«Qui è cambiata la geografia, non ci sono più dei monti»
Lo dice il sindaco di Castel Bolognese, raccontando la situazione dei paesi sull'Appennino, colpiti da oltre 500 frane: molti restano isolati e rischiano lo spopolamento
L’alluvione che ha colpito l’Emilia-Romagna ha coinvolto oltre 40 comuni di pianura, inondati o travolti dalle acque degli oltre venti fiumi che sono esondati o hanno rotto gli argini. Molti paesi e città calcolano i danni e provano a recuperare l’agibilità di abitazioni, esercizi commerciali e strade. In molti centri collinari, sull’Appennino tosco-emiliano, gli interventi sono invece minimi, e le informazioni sui danni, sui problemi e sui lavori che sarà necessario intraprendere sono ancora poche. Oltre trecento frane hanno interrotto gran parte delle strade e delle comunicazioni.
In molte delle valli dell’Emilia-Romagna ogni strada che salga su colli e colline è interrotta quasi in partenza: asfalto e terreno sono franati e impediscono l’accesso alle zone più in alto. Parte della popolazione è rimasta isolata a causa dei crolli ed è stata per lo più evacuata in elicottero, ma resta isolato chi ha scelto di rimanere, o chi non è potuto partire perché le condizioni meteorologiche hanno impedito nuovi voli di salvataggio.
In molti casi i piccoli centri sono senza acqua corrente, senza luce elettrica e nell’impossibilità di comunicare. Le notizie e le immagini da frazioni e paesi isolati delle colline bolognesi, imolesi e forlivesi sono ancora poche, e le dimensioni dei danni e dei disagi non sono ancora completamente chiare.
Luca Della Godenza, sindaco di Castel Bolognese, ha qualche notizia in più, il suo comune è a valle di molti dei centri collinari più colpiti.
Qui è cambiata la geografia, bisognerebbe riscrivere i libri: non ci sono più dei monti, non ci sono più delle strade, non ci sono dei ponti. In collina non bastano i soldi, non bastano i ristori. O il governo approccia la questione in un certo modo, oppure lo spopolamento diventa immediato, perché non c’è più una strada agibile.
L’emergenza ancora minaccia Ravenna e molti comuni più a valle, verso l’Adriatico: una volta superata, la valutazione dei danni e degli impatti a lungo termine sul territorio sarà lunga e complessa, e presupporrà interventi strutturali. Della Godenza dice:
Io non so se fuori da questa regione c’è la percezione reale della tragedia che è capitata, perché per fortuna il numero delle vittime non è di dimensioni catastrofiche. Sento polemiche sul fatto che mancassero bacini di laminazione, sulla manutenzione degli argini. Ma qui è venuta così tanta acqua che il bacino di laminazione doveva essere grande come la provincia di Ravenna, ed in fondo il bacino di laminazione è stata la provincia di Ravenna. Bisogna ripensare tutto l’approccio.
– Leggi anche: In Romagna sono esondati anche i bacini costruiti per evitare gli allagamenti