Chi sono i miliziani russi anti Putin che attaccano in Russia
Fanno parte di due gruppi, il Corpo dei volontari russi, formato da paramilitari di estrema destra, e la Legione Russia libera
Negli ultimi tre giorni due milizie di combattenti russi contrari al governo di Vladimir Putin hanno condotto azioni militari all’interno del territorio russo, nella regione di Belgorod, al confine con l’Ucraina, annunciando di aver cominciato un’operazione per «liberare» la Russia.
Non ci sono certezze su entità ed effetti di questi attacchi: il governo russo sostiene di averli respinti e di aver ucciso almeno 70 dei militanti. Martedì, al termine del secondo giorno di operazioni, le milizie anti Putin hanno invece annunciato di aver conquistato tre piccoli centri (Kozinka, Gorkovsky e Shchetinovka) e di controllare un’area di circa 200 chilometri quadrati in territorio russo. I media internazionali non hanno potuto verificare e confermare nessuna delle due versioni: è però certo che ci sono stati scontri sia lunedì che martedì, in cui sono state ferite 13 persone e un’altra è stata uccisa.
Le azioni sul territorio russo sono state condotte dal Corpo dei volontari russi e dalla Legione Russia libera, due milizie nate nel 2022 di cui non si hanno molte informazioni per ora. Dalle ricostruzioni di osservatori ed esperti, e da quello che dicono le milizie stesse, i due gruppi sarebbero composti unicamente da cittadini russi, pur avendo la loro sede di fatto in Ucraina. I due gruppi sarebbero riconosciuti dall’esercito ucraino e avrebbero rapporti costanti con i servizi segreti ucraini (in parte confermati anche dal governo ucraino).
Il Corpo dei volontari russi e la Legione Russia libera si definiscono “partigiani” e nei mesi scorsi avevano rivendicato alcuni atti di sabotaggio all’interno dei confini russi. Il governo di Putin li considera “gruppi terroristici”, ma sostiene che gli attacchi della regione di Belgorod siano stati attuati in collaborazione con le forze ucraine.
Il Corpo dei Volontari russi è composto da militanti dell’estrema destra russa: è stato fondato da Denis Nikitin, un ex lottatore di arti marziali miste con molte relazioni con gruppi neonazisti occidentali e con formazioni militari e paramilitari di orientamento simile in Ucraina. Nikitin ha vissuto in Germania e in Ucraina, ha militato in gruppi di tifo calcistico organizzato e violento. Fra i dirigenti del Corpo dei volontari russi c’è anche Ilya Bogdanov, un ex ufficiale dei servizi segreti russi di Vladivostok che nel 2014 si trasferì in Ucraina.
Il Corpo in passato aveva detto pubblicamente di non avere alcuna relazione con la Legione Russia libera, ma negli ultimi mesi le due organizzazioni sembrano aver trovato un accordo per compiere azioni militari congiunte «nonostante le molte divergenze». Di recente è anche apparsa su Telegram una foto che vede Nikitin al fianco di Maximilian Andronikov, detto “Cesar”, uno dei membri più noti della Legione. La foto sembra suggerire una qualche forma di cooperazione militare.
La Legione Russia libera è nata a marzo 2022. Dalle informazioni disponibili, sembra essere composta da alcune centinaia di uomini ed è meno chiaramente connotata a livello politico. Un combattente del gruppo diceva in un video pubblicato sui canali social della milizia: «Siamo russi proprio come voi. Siamo persone proprio come voi. Vogliamo che i nostri bambini crescano in pace e liberi, e che possano viaggiare, studiare ed essere felici in un paese libero». Ilya Ponomarev è un ex parlamentare russo in esilio e si è autodefinito il rappresentante politico della Legione: ha rivendicato gli attacchi degli ultimi giorni, evidenziando che l’apertura di questo nuovo fronte avrebbe costretto l’esercito russo a distribuire su un territorio ancora più ampio le proprie forze difensive.
L’intento politico dei due gruppi sarebbe inoltre quello di dimostrare che il governo di Putin non è in grado di difendere i propri confini e che un’opposizione interna al regime è possibile.
Secondo molti analisti, fra cui Yuriy Karin citato dal New York Times, il Corpo e la Legione potrebbero essere usati dal governo ucraino per compiere operazioni oltre confine evitando di assumersi la responsabilità degli attacchi: «È un’operazione speculare a quella messa in piedi dai russi nel 2014 in Crimea e nel Donbass». Allora il governo russo inviò uomini armati che non indossavano uniformi ufficiali, negando inizialmente ogni collegamento con i combattenti.
Martedì la Russia ha reso pubbliche alcune fotografie di mezzi occidentali utilizzati dalle milizie negli attacchi, compresi due veicoli militari di fabbricazione statunitense. Il Dipartimento di stato americano si è definito «scettico» sulla veridicità delle immagini, ma ha comunque preso le distanze dall’operazione: «Gli Stati Uniti non incoraggiano o sostengono attacchi all’interno del territorio russo».