Cosa sappiamo dell’arresto di Ilaria De Rosa in Arabia Saudita
È una hostess italiana di 23 anni, detenuta a Gedda dal 4 maggio per possesso di droga: l'accusa però non è stata ancora formalizzata
La sera del 4 maggio Ilaria De Rosa, hostess 23enne della compagnia aerea Avion Express, è stata arrestata a Gedda, in Arabia Saudita. A venti giorni dall’arresto l’accusa non è ancora stata formalizzata, ma secondo quanto hanno saputo funzionari del consolato italiano sarebbe possesso di droga: in particolare fonti della polizia saudita hanno fatto sapere che la donna sarebbe stata trovata con una canna nascosta nel reggiseno. La legge saudita non fa differenza tra possesso di sostanze stupefacenti e spaccio di droga, nel paese non c’è un codice penale scritto e i giudici emettono le sentenze sulla base della loro interpretazione della sharia, la legge islamica, e al diritto consuetudinario, cioè a quelle norme di diritto tramandate oralmente e che si formano con la tradizione all’interno di una comunità.
Lo spaccio di droga, che in Arabia Saudita corrisponde anche al possesso di una modica quantità, viene punito severamente: la condanna in teoria può prevedere anche la pena di morte. Tuttavia Ilaria De Rosa è una cittadina straniera, per la quale il ministero degli Esteri italiano è già intervenuto presso le autorità locali, quindi è assai improbabile che questo avvenga. La situazione però resta complicata e delicata.
Si sa poco di come si sia arrivati all’arresto. Il 5 maggio la famiglia (il padre, ufficiale dell’aeronautica, vive in Belgio, la madre in Veneto) non è riuscita a mettersi in contatto con De Rosa. La sera stessa i genitori l’hanno segnalato ai carabinieri che hanno avviato accertamenti. Solo l’8 maggio le autorità italiane e la famiglia hanno saputo dell’arresto. La notizia ufficiale è stata data il 20 maggio, quando si è saputo che De Rosa è detenuta in un carcere a 45 chilometri da Gedda.
De Rosa risiede in città da tre mesi, in un residence. Da lì, la sera del 3 maggio, sarebbe uscita in compagnia di tre uomini per andare a una festa privata. L’arresto sarebbe avvenuto quella notte.
Secondo la famiglia è escluso che la ragazza fosse realmente in possesso di droga. In un’intervista alla Stampa la madre, Marisa Boin, ha detto che la figlia non ha mai fatto uso di droghe e inoltre «sa bene che in paesi come l’Arabia è un rischio enorme farsi trovare con della droga addosso». L’ipotesi della famiglia è che qualcuno dei partecipanti alla festa avesse con sé qualche sostanza stupefacente e per questo ci sia andata di mezzo De Rosa.
Il 22 maggio il console generale d’Italia a Gedda, Leonardo Maria Costa, ha incontrato in carcere la ragazza arrestata. Il colloquio è avvenuto in un ufficio amministrativo e non nella zona detentiva. Il console ha spiegato che Ilaria De Rosa è «scossa ma sta bene ed è in buone condizioni fisiche e psicologiche». Al console Ilaria De Rosa ha raccontato che mentre lei e altre persone si trovavano a una festa nel giardino di una villa, sarebbero stati improvvisamente circondati da una decina di persone in borghese ma armate, che li avrebbero fermati e perquisiti. Sostiene anche che la prima impressione fosse stata quella di una rapina, e di essersi resa conto dell’arresto solo una volta condotta in una stazione di polizia.
Le autorità italiane hanno tenuto a far sapere alla stampa che il colloquio con il console è stato possibile grazie alle «eccellenti relazioni» del ministro degli Esteri, Antonio Tajani, con le autorità saudite e alla collaborazione tra le due ambasciate, tenuto conto dell’intransigenza saudita nei confronti dei reati connessi a possesso e spaccio di droga. De Rosa ha anche potuto parlare al telefono con la madre e con il padre.
De Rosa ha detto al console di essere stata interrogata in inglese cinque giorni dopo l’arresto e di aver respinto tutte le accuse. Durante la visita del console De Rosa ha firmato un mandato per incaricare uno studio legale saudita, indicato dal consolato italiano, perché segua la vicenda. Nel frattempo il ministero degli Esteri ha avviato colloqui con le autorità saudite per ottenere la liberazione di De Rosa e il suo ritorno in Italia.