Come si sta preparando la Russia per la controffensiva dell’Ucraina
Da mesi sta scavando trincee e fossati dietro la linea del fronte, cosa che potrebbe complicare molto una eventuale avanzata ucraina
Ormai da mesi gli analisti militari e gli osservatori più attenti della guerra in Ucraina si attendono una controffensiva dell’esercito ucraino nei confronti di quello russo, la cui campagna invernale per occupare nuovi territori all’interno dell’Ucraina si è limitata a una vittoria, perlopiù simbolica, nella città orientale di Bakhmut. Anche il presidente ucraino Volodymyr Zelensky ha parlato apertamente di una controffensiva, sebbene in termini piuttosto generici: in un’intervista data a BBC News a metà maggio, aveva sostenuto che all’esercito ucraino serviva «ancora un po’ di tempo» per organizzarsi meglio e rendere più efficace l’attacco ai russi.
La controffensiva, che sembra imminente, sarà molto più complicata rispetto a quella che a settembre del 2022 aveva permesso all’Ucraina di riconquistare un grosso pezzo del nord-est del paese e poche settimane dopo la città meridionale di Kherson. Almeno da novembre la Russia sta fortificando diverse posizioni e scavando trincee in quasi tutta la linea del fronte, lunga circa un migliaio di chilometri, proprio per impedire una nuova controffensiva ucraina.
«C’è stata una breve pausa durante l’inverno, dovuta probabilmente al fatto che il terreno era congelato e difficile da scavare», ha spiegato al Financial Times Brady Africk, ricercatore dell’American Enterprise Institute che da mesi cura e pubblica una serie di mappe sugli sforzi della Russia per difendere i territori occupati in Ucraina. «Ma da allora il terreno si è ammorbidito e abbiamo assistito a un forte aumento delle operazioni di scavo per fortificare le posizioni, specialmente negli ultimi mesi».
Le immagini satellitari analizzate da Africk mostrano che il punto più fortificato del fronte è la regione di Zaporizhzhia, nel sud dell’Ucraina. I russi in particolare hanno fortificato la linee di difesa e le trincee a est dell’ansa del fiume Dnepr, a nord di due importanti città ucraine attualmente sotto il controllo russo, Mariupol e Melitopol (dentro entrambe sono attivi gruppi di partigiani ucraini). Un’analisi delle fortificazioni russe di Reuters fa notare che due piccole città appena dietro l’attuale linea del fronte, Tokmak e Bilmak, sono state completamente circondate da fortificazioni russe.
Il Guardian spiega che questa regione è «il punto più ovvio per un attacco ucraino», il cui scopo, nel caso, sarebbe quello di «tagliare le linee di rifornimento attive lungo le strade della costa», e alla lunga «rendere impossibile l’occupazione russa della Crimea». La Crimea è stata occupata e annessa dalla Russia nel 2014, dopo un referendum ritenuto illegale da gran parte della comunità internazionale.
Se l’esercito ucraino riuscisse a occupare alcuni territori compresi in questa fascia l’unica strada per rifornire le truppe russe in Crimea passerebbe per il ponte sullo stretto di Kerč’, che collega direttamente la Russia e la Crimea, già attaccato e pesantemente danneggiato nell’autunno del 2022.
Al contempo però è possibile che l’esercito ucraino decida di attaccare una zona del fronte meno fortificata, per cogliere di sorpresa l’esercito russo. «La lunghezza del fronte gioca a nostro vantaggio», ha spiegato al Financial Times l’ex ministro ucraino della Difesa, Andriy Zagorodnyuk: «le truppe russe sono sparpagliate lungo il fronte e saremo sempre in grado di trovare delle zone in cui non si aspettano di combattere».
Il Guardian ipotizza che la controffensiva ucraina potrebbe partire da un attacco anfibio da Kherson: l’esercito ucraino potrebbe attraversare il fiume Dnepr, che per l’esercito russo sta agendo come una difesa naturale, e penetrare rapidamente in una regione scarsamente fortificata fra il Dnepr e la parte settentrionale della Crimea.
Secondo Ed Arnold, analista del Royal United Services Institute del Regno Unito, sarebbe una strategia «ad elevato rischio, ma ad elevato rendimento», se l’attacco dovesse avere successo. Il Guardian comunque nota che questa regione è stata una delle meno raccontate nel corso della guerra, proprio perché ritenuta estremamente ben difendibile da parte della Russia: e quindi è difficile capire se sono in corso preparativi per un’offensiva ucraina.
Un’altra ipotesi è che l’esercito ucraino avvii la propria controffensiva nei territori a est conquistati in autunno, quindi nella regione di Luhansk. In un lungo articolo di analisi sulla possibile controffensiva ucraina il Kyiv Independent sostiene che in questa regione le fortificazioni russe siano state costruite lungo un’unica linea di difesa a pochissima distanza dal fronte, fra i 5 e i 20 chilometri. In caso di attacco ucraino l’unica opzione dell’esercito russo sarebbe quella di difendere a tutti i costi quella linea difensiva, ha spiegato al Kyiv Independent Karolina Hird, analista dello Institute for the Study of War. «E se l’esercito ucraino riuscisse a penetrare quella linea, le forze ucraine potrebbero spingersi all’interno della regione occupata di Luhansk».
A Luhansk, come nella regione di Zaporizhzhia, l’esercito russo non si è limitato a scavare trincee. Per rallentare una eventuale avanzata di mezzi corazzati ucraini nei mesi scorsi le truppe russe hanno scavato buche e fossati e rafforzato le linee dietro al fronte con due tipi di oggetti. I cosiddetti “denti di drago”, cioè piccole piramidi di cemento che rendono il terreno accidentato per il passaggio di mezzi militari, e i “porcospini“, cioè barre di metallo, spesso ricavate da binari ferroviari, saldate insieme in modo da formare degli spuntoni. Diverse città ucraine ne costruirono centinaia all’inizio dell’invasione russa, quando si temeva l’arrivo di mezzi militari russi un po’ ovunque. In molti casi i russi hanno anche piazzato delle mine fra il fronte e le proprie linee difensive, che richiedono tempo per essere esplose senza causare danni o feriti.
Parte dell’efficacia di queste precauzioni, però, dipenderà, da come verranno integrate dai russi nella propria strategia. «Da soli, gli ostacoli non fermano l’avanzata di una forza militare», ha spiegato al Financial Times l’analista ucraino Mykola Bielieskov, affiliato a un centro studi governativo. «Saranno efficaci solo se adeguatamente rafforzati da uomini e integrati col fuoco di artiglieria, con le forze aeree e la collocazione delle forze riserviste».
«È plausibile che i russi dispongano degli uomini necessari per costruire una difesa solida, fra mine e trincee», ha scritto di recente Michael Kofman, esperto di Russia del Center for a New American Security: «Questo non vuol dire che l’Ucraina non possa spezzare le linee difensive russe, ma le recenti controffensive suggeriscono che gli ucraini hanno avuto difficoltà ad approfittare dello slancio guadagnato dopo avere superato le linee difensive russe».