La disastrosa diretta audio su Twitter con cui DeSantis ha annunciato la sua candidatura
Ci sono stati molti problemi tecnici e ritardi, con conseguenze imbarazzanti sia per il Repubblicano sia per Elon Musk
Mercoledì sera il governatore della Florida Ron DeSantis ha annunciato ufficialmente la sua candidatura alla presidenza degli Stati Uniti in un Twitter Space, una funzione particolare del sito che in sostanza consiste in una diretta audio. L’evento però è andato malissimo, e ha rappresentato un ennesimo momento di imbarazzo per il capo di Twitter Elon Musk, oltre che per DeSantis, che se la vedrà con Donald Trump alle primarie Repubblicane.
La diretta sarebbe dovuta iniziare alle 18, ma ci sono stati talmente tanti problemi che alla fine DeSantis è riuscito a fare il suo annuncio solo alle 18:26. A poter parlare erano DeSantis, il capo di Twitter Elon Musk e il venture capitalist David Sacks, uno dei principali consiglieri di Musk, ma all’inizio le loro voci erano coperte da eco e interferenze. L’account di DeSantis è entrato e uscito dalla diretta ripetutamente, disattivando e riattivando l’audio a più riprese prima di lasciarla completamente. Vari utenti che stavano cercando di seguire l’annuncio su smartphone hanno raccontato che l’app di Twitter si è chiusa improvvisamente più volte. Centinaia di migliaia di potenziali ascoltatori avevano già abbandonato il collegamento quando DeSantis ha cominciato effettivamente a parlare.
La decisione di usare Spaces era in effetti rischiosa fin dall’inizio, dato che la funzionalità è nota per non essere particolarmente affidabile da un punto di vista tecnico. L’annuncio di una candidatura per le presidenziali di alto profilo come quella di DeSantis era particolarmente importante per Twitter, che ha avuto vari problemi tecnici e reputazionali da quando Musk l’aveva acquistato lo scorso ottobre. Il risultato non è stato evidentemente all’altezza delle aspettative.
“Just keeps crashing, huh?”
— Elon Musk’s planned Twitter Space with Gov. Ron DeSantis (R-FL) for his 2024 presidential launch has gone extremely awry pic.twitter.com/fTKu6PTyOy
— The Recount (@therecount) May 24, 2023
«È stato spiacevole», ha commentato Musk una volta terminato l’evento. Sacks ha invece detto che l’annuncio è stato «di gran lunga la “stanza” [come vengono chiamate le dirette audio su Spaces] più grande mai organizzata su un social media». In realtà si tratta soltanto della più grande che si sia tenuta su Twitter da quando Musk ha licenziato buona parte dei suoi dipendenti: il 7 novembre 2022, pochi giorni dopo l’acquisto, un Twitter Space in cui Musk aveva risposto a varie domande sulla decisione di comprare la piattaforma aveva raccolto 2,7 milioni di ascoltatori senza particolari problemi.
«I problemi tecnici di mercoledì hanno mostrato come Twitter stia funzionando tutt’altro che senza problemi e ha trasformato quello che doveva essere il coronamento di Musk in una scena un po’ imbarazzante», ha scritto sul New York Times il giornalista Ryan Mac. «Per Musk l’annuncio di DeSantis doveva essere un’opportunità per promuovere molteplici dei propri interessi. Era intanto un “coming out” politico per il miliardario, che da anni flirta con account e politici di destra su Twitter ma non si è mai allineato con un candidato alla presidenza nel modo in cui lo sta facendo con DeSantis. E doveva anche essere un modo per portare avanti i propri interessi commerciali mettendo Twitter sotto i riflettori. Invece la reazione di fronte a una diretta vacillante è stata di sconcerto e disprezzo per il fatto che un annuncio che avrebbe dovuto essere accuratamente coreografato sia andato così male».
L’annuncio è stato molto preso in giro anche dal principale rivale di DeSantis alle primarie del partito Repubblicano, l’ex presidente Donald Trump. Sul proprio social network Truth Social, Trump l’ha definito una catastrofe, e ha previsto che «il resto della sua campagna sarà un disastro simile». Su Instagram, Trump ha poi pubblicato un video satirico di un finto evento di Twitter Spaces in cui cercavano di parlare DeSantis, Musk, il filantropo George Soros, l’ex vicepresidente statunitense Dick Cheney, il diavolo e Adolf Hitler.
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