Gli insulti razzisti a Vinícius Júnior durante Valencia-Real Madrid
Si sono sentiti per tutta la partita, come spesso è successo in questa stagione: ora anche il governo brasiliano chiede risposte adeguate
Domenica, nella partita del campionato di calcio spagnolo tra Valencia e Real Madrid, l’attaccante brasiliano Vinícius Júnior, del Real Madrid, ha ricevuto plateali insulti razzisti da parte del pubblico locale. Tra le altre cose, è stato chiamato «scimmia» da gran parte dello stadio. Non è la prima volta che accade, ma ora anche il governo brasiliano, tramite la sua ministra per l’Uguaglianza razziale, chiede risposte adeguate.
Vinícius è da tempo oggetto di insulti razzisti in vari stadi spagnoli, specialmente quelli delle squadre rivali del Real Madrid. Non è l’unico giocatore nero in squadra, ma è il più bravo, quello più in vista e il più distinguibile in campo, anche per il suo stile di gioco prettamente brasiliano e per le sue esultanze creative che spesso vengo prese dal pubblico come provocazioni. Per tutti questi motivi già lo scorso gennaio gli ultras dell’Atletico Madrid avevano appeso un manichino nero con la sua maglia giù da un ponte, insieme a uno striscione che diceva: «Madrid odia il Real».
La partita di domenica era cruciale per il Valencia, ritenuta una delle “grandi” del campionato spagnolo, che però si trova da tempo in serie difficoltà. Aveva bisogno di vincere per allontanarsi dalla zona retrocessione e allo stadio Mestalla la tensione era quindi piuttosto alta. Già all’arrivo del Real Madrid in molti avevano iniziato a urlare scimmia a Vinícius, e questi insulti sono poi continuati nel corso della partita.
A una ventina di minuti dalla fine la situazione è precipitata con una serie di fatti accaduti in sequenza. Gli ultras locali hanno lanciato in campo un pallone che è poi andato a intralciare un’azione in attacco del Real Madrid facendo perdere il possesso proprio a Vinícius, che ha iniziato a protestare. Da lì gli insulti sono aumentati, il pubblico ha iniziato a tirare oggetti in campo e la partita è stata sospesa per dieci minuti, durante i quali il pubblico ha continuato a insultare Vinícius con un coro in particolare: «Mono», che vuol dire scimmia in spagnolo.
Lo speaker del Mestalla ha avvisato il pubblico delle possibili conseguenze di quei cori, ma poi la partita è ripresa. Il Valencia, in vantaggio di un gol, è riuscito a difendere il risultato e nei minuti finali Vinícius è stato per giunta espulso per aver dato una manata a un avversario in un momento di nervosismo tra le due squadre.
Al termine della partita Carlo Ancelotti, allenatore del Real Madrid, ha detto: «Non voglio parlare di calcio perché è successo qualcosa di molto più grave. Parlare di calcio significa dimenticare quello che è successo: insulti razzisti da parte di uno stadio intero a un giocatore».
Durante la sospensione per la partita, Ancelotti aveva parlato con Vinícius chiedendogli se voleva giocare ancora: «Gli ho detto se se la sentiva di continuare, perché era un ambiente impossibile. Lui, che ama il calcio, ha deciso di farlo, ma se devo pensare di togliere un giocatore per insulti razzisti vuol dire che c’è qualcosa che non funziona in questa Liga».
In serata Vinícius ha scritto: «Non è stata la prima volta, né la seconda, né la terza. Il razzismo è normale nella Liga. Il campionato pensa che questo sia normale, e così la Federazione e gli avversari. Mi dispiace tanto. Il campionato che una volta apparteneva a Ronaldinho, Ronaldo, Cristiano e Messi oggi appartiene ai razzisti. Una nazione bella, che mi ha accolto e che amo, ma che ha accettato di esportare nel mondo l’immagine di un paese razzista. Mi dispiace per gli spagnoli che non sono d’accordo, ma oggi, in Brasile, la Spagna è conosciuta come un paese di razzisti. E sfortunatamente, per tutto ciò che accade ogni settimana, non ho difese. Ma sono forte e andrò fino in fondo».
Di fronte a queste accuse di negligenza, il presidente della Liga, Javier Tebas, ha risposto a Vinícius dicendogli: «Abbiamo cercato di spiegarti che cosa può fare la Liga nei casi di razzismo, ma non ti sei presentato a nessuna delle due date concordate che tu stesso avevi richiesto. Prima di criticare e insultare, è necessario che ti informi meglio».
Il giocatore ha poi risposto a Tebas: «Ancora una volta, invece di criticare i razzisti, il presidente della Liga usa i social per attaccarmi… Non sono tuo amico quando parli di razzismo. Voglio azioni e punizioni».
Anche nel campionato spagnolo, come in Italia, esiste un protocollo per questi casi: l’arbitro può sospendere la partita per qualche minuto ed eventualmente interromperla definitivamente. L’intervento degli arbitri, tuttavia, è il primo livello di valutazione, e anche in Spagna tutto quello che succede dopo la partita non sta servendo come deterrente al razzismo negli stadi.
Per quest’ultimo caso la Liga ha già annunciato delle indagini, ma finora le sanzioni sono sempre state ritenute morbide e sommarie, principalmente a causa delle difficoltà nell’individuare con esattezza i responsabili fra migliaia e migliaia di spettatori.
Lo scorso febbraio, proprio in seguito ai numerosi insulti rivolti a Vinícius negli stadi spagnoli, la Liga aveva peraltro introdotto nuovi metodi di prevenzione e controllo, aumentando per esempio il numero di suoi delegati tra gli spettatori per individuare meglio la provenienza di eventuali cori razzisti. Aveva poi incoraggiato i club a dedicare più risorse per risolvere il problema. «La Liga non può avere un giocatore che viene insultato brutalmente in ogni stadio in cui gioca. È chiaro che abbiamo un problema e dobbiamo trovare una soluzione» aveva detto Tebas già mesi fa.
Intanto in Brasile numerose squadre di calcio hanno mostrato il loro sostegno a Vinícius, così come ha fatto il presidente Lula in conferenza stampa dal Giappone e il presidente della FIFA Gianni Infantino. La ministra per l’Uguaglianza razziale, Anielle Franco, ha detto al giornale Globo che il suo governo chiederà provvedimenti adeguati sia al governo spagnolo che ai dirigenti della Liga: «Il governo brasiliano non tollera il razzismo. Lavoreremo affinché ogni atleta nero brasiliano possa esercitare il suo diritto di lavorare senza subire violenze».
In Spagna invece le reazioni continuano ad essere contrastanti. Un portavoce dell’amministrazione comunale di Valencia, per esempio, ha scritto su Twitter quello che in molti sembrano pensare a riguardo, ossia che l’atteggiamento in campo del giocatore giustifichi l’odio nei suoi confronti: «Non difenderò mai un insulto razzista che avrebbe potuto essere diretto a qualsiasi giocatore, ma non è quello che succede con Vinícius. Quel giocatore è una vergogna per il calcio».
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