La nuova penalizzazione della Juventus è di 10 punti in classifica
Un mese fa il Collegio di garanzia del CONI aveva chiesto alla Corte d’Appello della FIGC di riformulare la penalità, ora ridotta di 5 punti
La Corte d’Appello della Federcalcio italiana (FIGC) ha ridotto di 5 punti la penalizzazione inflitta alla Juventus lo scorso 20 gennaio come sanzione per il caso delle cosiddette plusvalenze false. La riformulazione della penalità era stata richiesta ad aprile dal Collegio di garanzia del CONI, che nella sua sentenza nata dal ricorso della Juventus contro il -15 iniziale aveva escluso o ridimensionato le responsabilità di alcuni dirigenti coinvolti nel caso, e per questo aveva ordinato un nuovo giudizio che ne tenesse conto. Lunedì mattina la procura federale aveva chiesto 11 punti in meno, sempre come pena afflittiva, cioè valida nel campionato in corso.
La nuova penalità cambierà la classifica della Serie A, con la Juventus che passa dal secondo posto con 69 punti al settimo con 59 punti, quindi momentaneamente fuori dalle prime quattro posizioni che qualificano alla prossima edizione di UEFA Champions League, l’obiettivo minimo per la Juventus in questa stagione.
Le motivazioni della sentenza verranno rese note nei prossimi giorni, e quando questo accadrà, la Juventus potrà presentare nuovamente ricorso al Collegio di garanzia del CONI, l’ultimo grado della giustizia sportiva. Nella sua sentenza dello scorso aprile, tuttavia, il Collegio non aveva trovato difetti nell’operato dalla Corte d’Appello federale, e aveva respinto i ricorsi presentati contro le squalifiche di Andrea Agnelli (ex presidente), Fabio Paratici e Federico Cherubini (gli ex direttori sportivi). Lunedì invece altri sette ex dirigenti sono stati prosciolti: si tratta di Pavel Nedved, Paolo Garimberti, Assia Grazioli Venier, Caitlin Mary Hughes, Daniela Marilungo, Enrico Vellano e Francesco Roncaglio.
A gennaio la Corte federale aveva ritenuto «gravi, ripetute e prolungate» le violazioni contenute negli elementi che erano emersi durante indagini parallele della giustizia ordinaria sui bilanci della Juventus, gli stessi che avevano spinto la procura della FIGC a chiedere la riapertura di un processo sportivo che era già passato in giudicato a maggio del 2022 con un proscioglimento per insussistenza delle accuse.
Secondo la Corte d’Appello, il consiglio d’amministrazione del club avrebbe «condiviso, o quanto meno sopportato, la violazione dei principi sportivi». La Juventus, nel frattempo rappresentata da una nuova dirigenza, aveva definito le motivazioni di quella sentenza «illogiche e infondate». In un comunicato pubblicato lo scorso aprile, la società sosteneva di «aver applicato correttamente i rilevanti principi contabili internazionali, nonché di aver operato nel pieno rispetto del principio di lealtà sportiva».
Oltre a questo, la Juventus ha altri procedimenti sportivi in corso nati dalle indagini sui suoi bilanci. Venerdì scorso il club è stato rinviato a giudizio per la cosiddetta “manovra stipendi” con cui durante la pandemia avrebbe annunciato ai suoi azionisti tagli agli stipendi dei calciatori, salvo poi ridare ai giocatori le mensilità tolte tramite accordi privati. Anche in questo caso l’accusa nei suoi confronti è di slealtà sportiva.
Anche la UEFA — l’organizzazione che governa il calcio europeo — sta indagando sulla Juventus per possibili violazioni del Fair play finanziario, cioè l’insieme di regole sul pareggio di bilancio a cui sono sottoposte le squadre europee.
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