L’esercito e i paramilitari del Sudan hanno fatto un accordo per la protezione della popolazione civile
L’esercito sudanese e il potente gruppo paramilitare Rapid Support Forces (RSF), che stanno combattendo in Sudan da quasi un mese, hanno firmato un accordo in cui entrambe le parti si impegnano a intervenire in protezione della popolazione civile, tra le altre cose creando corridoi umanitari per far entrare soccorsi e aiuti e permettendo a chi vuole di lasciare le zone dove si stanno svolgendo gli scontri armati. L’accordo è stato fatto durante i colloqui definiti “pre-negoziali”, quindi preparatori a un negoziato, che si stanno svolgendo da sabato scorso a Gedda, in Arabia Saudita, con la mediazione dai governi degli Stati Uniti e dell’Arabia Saudita. Un accordo sul cessate il fuoco, di cui si discute da giorni, non è invece ancora stato raggiunto.
Le due fazioni in lotta in Sudan sono l’esercito regolare, che fa capo al generale Abdel Fattah al Burhan, il presidente del paese, e i paramilitari delle RSF, comandati dal generale Mohamed Hamdan Dagalo, noto come Hemedti, che è anche il vicepresidente. Dall’inizio del conflitto in Sudan sono morte più di 700 persone e migliaia sono disperse. Tra gli obiettivi condivisi dalle due parti nell’accordo ci sono il ripristino di servizi essenziali come elettricità e acqua corrente, il ritiro delle forze di sicurezza dagli ospedali e la sepoltura dei morti.