Centinaia di dipendenti pubblici e insegnanti tedeschi che lavorano in Russia saranno espulsi dal paese a giugno
Centinaia di persone di nazionalità tedesca che lavorano in Russia saranno espulse dal paese a giugno: sono diplomatici, insegnanti e personale del Goethe-Institut (gli istituti tedeschi di cultura all’estero) e altri dipendenti pubblici. La Russia ha infatti deciso un numero massimo di tedeschi che possono lavorare nel paese per conto delle missioni diplomatiche tedesche e delle organizzazioni che hanno legami con lo stato tedesco.
Il ministero degli Esteri della Germania ha commentato che «il limite, fissato dalla Russia per l’inizio di giugno, richiede delle grosse riduzioni in tutti gli ambiti della nostra presenza nel paese» e ha definito questa decisione «unilaterale, ingiustificata e incomprensibile». Non si sa con esattezza di quante persone si tratti, il ministero non lo ha specificato.
Già ad aprile il governo russo aveva ordinato l’espulsione di un numero non specificato di diplomatici tedeschi. Secondo l’agenzia di stampa russa RIA Novosti, controllata dal governo, la decisione era stata presa per ritorsione dopo che la Germania aveva espulso un gruppo di diplomatici russi.
Dall’inizio dell’invasione russa dell’Ucraina più di un anno fa, espulsioni di diplomatici erano già avvenute anche nei rapporti tra la Russia e altri paesi europei – ad esempio l’Estonia, la Norvegia, i Paesi Bassi, ma anche l’Italia – ma queste sembrano particolarmente numerose. I rapporti tra Germania e Russia, in crisi dall’inizio della guerra, sono ancora più tesi da quando la Germania ha cominciato ad aiutare più attivamente le forze militari ucraine inviando carri armati.