Cosa resta di Bakhmut
Quasi nulla: gran parte della città ucraina è distrutta da mesi a causa dei bombardamenti russi
Sabato scorso la Russia ha annunciato la conquista di Bakhmut, la piccola città ucraina del Donbass che russi e ucraini si contendevano da mesi, con la battaglia finora più lunga e sanguinosa della guerra. L’annuncio della Russia è stato smentito dall’Ucraina, il cui esercito sostiene di controllare ancora una piccola parte della città. Nel frattempo, comunque, Bakhmut è quasi completamente distrutta da mesi di bombardamenti intensi e combattimenti violentissimi, con interi quartieri rasi al suolo e pochi edifici ancora in piedi.
Parlando di Bakhmut al G7 di Hiroshima, il presidente ucraino Volodymyr Zelensky ha detto: «Dovete capire che [a Bakhmut] non c’è più niente […] oggi Bakhmut è soltanto nei nostri cuori», una frase che è stata interpretata proprio come la constatazione di quanto poco sia rimasto in piedi in città.
Negli ultimi giorni la distruzione di Bakhmut è stata documentata in modo molto efficace da alcune immagini diffuse da Maxar, azienda statunitense che si occupa di comunicazione satellitare. Le immagini mostrano sia Bakhmut nel suo insieme che di alcune aree specifiche, in vari momenti tra maggio del 2022 e maggio del 2023.
Un’immagine che ritrae tutta Bakhmut vista dall’alto mostra molto chiaramente quanto quasi tutto l’ovest, il sud e l’est della città siano stati interamente o parzialmente rasi al suolo dai bombardamenti. Intere file di condomini, edifici e infrastrutture appaiono ridotte in macerie, e molte delle aree che fino a un anno fa erano verdeggianti, perché alberate o con prati o parchi, appaiono ora completamente bruciate.
Altre due immagini ritraggono due scuole e alcuni edifici nelle rispettive vicinanze. Alcuni sono completamente distrutti: dove prima si vedevano gli edifici ora si vedono soltanto mucchi di macerie. Altri hanno i tetti completamente o parzialmente demoliti dai bombardamenti, con le mura portanti ancora in piedi. In una di queste due immagini si vedono un campo da calcio e due campi da tennis con alcuni alberi intorno ridotti a una distesa indistinta di terra bruciata.
Un’altra immagine ritrae il teatro principale di Bakhmut: anche in questo caso il tetto è completamente distrutto dai bombardamenti e sono rimaste in piedi, parzialmente distrutte, soltanto le mura portanti dell’edificio, così come in molte altre strutture lì vicino.
Una delle aree in cui la distruzione è più evidente è quella in cui si trovavano l’università e la torre di trasmissione: in questo caso la maggior parte degli edifici e delle infrastrutture è stata rasa al suolo. Si vedono solo distese di macerie e rovine, non è rimasto nemmeno un albero e sono scomparsi quasi del tutto prati, parchi e aiuole. Non è nemmeno quasi più possibile distinguere le strade asfaltate dal resto del terreno.
Altre immagini satellitari mostrano case che vanno a fuoco, oltre a complessi di edifici ridotti a cumuli di macerie.
Prima dell’invasione russa, a Bakhmut vivevano circa 70mila persone, la maggior parte delle quali sono oggi fuggite oppure sono state evacuate dalle forze ucraine. Dal punto di vista militare e strategico Bakhmut ha un valore estremamente limitato, ma nel corso degli ultimi mesi, man mano che la battaglia procedeva, la sua conquista (per i russi) e la sua difesa (per gli ucraini) hanno acquisito sempre più valore politico e simbolico.