In Grecia ha vinto il centrodestra
Il partito del primo ministro uscente Mitsotakis ha ottenuto il 40 per cento dei voti, ma per la maggioranza in parlamento servirà quasi certamente un secondo turno di votazioni
Il principale partito greco di centrodestra, Nea Dimokratia, ha vinto le elezioni parlamentari che si sono tenute domenica. A spoglio quasi concluso ha ottenuto circa il 40 percento dei voti. Nea Dimokratia aveva già vinto le elezioni del 2019: già oggi ha la maggioranza assoluta in parlamento ed esprime il primo ministro uscente, Kyriakos Mitsotakis. Al secondo posto è arrivata Syriza, il principale partito di sinistra, guidato da Alexis Tsipras, già primo ministro fra il 2015 e il 2019. Syriza ha ottenuto circa il 20 per cento dei voti, un risultato al di sotto delle aspettative e delle previsioni dei sondaggi. Il PASOK, di centrosinistra, ha invece ottenuto il 12 per cento dei voti.
Con questi risultati, a meno di enormi sorprese nelle prossime ore, sarà difficile che un partito o una coalizione di partiti affini ottengano la maggioranza in parlamento: in casi del genere la legge elettorale prevede un secondo turno di votazioni, con regole leggermente diverse, che secondo fonti del quotidiano greco Kathimerini si terranno domenica 25 giugno.
Lo spoglio era iniziato alle 19, subito dopo la chiusura dei seggi. I risultati definitivi arriveranno fra domenica sera e lunedì mattina.
🔴 Con il 30% dei seggi scrutinati, il divario fra ND e Syriza si allarga ancora.
Nea Democratia (CDX) 41,1%
Syriza (SX) 20,1%
Pasok (CSX) 12,7%
KKE (SX) 6,7%
EL (CDX) 4,5%
NIKI (DX) 2,9%
PE (SX) 2,6%
MeRa25 (SX) 2,3%#MaratonaYouTrend #Grecia pic.twitter.com/DI34lBkQfe— YouTrend (@you_trend) May 21, 2023
Mitsotakis appartiene a una delle famiglie più ricche e potenti della Grecia, armatori da generazioni. Durante il suo mandato da primo ministro è riuscito far crescere ulteriormente l’economia del paese, che per certi versi si è ripreso dalla crisi economica iniziata una quindicina di anni fa: nel 2023 la Commissione Europea ha stimato che l’economia greca crescerà del 2,4 per cento, uno dei tassi più alti nell’Unione Europea.
Ma Mitsotakis si è anche attirato moltissime critiche per una riforma del mercato del lavoro che secondo i sindacati ha indebolito tutele e garanzie per moltissimi lavoratori, per il trattamento giudicato disumano e quasi certamente illegale nei confronti dei richiedenti asilo che arrivano dalla Turchia, e per il peggioramento della libertà di stampa avvenuto negli ultimi anni. Nella campagna elettorale il primo ministro ha messo al centro l’economia, rivendicando i risultati ottenuti negli ultimi anni, e ha respinto con forza, fra le altre cose, le molte critiche sulla gestione dell’immigrazione.
Per la prima volta quest’anno in Grecia si è votato con una nuova legge elettorale che prevede al primo turno un proporzionale semplice, con cui si elegge la stragrande maggioranza dei parlamentari. Affinché un partito ottenga la maggioranza da solo deve ottenere circa il 46 per cento dei voti: potrebbe bastare anche qualche punto in meno, se alcuni dei partiti più piccoli non supereranno la soglia di sbarramento, fissata al 3 per cento.
Se questo non succederà ci saranno delle trattative per cercare di formare un governo di coalizione. Ma anche questa prospettiva sembra politicamente complicata: se le negoziazioni non andranno a buon fine a luglio si terrà il secondo turno delle elezioni, in cui si voterà con un nuovo sistema elettorale, diverso da quello del primo turno e che potrebbe portare a risultati più netti.
Col meccanismo in vigore nel secondo turno se un partito riceverà una percentuale il 25 per cento dei voti validi riceverà un bonus di 20 seggi, mentre i restanti 280 seggi saranno assegnati proporzionalmente. Dal 25 per cento in poi dei voti il bonus aumenta, fino a un massimo di 50 seggi. Significa che per ottenere una maggioranza da solo il partito più votato avrà bisogno di circa il 38 per cento dei voti: più o meno la percentuale ottenuta da Nea Dimokratia al primo turno.