Quarant’anni di Fabio Fazio in Rai
A fine mese se ne andrà dopo aver condotto quattro festival di Sanremo e ideato programmi longevi e di successo, come “Quelli che... il calcio” e “Che tempo che fa”
L’annuncio del passaggio di Fabio Fazio dalla Rai a Discovery, con cui ha firmato un contratto per quattro stagioni televisive, conclude un pezzo di storia della televisione pubblica durato oltre quarant’anni. Fazio infatti aveva esordito nel 1982 come imitatore in una trasmissione radiofonica Rai, e un anno dopo aveva esordito in tv. Da allora era quasi sempre rimasto nell’azienda televisiva pubblica, salvo brevi parentesi con Telemontecarlo prima e La7 poi. E nel corso di questi quarant’anni è stato il volto di trasmissioni di grande successo, incluse quattro edizioni del festival di Sanremo.
Che tempo che fa, la sua attuale trasmissione, va in onda dal 2003 e Fazio condurrà ancora due puntate, fino al 28 maggio. La separazione dalla Rai era in parte prevista perché il suo contratto scade il 30 giugno e negli ultimi mesi, soprattutto dopo la vittoria elettorale della destra alle elezioni di settembre, il rinnovo era sembrato complicato. Fazio ha notoriamente opinioni progressiste, e negli anni è stato molto criticato da politici che oggi hanno ruoli importanti nel governo, come la presidente del Consiglio, Giorgia Meloni, e soprattutto Matteo Salvini, leader della Lega e ministro dei Trasporti.
I giornali di oggi raccontano come per oltre tre mesi non ci siano stati contatti tra la dirigenza Rai e gli agenti di Fazio per il rinnovo del contratto. Ci sono invece versioni discordanti sulle eventuali responsabilità del consiglio d’amministrazione (cda) e dell’amministratore delegato uscente, Carlo Fuortes. Fuortes aveva annunciato una settimana fa le dimissioni – anche lui per divergenze con l’attuale governo – e ha fatto sapere che il cda non avrebbe permesso di approvare contratti oltre il 31 agosto, quindi in sostanza addossando la responsabilità ai membri del consiglio. La presidente della Rai, Marinella Soldi, ha invece smentito, sostenendo che fosse Fuortes a non volersi impegnare in decisioni oltre quella data.
Domenica, in trasmissione, Fazio ha lasciato intendere che l’attuale clima politico abbia influito sulla separazione, ma ha detto che lui e Luciana Littizzetto, storica partner nel programma che lo seguirà a Discovery, non hanno «nessuna vocazione a sentirci vittime né martiri».
Io sono in Rai da quarant’anni, però non si può essere adatti a tutte le stagioni, o almeno io non credo di esserlo. (…) Se dicessi mai qualcosa di scortese sulla Rai è come se lo dicessi contro di me, perché la Rai ha 70 anni e, di questi 70 anni, 40 li ha trascorsi con me e io con lei. E quindi siamo in qualche modo la stessa cosa.
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Fazio cominciò la sua carriera in Rai molto giovane, diciannovenne, con ruoli da imitatore e da spalla in varie trasmissioni. Esordì in televisione in Pronto Raffaella di Raffaella Carrà, programma diretto da Gianni Boncompagni, continuò a imitare personaggi televisivi e politici in vari programmi comici e di intrattenimento, sulla Rai, a Odeon TV e a Telemontecarlo. Nella seconda metà degli anni ’80 divenne conduttore in alcuni programmi rivolti ai giovani come Estate Disco 1986 (programma musicale nato dopo il successo del Festivalbar) o Jeans, condotto con Moana Pozzi. A inizio anni 90, per due stagioni, ideò e condusse il game show Porca Miseria, su Rai3 in seconda serata, format di economia domestica in cui alcune famiglie dovevano far quadrare i conti.
Fazio aveva solo 29 anni quando inventò, scrisse e condusse la trasmissione che ne avrebbe accresciuto notevolmente la popolarità: Quelli che… il calcio, che cambiò la classica programmazione televisiva della domenica, con un format basato sulle partite del campionato di Serie A ma senza immagini delle partite. Prima andò in onda su Rai 3 dal 1993 al 1998 e poi su Rai 2. L’impostazione data da Fazio era leggera, dalla forte componente comica e con alcuni personaggi fissi, come suor Paola, tifosa della Lazio, lo juventino gambiano Idris, o l’astrologo olandese Peter Van Wood. Personaggi comici inventati che, affiancati ad altri già famosi ma inseriti in un differente contesto, diventavano protagonisti di un commento che partiva dal tifo per le rispettive squadre di calcio. La conduzione di Fazio durò fino al 2001.
Nel frattempo comunque aveva sperimentato anche con formule diverse. Nel 1997 condusse con Claudio Baglioni Anima Mia, trasmissione di prima serata di revival degli anni ’70, considerato uno dei primi programmi di successo basato principalmente sulla leva nostalgica: diventò il programma più visto della storia di Rai 2 (poi superato dall’Isola dei Famosi), portando Fazio anche alla conduzione del festival di Sanremo, nelle edizioni del 1999 e del 2000. Anche in quella occasione Fazio si accompagnò e fece intervenire personaggi apparentemente fuori contesto, come il premio Nobel per la medicina Renato Dulbecco o l’ultimo presidente dell’Unione Sovietica, Michail Gorbaciov, che fu ospite della trasmissione.
Nel 2001 ci fu il primo addio alla Rai: Fazio voleva condurre un talk show di seconda serata sullo stile di quelli statunitensi e gli fu offerta questa possibilità da La7, una rete che all’epoca era nata da poco e che aspirava a inserirsi nel duopolio Rai-Mediaset. A inizio settembre, a pochi giorni dall’inizio, il programma fu cancellato per motivi mai davvero chiariti: Fazio se ne andò ottenendo 28 miliardi di lire (circa 18 milioni di euro di oggi) fra penali e buonuscita.
Tornò in Rai per condurre Che tempo che fa, programma che in quasi vent’anni è stato trasmesso da tutte e tre le principali reti televisive Rai. Il format prevede alcuni ospiti fissi, fra cui dal 2005 l’attrice e comica Luciana Littizzetto, e interviste a ospiti, nazionali e internazionali, spesso di altissimo livello. Insieme ad attori, registi, cantanti e scrittori che presenziavano in occasione delle uscite di loro film, dischi o libri, Fazio ha intervistato personalità come Bill Gates, Tony Blair, Barack Obama, Emmanuel Macron e papa Francesco, tra gli altri.
In questi anni, oltre a Che tempo che fa, Fazio ha condotto in Rai anche alcuni programmi più brevi ed episodici, come le quattro puntate di Vieni via con me con lo scrittore Roberto Saviano, una sorta di spettacolo teatrale che ottenne grande successo e suscitò qualche polemica politica. Nel 2013 e nel 2014 tornò a condurre il festival di Sanremo, in coppia con Luciana Littizzetto. Nel 2016 fece anche una riedizione del quiz Rischiatutto.
Il suo stile di conduzione e il modo di intervistare gli ospiti con garbo e pacatezza è diventato un suo tratto distintivo, nonché uno dei motivi per cui gli ospiti erano propensi ad accettare gli inviti. Ma è capitato anche che Fazio venisse criticato proprio per il garbo e la pacatezza, talvolta ritenuti eccessivi, e per una certa mancanza di incisività nelle domande o per la troppa prossimità con la persona intervistata. In particolare Fazio fu criticato, in tempi recenti, per l’intervista a papa Francesco di febbraio 2022, quando fu sottolineata l’assenza di domande sui casi di abusi sessuali commessi nella Chiesa cattolica, in Italia e all’estero.
In ogni caso, nonostante la dichiarata intenzione di rivolgersi a un pubblico trasversale ed esteso, negli anni Fazio è diventato l’oggetto di duri attacchi personali dai partiti di destra, in particolare da Matteo Salvini ma anche dal Movimento 5 Stelle, che hanno usato spesso come argomento di critica le alte retribuzioni che Fazio otteneva dalla Rai. Quando nel 2019 la Corte dei Conti archiviò un’inchiesta sul suo stipendio, Fazio disse che quello era l’«ovvio finale» dopo un «linciaggio durato anni», e che comunque l’archiviazione non avrebbe cancellato il danno di immagine nei suoi confronti.