I libri alluvionati sono da buttare, o da congelare
Biblioteche e librerie della Romagna ne hanno persi migliaia: i più antichi e preziosi verranno conservati al freddo per il restauro
di Ludovica Lugli
Tra le tante cose danneggiate dall’alluvione che in questi giorni i romagnoli stanno buttando via ci sono moltissimi libri. Si sono bagnati e infangati quelli che tante persone tenevano nelle cantine o nelle abitazioni al piano terra, ma anche una parte di quelli conservati nelle biblioteche o esposti sugli scaffali delle librerie. Nella maggior parte dei casi non si possono recuperare e non vale la pena tentare di farlo: è il caso dei libri recenti, quelli che si potranno sostituire, ammesso che ci siano i soldi per farlo.
Ci sono però anche libri antichi e preziosi che fanno parte del patrimonio culturale come singoli oggetti e non si possono rimpiazzare: è il caso ad esempio dei 1.381 libri stampati nel Cinquecento (quando la stampa era stata inventata da poco, sono detti “cinquecentine”) che erano custoditi nella biblioteca del Seminario Vescovile di Forlì. L’unità di crisi del segretariato regionale del ministero della Cultura per l’Emilia-Romagna li sta recuperando per poi portarli negli impianti industriali di aziende produttrici di surgelati presenti in Romagna come Orogel e Bofrost: in attesa che si possano restaurare devono essere conservati a basse temperature per evitare la proliferazione di funghi, e gli spazi generalmente occupati da frutta e ortaggi si prestano all’emergenza.
Le altre biblioteche più danneggiate dall’alluvione sono la Biblioteca comunale Aurelio Saffi di Forlì, di cui si è allagato un deposito distaccato rispetto alla sede, la Manfrediana di Faenza e la Fabrizio Trisi di Lugo, in provincia di Ravenna. È possibile che abbiano subito danni anche le biblioteche di Castel Bolognese, Solarolo, Conselice e Sant’Agata sul Santerno, altri comuni ravennati, ma per il momento non è stato possibile accertarsene: «In certi casi i bibliotecari sono sfollati e non possono andare nelle biblioteche», spiega Claudio Leombroni, responsabile del Servizio biblioteche, archivi, musei e beni culturali dell’Istituto per i beni artistici, culturali e naturali dell’Emilia-Romagna.
«Abbiamo subito un danno su 180 metri lineari di patrimonio», racconta Maria Chiara Sbiroli, la direttrice della biblioteca di Lugo. I metri lineari sono l’unità di misura usata da archivisti e bibliotecari per indicare la quantità di libri e altri documenti conservati in una sala o in un’intera biblioteca o archivio: un metro lineare corrisponde alla quantità di documenti che possono essere riposti verticalmente su un ripiano lungo un metro, se si considerano libri contemporanei si parla di una cinquantina di volumi. Significa che a Lugo è stato alluvionato qualche migliaio di libri. «Il danno riguarda soprattutto periodici e libri delle collezioni moderne che erano in deposito, oltre ad alcuni volumi di fine Ottocento che sono stati valutati per il congelamento e il restauro», continua Sbiroli.
A occuparsi dei libri antichi e di pregio saranno successivamente anche gli esperti del laboratorio di restauro del libro della Biblioteca Nazionale Centrale di Firenze, che fu fondato dopo la grande alluvione del 1966: «È il punto di riferimento per i danni d’acqua ai libri», spiega Leombroni.
A Lugo, dove l’allagamento è stato relativamente più lento che altrove, c’è stato un po’ di tempo per prendere alcune precauzioni prima che l’acqua si espandesse nei locali della biblioteca: «Abbiamo avuto la possibilità di mettere in salvo i fondi del Settecento e il fondo di Pietro Cavallini, un bibliofilo lughese, che è una delle collezioni più importanti che abbiamo. Abbiamo messo in corridoio alcuni grandi tavoli su ruote che erano nella sala polivalente e che sono alti più di un metro e ci abbiamo messo sopra i fondi settecenteschi. L’acqua è arrivata a 50 centimetri».
I libri di letteratura contemporanea – meno preziosi – che erano sugli scaffali più bassi sono stati spostati su quelli superiori: «Ci siamo dati come altezza di sicurezza circa 60 centimetri, è andata bene». In uno dei depositi non si è potuto fare granché perché era già pieno d’acqua e privo di corrente elettrica durante le operazioni di salvataggio.
A Faenza «tutto il materiale antico e pregiato è intatto, si trova ai piani superiori, quindi non ha subito alcun danno», racconta Daniela Simonini, direttrice della Manfrediana. Sono invece state danneggiate la sezione della biblioteca con i libri per ragazzi 0-10 anni e gli scaffali con narrativa, poesia e teatro aperti al pubblico: «Fra le due sezioni abbiamo perso circa 10mila volumi. L’acqua e il fango sono entrati solo al piano terra, hanno raggiunto circa un metro, un metro e mezzo di altezza, quindi tutti i libri che erano sui ripiani da terra al metro e venti si sono alluvionati. Sono andate perse intere letterature, quelle che erano più in basso: l’ebraica, la giapponese e la francese. Ma dobbiamo ancora fare gli elenchi dei libri che sono effettivamente stati alluvionati».
Simonini dice che è una «grande perdita», non solo per il valore economico dei libri ma anche per il lavoro di selezione che era stato fatto per creare la collezione, ma non è troppo scoraggiata perché erano libri in commercio, che si possono rimpiazzare.
Sia a Lugo che a Faenza ci vorrà del tempo perché le biblioteche possano tornare alla normalità. Oltre a svuotare dall’acqua le sale e pulire tutto dal fango, in questi giorni ci sono stati molti spostamenti di libri che non sono stati toccati dall’acqua perché bisognava evitare che l’umidità dell’aria nelle zone alluvionate li danneggiasse successivamente: «Se anche in un deposito è stato intaccato dall’acqua solo il 5 per cento dei libri, se quei libri non vengono tolti anche quelli che si trovano in alto finiscono per diventare umidi per trasudazione», spiega Sbiroli. «Tutti i nostri libri “buoni” sono stati messi nella sala di consultazione dove si trova la saggistica», racconta di nuovo Simonini.
Tra le cose andate perse ci sono molti giornali e riviste infangati che ora devono essere smaltiti. «Stiamo svuotando la cantina dell’emeroteca, dove c’erano tutti i quotidiani e le riviste acquistate nei decenni dalla biblioteca», continua Simonini: «Parliamo di decenni di quotidiani rilegati. Bisogna immaginare quanto può pesare anche solo un’annata del Corriere della Sera rilegata, bagnata e infangata. Però bisogna portarle via perché altrimenti l’umidità salirà ai piani superiori». È una perdita relativa perché tra le biblioteche romagnole non era la Manfrediana quella deputata a conservare nel tempo i quotidiani e le riviste: «Li avevamo conservati comunque perché avevamo spazio».
Dopo la pulizia, che è tuttora in corso, si deve poi disinfettare ogni scaffale per evitare la formazione di muffe. Tanti arredi comunque dovranno essere sostituiti e i danni agli scaffali, ai tavoli e alle sedie, oltre a quelli agli impianti elettrici e alle risorse informatiche, dovranno essere conteggiati nelle stime dell’Istituto per i beni artistici, culturali e naturali dell’Emilia-Romagna per prevedere i risarcimenti.
«Per quanto riguarda il patrimonio librario faremo un censimento in collaborazione con la Rete bibliotecaria di Romagna, e poi lo faremo confluire con quelli dell’unità di crisi del ministero della Cultura che sta raccogliendo dati sui danni a tutto il patrimonio culturale, quindi anche a musei e teatri», spiega Claudio Leombroni: «Poi stiamo ragionando con gli editori italiani per sostituire attraverso donazioni i libri di uso comune, come quelli persi dalla Manfrediana, e quantificheremo i danni alle strutture». Leombroni si occuperà anche dei danni a librerie e case editrici, tra cui Il Ponte Vecchio di Cesena, il cui magazzino è stato completamente allagato.
Intanto si possono fare donazioni in denaro sia alla biblioteca di Faenza che a quella di Lugo attraverso i conti dei relativi comuni, indicando che le si vuole destinare alle biblioteche nella causale – l’IBAN del comune di Faenza è IT 20 V 06270 13199 T20990000808, quello dell’Unione dei comuni della Bassa Romagna, di cui Lugo fa parte, IT 66 A 06270 13199 T20990000380.
«Molte persone ci stanno dicendo che vogliono donarci dei libri», racconta Sbiroli, «ma non possiamo accettarli perché i libri della biblioteca devono essere selezionati. Vorremmo aprire delle liste con i libri che ci servono nelle librerie della zona in modo che i cittadini che vogliono contribuire a ripristinare il catalogo possano comprarli lì e dare una mano anche alle librerie».
Sbiroli pensa in particolare a due negozi di Lugo che sono stati danneggiati dall’alluvione: la fumetteria Momomanga e soprattutto la libreria Alfabeta. «La stragrande maggioranza dei nostri libri è andata perduta», racconta il libraio Massimo Berdondini, che ha aperto Alfabeta nel 1979, «ci sono alcuni sopravvissuti integri, o meglio umidi. E poi ci sono i danni all’impianto elettrico, al computer, al parquet e agli arredi».
Alfabeta si trova nella zona di Lugo dove l’acqua è arrivata prima e ha raggiunto livelli particolarmente alti: Berdondini prima dell’alluvione aveva messo le cose di maggior valore, come il computer, più in alto della posizione abituale, ma non è bastato. Poi ha dovuto aspettare alcuni giorni prima di andare alla libreria perché era bloccato in casa con la sua famiglia, al terzo piano.
Dopo la prima pulizia dei locali Berdondini e i suoi soci hanno pensato di «non piangere solamente, perché non era il caso» e hanno creato un mercatino di libri alluvionati all’esterno della libreria, accanto ai cumuli dei rifiuti. «Stanno riscuotendo un enorme successo grazie alla solidarietà dei lughesi ma anche da persone che arrivano da Ravenna, Bologna e altre città», racconta il libraio. «I libri sono infangati, fradici e quindi illeggibili, ma noi li concepiamo come memento, come una sorta di monumento del dramma che in qualche modo accomuna loro e noi, entrambi sopravvissuti, piegati ma ancora qui». L’incasso quotidiano del mercatino è più alto di quello di tante giornate normali in libreria.
Berdondini ha anche aperto una raccolta fondi online per chi vuole sostenere Alfabeta e aiutarla a riprendersi: in tre giorni sono stati raccolti quasi 12mila euro, tra cui donazioni importanti di persone del mondo della cultura. «Ho 65 anni e pensare di dover ricominciare da capo è dura, ma ci sono spiragli di luce», dice ancora Berdondini: «Anche gli editori ci hanno espresso la loro vicinanza e hanno detto che ci aiuteranno, non sappiamo ancora in che modo ma ci contiamo».
La fumetteria Momomanga ha subito meno danni, si trova in una strada dove è arrivata meno acqua e i sacchi di sabbia messi davanti all’ingresso hanno contribuito a tenerla un po’ fuori. È arrivata a un massimo di 30 centimetri, racconta Claudio Lolli, uno dei librai: «Il mobilio, che avevamo fatto fare su misura, ha assorbito l’acqua e tra quello e la merce danneggiata saranno alcune decine di migliaia di euro di danni». Il problema principale però potrebbero essere i danni al condominio e in particolare ai macchinari dell’impianto di riscaldamento e raffrescamento che erano al piano interrato e sono rimasti per giorni sott’acqua: «Per riaprire abbiamo dovuto acquistare due condizionatori portatili perché siamo passati da 15 a 30 °C in due giorni. Ma non siamo l’attività commerciale messa peggio».
Lolli come Berdondini conta molto sul legame con la comunità di Lugo e romagnola in generale: «Grazie anche all’aiuto di amici e clienti abbiamo riaperto subito anche solo per offrire un luogo dove trovare conforto e normalità, dato che il nostro è un settore legato all’evasione. Siamo fiduciosi che arriveranno dei risarcimenti e invitiamo tutti a venirci a trovare in negozio».
Oltre che al mercatino di Alfabeta molti lughesi in questi giorni sono anche andati alla Biblioteca Fabrizio Trisi per restituire i libri che avevano preso in prestito e che non si erano danneggiati nell’alluvione. «Ci sono persone che hanno perso tanto e però ci tengono a restituire i libri, forse per ritrovare la normalità», racconta Sbiroli, «però abbiamo dovuto chiedere di non farlo perché il box per le restituzioni è a sua volta alluvionato: contiene una specie di gommapiuma che è intrisa d’acqua, alcune persone ci hanno messo dei libri che non avevano subito danni e si sono rovinati dopo, all’interno del box». Simonini si augura che i libri che erano in prestito a Faenza fossero molti, perché significherebbe che in una certa misura i danni sono stati contenuti.
Per Sbiroli ora la priorità è riaprire perché la biblioteca «è un servizio essenziale», non solo per il prestito dei libri, gli eventi formativi e culturali e lo spazio per l’informazione e lo studio, ma anche per l’accesso a internet che fornisce a tante persone.
Per il momento è stato possibile farlo nella sede decentrata di Voltana, una frazione di Lugo che non è stata allagata: da ieri è rientrata la bibliotecaria che lavora lì e nei giorni scorsi aveva aiutato con la pulizia alla sede principale. «Tutto il personale della biblioteca è in servizio da lunedì, dopo che nei primi giorni Lugo era irraggiungibile per alcuni», racconta ancora Sbiroli: «Però appena abbiamo potuto, chi prima chi dopo, abbiamo lavorato per ripulire la biblioteca. C’è chi ha perso la macchina, chi ha avuto la cantina allagata, c’è chi è stato più di 48 ore senza corrente elettrica, ma per noi bibliotecari la biblioteca non è diversa da casa, non è solo un luogo di lavoro. E lo stesso vale per molte persone che usano i nostri servizi e sono venute ad aiutarci a svuotare gli scaffali».
Nei prossimi giorni una parte della comunità romagnola si riunirà attorno ai libri sia a Ravenna che a Lugo, dove lo scrittore Matteo Cavezzali ha deciso di non annullare i primi incontri della rassegna culturale che organizza, ScrittuRa Festival, in programma a partire da oggi. Venerdì, sabato e domenica poi un collettivo teatrale leggerà ad alta voce da «libri sopravvissuti all’alluvione» in diversi punti di Ravenna.
dopo aver trasportato tutti i libri accumulati nei primi 37 anni di vita impastato di fango, vi comunico che per i prossimi 37 anni solo kindle
— Mariangela Ballardini (@mariballardini) May 21, 2023