La notevole storia della Blythe Star, la nave affondata in Australia cinquant’anni fa
I membri dell'equipaggio furono creduti morti per giorni, ma qualcuno riuscì a salvarsi: il relitto della nave è stato trovato il mese scorso
Lunedì l’agenzia governativa australiana che si occupa della ricerca scientifica (CSIRO) ha detto di aver ritrovato il relitto della MV Blythe Star, una piccola nave mercantile affondata nel 1973 al largo delle coste della Tasmania, lo stato insulare nel sud del paese. L’incidente fece partire quella che al tempo fu la più grande operazione di ricerca marittima in Australia: parte dell’equipaggio della Blythe Star si salvò solo dopo aver trascorso più di dieci giorni su un gommone nell’oceano. L’episodio ricevette così tante attenzioni da portare il governo australiano a rafforzare notevolmente le norme sulla sicurezza in mare.
La Blythe Star fu costruita in Francia nel 1955 e dal 1960 fu adoperata da una società australiana per il trasporto delle merci tra la Tasmania, il sud dell’Australia continentale e le altre isole dell’area.
La sera del 12 ottobre del 1973 partì da Hobart, nel sud della Tasmania, per trasportare fertilizzante e fusti di birra a King Island, nello stretto di Bass, nel nord-ovest dello stato. Il mattino successivo per circostanze ancora poco chiare cominciò improvvisamente a inclinarsi sul lato destro e a imbarcare acqua: nella fretta di abbandonare la nave, i dieci membri dell’equipaggio non riuscirono a lanciare l’allarme. L’imbarcazione si capovolse e affondò piuttosto in fretta.
La nave avrebbe dovuto raggiungere King Island entro due giorni dalla partenza, ma non avendola vista arrivare le autorità marittime si attivarono per le ricerche. Partì così una grande operazione che impiegò 14 aerei e che venne interrotta dopo una settimana senza avere trovato nulla. Nel frattempo, i membri dell’equipaggio si erano imbarcati su un gommone di salvataggio dotato di poche provviste, tra cui acqua e biscotti secchi, pistole lanciarazzi e due remi.
Sperando di essere notati in breve tempo da altre navi di passaggio o dai mezzi di soccorso, non avevano portato con loro la radio di emergenza che era a bordo della nave.
Il gommone cominciò a essere trascinato dalle correnti verso est, mentre le condizioni del meteo in mare peggioravano. Tra i membri dell’equipaggio c’era anche Michael Doleman, che allora aveva 18 anni e oggi è l’unica persona sopravvissuta al disastro ancora in vita: intervistato da ABC, Doleman ha raccontato che il gommone si trovò anche a poche centinaia di metri dalle coste della Tasmania e che i marinai pensarono di salvarsi a nuoto, ma poi rinunciarono per la paura degli squali.
Dopo circa tre giorni a bordo del gommone il secondo ingegnere morì: inizialmente gli altri pensarono di tenere il suo corpo con loro, contando di essere soccorsi a breve, ma poi lo seppellirono in mare. Il gommone fu spinto a est, poi a sud-ovest e poi di nuovo verso est, per trovarsi dopo una settimana a centinaia di chilometri dal punto in cui era affondata la nave. Alla fine si spiaggiò nella Deep Glen Bay, sulla penisola di Forestier, a est di Hobart, in un tratto di costa roccioso, con scogliere alte decine di metri e una vegetazione molto fitta.
Altri due marinai morirono dopo aver raggiunto la terra, probabilmente per ipotermia e per la fatica. A quel punto Doleman, che era il più giovane, andò a cercare aiuto con altri due dei sette sopravvissuti: dopo due giorni i tre raggiunsero una strada dove furono soccorsi da un camionista che li portò in una città vicina; gli altri quattro vennero soccorsi in elicottero.
Era il 26 ottobre, 13 giorni dopo l’affondamento della Blythe Star. In Australia si credeva ormai da tempo che tutti i marinai fossero morti. In qualche caso ne erano stati celebrati i funerali.
Il relitto è stato trovato circa 10,5 chilometri a ovest del punto più a sud-ovest della Tasmania mentre un gruppo di ricercatori della CSIRO e dell’Università della Tasmania stava studiando una frana sottomarina. La scoperta risale al mese scorso: successive analisi e il confronto con le immagini del tempo hanno confermato che si tratta proprio dei resti della Blythe Star, adagiata a una profondità di 150 metri nell’oceano. Doleman, che è andato a Hobart per vedere i filmati ripresi dei ricercatori, ha detto che la nave era «complessivamente piuttosto intatta» e «in buone condizioni, se si considera il suo viaggio».
In Australia il disastro della Blythe Star provocò un ampio dibattito sulla sicurezza delle imbarcazioni in mare che alla fine portò alla promulgazione di nuove leggi marittime. Nonostante varie indagini e ricerche, le cause dell’affondamento della nave sono ancora dibattute. Il gommone di salvataggio usato dall’equipaggio invece è esposto al museo marittimo della Tasmania.
– Leggi anche: L’Australia ha dato un nome al suo “marinaio ignoto”