Le elezioni in Turchia andranno al ballottaggio
Tra Erdogan e il leader dell'opposizione Kemal Kilicdaroglu, dopo che nessuno dei due è riuscito a ottenere il 50 per cento dei voti
Le elezioni presidenziali in Turchia andranno al ballottaggio: nessuno dei due principali candidati ha superato il 50 per cento dei voti necessari a essere eletto al primo turno, e i cittadini turchi dovranno votare di nuovo domenica 28 maggio.
Al termine di una notte elettorale piuttosto accidentata, tra le proteste dell’opposizione, l’agenzia di stampa statale Anadolu dà in vantaggio il presidente uscente, Recep Tayyip Erdogan, con il 49,34 per cento dei voti contro il 44,99 per cento di Kemal Kilicdaroglu, il leader dell’opposizione. Il conteggio non è del tutto terminato e i risultati potrebbero assestarsi leggermente, ma sia Erdogan sia Kilicdaroglu hanno annunciato nel corso della notte che ci sarà un ballottaggio.
Durante lo spoglio ci sono state grosse polemiche, con l’opposizione che ha accusato l’agenzia stampa di stato turca Anadolu di comunicare appositamente i risultati in modo da far apparire Erdogan saldamente in vantaggio, ritardando il conteggio dei voti che provenivano dalle aree favorevoli a Kilicdaroglu. Durante lo spoglio entrambe le parti hanno detto di essere in vantaggio e hanno contestato i risultati annunciati dall’avversario.
Oltre a Erdogan e Kilicdaroglu c’erano due candidati minori: il nazionalista Sinan Ogan, che ha superato di poco il 5 per cento, e Muharrem Ince, un ex alleato di Kilicdaroglu, che si è fermato a circa lo 0,5 per cento (Ince si era ritirato dalle elezioni pochi giorni prima del voto, ma è rimasto comunque sulla scheda elettorale).
In Turchia sono le elezioni più incerte da anni, e per questo sono guardate con particolare attenzione da tutto il mondo: è la prima volta che Erdogan, al governo da circa vent’anni prima come primo ministro e poi come presidente per due mandati consecutivi, ha concrete possibilità di perdere. In questi anni Erdogan ha trasformato la Turchia in un paese sempre meno democratico, e la sua sconfitta sarebbe una notizia di enorme rilevanza anche per il futuro immediato del Medio Oriente, una regione in cui la Turchia di Erdogan ha cercato di imporre una notevole influenza.
Il suo principale avversario, Kilicdaroglu, è il leader del Partito popolare repubblicano (CHP), il principale partito d’opposizione: è stato scelto come unico candidato da sei partiti dell’opposizione, riuniti in quella che è stata definita la “Tavola dei Sei”. Kilicdaroglu ha 74 anni, è a capo del CHP da quasi 15 anni ed è sotto moltissimi punti di vista l’opposto di Erdogan.
Pur non essendo particolarmente carismatico, è un politico molto popolare e universalmente noto per la sua onestà e frugalità, che nel corso degli anni ha saputo ottenere alcune importanti vittorie elettorali nonostante il progressivo e sempre più opprimente autoritarismo di Erdogan, che ha via via ridotto e minacciato l’indipendenza dei media, del sistema giudiziario e di molte altre istituzioni turche.