La custodia cautelare del giornalista americano Evan Gershkovich in Russia è stata prolungata di tre mesi
Martedì un tribunale di Mosca, in Russia, ha esteso di tre mesi la custodia cautelare di Evan Gershkovich, il giornalista statunitense arrestato in Russia lo scorso 29 marzo e accusato di spionaggio per conto degli Stati Uniti. Gershkovich avrebbe dovuto rimanere in carcere fino al 29 maggio: ora ci resterà almeno fino al prossimo 30 agosto. Gershkovich è detenuto nel carcere di Lefortovo, a Mosca: dopo il suo arresto aveva presentato un ricorso chiedendo di essere liberato in attesa dell’inizio del processo, ma il tribunale l’aveva respinto lo scorso 18 aprile.
Gershkovich ha 32 anni, è un giornalista molto stimato e un profondo conoscitore della Russia. Lavorava a Mosca da sei anni: era stato arrestato in un ristorante di Ekaterinburg, nella Russia centro-occidentale, mentre sembra che stesse lavorando a un articolo sulle operazioni del gruppo Wagner, la compagnia di mercenari che sta combattendo al fianco dell’esercito russo in Ucraina.
Finora il procedimento giudiziario contro Gershkovich è stato condotto a porte chiuse, senza l’accesso della stampa alle udienze e senza che venissero diffuse prove a sostegno delle accuse a lui rivolte. Secondo l’agenzia di stampa russa TASS Gershkovich era in possesso di «materiali segreti»: le accuse di spionaggio per cui è stato arrestato prevedono una condanna fino a 20 anni di reclusione.
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