Cosa succede ai personaggi dei film, nei sequel dei libri da cui sono tratti
Forrest Gump va a giocare in NFL, per esempio, e altri hanno finali più avventurosi e complicati da adattare per il cinema
Il rapporto tra il cinema e la letteratura è un argomento di frequenti conversazioni, in alcuni casi abbastanza ripetitive, sulle differenze tra i film e i libri da cui in molti casi prendono spunto. Capita spesso che film di grande successo tratti da libri siano il risultato di adattamenti e rimaneggiamenti che modificano o trascurano ampie parti delle storie a cui si ispirano. E a volte è proprio questa la ragione per cui un film può avere molto successo anche se tratto da un libro che ne ha avuto molto meno, o viceversa.
Poi ci sono casi in cui libri che hanno ispirato film hanno avuto uno o più sequel, ma i film no: perché il resto della storia raccontata nei libri era poco adatta al cinema, per esempio, o perché l’unico film fatto su quella storia non aveva avuto un successo sufficiente a indurre eventuali produttori a rimetterci mano, o per altri motivi ancora. Serve quindi recuperare quelle storie, per sapere che fine fanno i personaggi dei film secondo gli autori che li hanno inventati.
Forrest Gump
Uno dei più grandi successi del regista statunitense Robert Zemeckis, Forrest Gump, uscito nel 1994 e interpretato da Tom Hanks, è tratto da un romanzo omonimo dello scrittore statunitense Winston Groom, uscito otto anni prima. Ci sono molte differenze tra libro e film: la prima e più evidente è l’assenza nel film del turpiloquio di Forrest Gump, che nel libro è una persona di buon cuore ma incline a parolacce ed epiteti razzisti appresi durante la sua infanzia in Alabama. «Hanno tolto gli spigoli dal personaggio», disse Groom del film, aggiungendo che nel ruolo di Gump, che nel libro è un omone di due metri, aveva immaginato l’attore John Goodman.
Tra le molte cose che Forrest Gump fa nella storia del libro ce ne sono anche diverse non riprese da Zemeckis nel film. A un certo punto gli capita di fare lo stuntman a Hollywood, il lottatore di wrestling e l’astronauta per la NASA, tra le altre cose. E anche il finale è molto diverso: Jenny non è malata e non muore, e finisce per sposare un altro uomo con cui va a vivere insieme al figlio avuto con Forrest. Groom scrisse anche un altro libro sul personaggio da lui inventato, Gump & Co., uscito un anno dopo il film.
Come nel primo libro, anche nel secondo Forrest fa parecchie cose: diventa un giocatore dei New Orleans Saints nella National Football League (NFL), perde la sua attività di gamberetti, lavora in un allevamento di maiali, diventa un senzatetto a Washington insieme al tenente Dan e avvia una florida attività di pesca e vendita di ostriche. Viene anche coinvolto nello scandalo Iran-Contra, il finanziamento dei controrivoluzionari nicaraguensi attraverso la vendita segreta di armi all’Iran negli anni Ottanta, ed è nella folla di persone che assistono alla caduta del muro di Berlino. Alla fine incontra anche l’attore Tom Hanks e partecipa alla cerimonia degli Oscar.
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Fight Club
Un altro film di grande successo tratto da un libro, ma in questo caso uno dei romanzi più popolari della letteratura americana degli ultimi trent’anni, è Fight Club, uscito nel 1999 e diretto dallo statunitense David Fincher. L’autore del libro, lo scrittore Chuck Palahniuk, scrisse anche un sequel della storia, uscito in dieci volumi a fumetti tra il 2015 e il 2016.
Ambientato dieci anni dopo la fine della storia raccontata nel film, il sequel racconta cosa accade al protagonista, che intanto ha seguito delle cure psichiatriche, ha assunto il nome di Sebastian e ha sposato Marla, con cui ha un figlio, Junior. La storia però è raccontata dalla prospettiva di Tyler Durden, il personaggio sopravvissuto nel subconscio del protagonista e che a un certo punto riemerge, favorito anche da Marla, che annoiata dalla routine comincia a sostituire le pillole di Sebastian con pillole placebo.
Tyler era riuscito già di suo a ridurre l’impatto delle cure corrompendo lo psichiatra di Sebastian, e questo gli aveva dato tempo e modo di creare in segreto una rete terroristica internazionale chiamata Rize or Die. Dopo che Tyler tenta di violentarla, Marla scappa dalla città e scopre che altri gruppi organizzati in altre città e in altri paesi del mondo si sono sviluppati più o meno allo stesso modo del Fight Club. E scopre che la Rize or Die ha legami con molti gruppi terroristici, inclusa l’ISIS, che opera per destabilizzare il Medio Oriente e realizzare il piano di anarchia mondiale ordito da Tyler.
Alla fine si scopre che Tyler non è soltanto un alter ego di Sebastian, ma una specie di presenza diffusa tra le persone, simile a un virus e trasmessa di generazione in generazione da un tempo imprecisato. Nell’ultimo volume del sequel la storia diventa una meta-storia, in cui l’autore Palahniuk discute del finale con alcuni suoi colleghi e amici. Loro non apprezzano il finale in cui il piano di Tyler di distruggere il mondo ha successo, e quindi Palahniuk ne rivela uno diverso in cui le armi nucleari accumulate da Rize or Die vengono utilizzate da Sebastian per causare soltanto l’autodistruzione del gruppo nel bunker in cui avrebbe dovuto sopravvivere all’olocausto nucleare.
Poi le cose si complicano ulteriormente, perché un gruppo di fan arrabbiati protesta per questo finale e ne riscrive un altro ancora, più simile al primo. E Palahniuk e Tyler finiscono a parlare del valore dell’arte passeggiando su una spiaggia. Esiste anche un Fight Club 3, uscito nel 2019 e di nuovo come serie a fumetti, in cui Marla partorisce un altro figlio il cui padre è Tyler e non Sebastian.
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Willy Wonka e la fabbrica di cioccolato
Willy Wonka e la fabbrica di cioccolato, uscito nel 1971 e interpretato da Gene Wilder, e di cui esiste un remake molto noto di Tim Burton uscito nel 2005, è un altro film senza sequel cinematografici ma tratto da un romanzo che invece ha un sequel. Il film è ispirato alla storia raccontata dallo scrittore inglese di romanzi per l’infanzia Roald Dahl nel suo libro del 1964 La fabbrica di cioccolato.
Il sequel di quel libro, Il grande ascensore di cristallo, uscì nel 1972 e ha uno sviluppo della storia che sarebbe stato abbastanza difficile da adattare per il cinema. Comincia dove finisce il primo libro: con Willy Wonka che nomina il piccolo Charlie suo successore alla guida della fabbrica. A quel punto volano insieme sull’ascensore di cristallo di Willy Wonka per andare a prendere gli altri membri della famiglia di Charlie e tornare tutti alla fabbrica, ma durante il viaggio di ritorno l’ascensore ha un guasto e finisce in orbita nello Spazio.
Mentre sono in orbita, Willy Wonka, Charlie e gli altri passeggeri dell’ascensore incrociano un’astronave statunitense diretta verso un hotel spaziale, e si divertono a prendere in giro gli astronauti spacciandosi per extraterrestri. Poi però li aiutano a disinfestare l’hotel da una pericolosa specie di veri extraterrestri a forma di lumaconi, che tentano anche di giungere sulla Terra ma vengono sconfitti.
Una volta tornati sulla Terra, Willy Wonka e gli altri devono risolvere un altro problema: i nonni di Charlie hanno preso una medicina speciale che fa ringiovanire, inventata da Willy Wonka. Ma ne hanno presa troppa e sono diventati neonati, e una nonna è scomparsa del tutto perché non era abbastanza anziana. Per ritrovarla, Willy Wonka e gli altri raggiungono una specie di oltretomba al centro della Terra, dove trovano il fantasma della nonna e le somministrano un antidoto: una medicina che fa invecchiare. La nonna ne prende troppa anche stavolta, e quindi si ritrova ad avere 375 anni, ma alla fine ne escono: trovano il dosaggio corretto e tutto si sistema.
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Drive
Un film molto apprezzato sia dalla critica che dal pubblico, Drive, uscito nel 2011 e diretto dal danese Nicolas Winding Refn, è tratto da un romanzo omonimo uscito nel 2005. Lo scrisse lo statunitense James Sallis, che nel 2012 scrisse anche un sequel, Driven.
Nel sequel il protagonista senza nome della storia, quello interpretato nel film da Ryan Gosling, vive a Phoenix e non più a Los Angeles, e si fa chiamare Paul West. Gestisce un negozio di auto d’epoca ed è prossimo alle nozze, quando viene aggredito da due uomini che feriscono lui e uccidono la sua fidanzata. In pratica il libro è la storia di una vendetta, la cui brutalità è facilmente intuibile considerata la naturale ma nascosta inclinazione del protagonista alla violenza. Nonostante il libro fosse mediamente piaciuto alla critica, in un’intervista nel 2016 Refn escluse la possibilità di girare un sequel di Drive, dicendosi molto soddisfatto del modo «imperfetto» in cui finiva il film.
Rosemary’s baby
Esiste un sequel anche del libro Rosemary’s baby, romanzo horror dello scrittore statunitense Ira Levin, uscito nel 1967 e da cui un anno dopo fu tratto un film più famoso del libro, diretto da Roman Polański e interpretato da Mia Farrow. Il film, un memorabile successo di critica e di pubblico, fu descritto anche come un caso di adattamento cinematografico estremamente fedele al libro: «forse il più fedele adattamento mai realizzato», scrisse Levin nel 2003, facendo notare che il film «incorpora intere pagine dei dialoghi del libro e usa anche colori indicati specificamente».
Nel 1997 Levin scrisse un sequel intitolato Son of Rosemary, in cui la protagonista del film, che aveva inconsapevolmente partorito il figlio di Satana ma aveva deciso di prendersene cura lo stesso, si risveglia in una clinica nel 1999 dopo essere stata in coma per 26 anni per effetto di un incantesimo. A compierlo furono i Castevet, i capi della setta, che in assenza di Rosemary hanno cresciuto il figlio di lei, Andy, ormai trentatreenne. La madre riesce a ritrovarlo e a ricongiungersi con lui, che sembra un tipo a posto. Poi però lei si convince che sotto l’influsso della setta Andy sia effettivamente diventato l’Anticristo, sebbene sia il leader cristiano di una famosa organizzazione mondiale di beneficenza.
Ha ragione la madre, ovviamente, e tutto diventa più chiaro quando le candele distribuite in tutto il mondo dall’associazione per celebrare l’inizio del nuovo millennio diffondono un virus mortale che annienta l’umanità, mentre Satana si presenta sulla Terra e trascina Rosemary all’inferno. A quel punto lei si sveglia e scopre che era tutto un sogno, anche gli eventi raccontati nel film. Il libro fu stroncato dalla critica e definito un insieme di «sciocchezze senza senso».
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Full Metal Jacket
Tra i film tratti da libri che hanno sequel non riadattati per il cinema c’è anche Full Metal Jacket, uscito nel 1987 e diretto da Stanley Kubrick. Fu l’adattamento di Nato per uccidere, un romanzo in parte autobiografico scritto nel 1979 dall’ex militare statunitense Gustav Hasford, morto a 45 anni nel 1993, che collaborò anche alla sceneggiatura del film di Kubrick. Tre anni prima di morire Hasford scrisse un seguito di quel primo libro, The Phantom Blooper, che riprende le vicende del soldato “Joker”, James T. Davis, ancora impegnato nella Guerra in Vietnam.
“The Phantom Blooper” è il soprannome di un disertore dell’esercito statunitense che è passato a guidare le pattuglie nemiche e a cui Joker e il resto del suo plotone danno la caccia. Soltanto che un po’ sperano di catturarlo e un po’ lo ammirano, perché incarna le contraddizioni della guerra e i dubbi condivisi anche da Joker e dagli altri militari. Finisce che Joker viene catturato dai nemici, ma piuttosto che desiderare di essere liberato comincia a identificarsi anche lui con loro.
Il laureato
Anche Il laureato, memorabile film degli anni Sessanta diretto da Mike Nichols, con Dustin Hoffman, Anne Bancroft e Katharine Ross, e le canzoni “The Sound of Silence” e “Mrs. Robinson” di Simon & Garfunkel, fu un libro prima di diventare un film. Lo scrisse l’autore statunitense Charles Webb nel 1963, quattro anni prima che uscisse il film. E in entrambe le versioni, libro e film, la storia si conclude con il protagonista Ben e la sua amata Elaine in fuga in autobus dopo che lei aveva lasciato sull’altare il suo sposo.
Il seguito della storia, raccontata da Webb nel libro del 2007 Home School, edito in Italia con il titolo Bentornata, Mrs Robinson, riprendeva in parte un’esperienza familiare diretta di Webb e sua moglie. Non fu apprezzato granché, nonostante la presenza dei tre personaggi principali del primo libro e nonostante i molti anni di attesa prima della pubblicazione, molto rallentata e complicata da beghe contrattuali.
Dieci anni dopo la loro fuga in autobus, Ben ed Elaine vivono nella costa orientale degli Stati Uniti insieme ai loro due figli. Quando cercano di ritirarli da scuola per educarli e istruirli in casa, disapprovando il sistema dell’istruzione pubblica, si trovano ad affrontare una serie di minacce e ritorsioni da parte della scuola. E finisce che per trattare con il preside torna utilissimo l’aiuto della signora Robinson, ancora seducente come dieci anni prima.
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L’ultimo dei mohicani
L’ultimo dei mohicani, uscito nel 1992 e diretto da Michael Mann, è il più famoso dei molti film ispirati al romanzo omonimo del 1826, dello scrittore statunitense James Fenimore Cooper. Il personaggio Occhio di Falco, interpretato nel film da Daniel Day-Lewis, è protagonista di altri quattro romanzi di Cooper, tutti parte della serie di libri I racconti di Calza di cuoio (Leatherstocking Tales) e ambientati durante la guerra franco-indiana del Settecento.
Nel romanzo La staffetta, quello ambientato poco dopo gli eventi del film di Mann, l’esploratore e cacciatore Nathaniel “Natty” Bumppo (cioè Occhio di Falco) guida una spedizione verso una base segreta inglese sul lago Ontario. Lo fa per scortare la figlia di un sergente inglese di cui si è innamorato, Mabel Dunham, e difenderla dagli attacchi di guerrieri indiani alleati dei francesi. Lei però alla fine sposa un altro pretendente, e Occhio di Falco prosegue le sue avventure, come negli altri libri di Cooper, innamorandosi di altre donne ma senza mai legarsi sentimentalmente a nessuna di loro.
Snowpiercer
Anche Snowpiercer, uscito nel 2013 e diretto dal sudcoreano Bong Joon-ho, peraltro regista di Parasite, è un adattamento cinematografico di una storia che ha avuto più di un seguito e ha ispirato anche una più recente serie tv. Il film, che parla di un’umanità decimata a causa di una glaciazione e costretta a vivere su un treno in continuo movimento, è tratto da una graphic novel francese del 1982, di Jacques Lob e Jean-Marc Rochette. Ma rispetto al libro introduce alcune differenze sostanziali, a cominciare dal finale: nel libro i passeggeri del treno muoiono tutti, a causa di un virus, mentre nel film due persone sopravvivono al deragliamento finale e scoprono che la vita all’esterno è di nuovo possibile.
Il sequel del primo libro, Snowpiercer: The Explorers, uscito nel 1999, racconta la storia di un secondo treno, l’Icebreaker, che dopo aver perso il contatto con lo Snowpiercer teme il rischio di una collisione. I responsabili del treno avviano quindi una serie di complicate esercitazioni di frenata, ma in seguito ad alcune insurrezioni un passeggero viene condannato a un’esplorazione senza speranze di sopravvivenza, a bordo di un veicolo fuori dal treno. Alla fine lui sopravvive e scopre che lo Snowpiercer è deragliato e che i capi dell’Icebreaker lo sanno, ma per continuare a controllare i passeggeri con la paura fanno credere loro che lo Snowpiercer sia fuori controllo e ancora in giro per il mondo.
La conclusione della storia è raccontata in un libro più recente, Snowpiercer: Terminus, uscito nel 2015. Sopravvissuti a una serie di incidenti sul treno, i passeggeri dell’Icebreaker decidono di esplorare l’area in cui sono fermi da tempo, senza più riscaldamento né cibo. Scoprono che un segnale che inizialmente ritenevano di origine umana proviene da un ripetitore in una stazione radio in cima a un grattacielo sepolto.
Alla fine si scopre che quell’edificio è un laboratorio di ricerca i cui fondatori, un gruppo di mezzi matti chiamati Commutatori, conducono esperimenti genetici utilizzando cellule staminali dei bambini e sono alla costante ricerca di nuove popolazioni umane da utilizzare per le loro ricerche. Il segnale radio serviva loro per attirare i treni che, come lo Snowpiercer, l’Icebreaker e altri otto, giravano per il mondo senza sosta per produrre energia e cercare nuove risorse.