anche dalla Destra sociale.

I sondaggi dicono che sarà molto probabile un ballottaggio, ma non è sicuro tra chi: Renata Giunta, Ferdinando Messina, Francesco Italia e Edy Bandiera risultano, in quest’ordine, i favoriti ma con poca differenza l’uno dall’altro.

Trapani
Nel 2018 a Trapani aveva vinto al primo turno con più del 70 per cento Giacomo Tranchida, sostenuto dal centrosinistra e dal PD, che si era presentato però senza simbolo. Tranchida cercherà un secondo mandato appoggiato da una coalizione di dieci liste civiche di cui fa parte anche il PD ma, di nuovo, senza simbolo, e di cui fanno parte anche politici di centro e di centrodestra.

Il Movimento 5 Stelle, con Sud Chiama Nord, sostiene invece Francesco Brillante, ex segretario comunale e componente della direzione regionale del Partito Democratico che si è dimostrato molto critico verso Tranchida sostenendo che la sua amministrazione non sia in realtà di sinistra. Brillante ha fatto l’esempio dei diritti civili: «Potendo fare anche solo un gesto simbolico, Tranchida ha negato la modifica anagrafica ad una famiglia omogenitoriale e ha poi permesso alle cosiddette associazioni “pro life”, attraverso la pagina istituzionale del comune, di emettere un giudizio grave nei confronti delle donne che decidono di abortire parlando di un eccesso di aborti, pur sapendo che l’unico eccesso in Sicilia è quello di obiettori di coscienza».

Per il centrodestra si candida Maurizio Miceli coordinatore provinciale di Fratelli d’Italia, mentre Anna Garuccio è una candidata civica collocabile nell’area del centrosinistra. I sondaggi dicono che Tranchida potrebbe vincere al primo turno.

Le elezioni in Sardegna
Assemini, in provincia di Cagliari, e Iglesias, nella provincia del Sud Sardegna, sono gli unici due comuni della Sardegna con più di 15mila abitanti in cui si voterà. In entrambi i casi si presentano tre candidati.

A differenza di quanto succede altrove, a Iglesias il centrodestra non è riuscito però a presentarsi compatto. Fratelli d’Italia appoggia Luigi Biggio, ex assessore alle Politiche giovanili e consigliere comunale uscente, mentre le altre forze politiche dell’area di centrodestra sostengono, senza il loro simbolo, Giuseppe Pes. Per il centrosinistra c’è il sindaco uscente Mauro Usai.