Damiano Coletta non vuole mollare Latina
Dopo essere decaduto da sindaco per due volte negli ultimi due anni, a questo turno di amministrative ci riprova una terza volta
Domenica e lunedì a Latina si voterà per la terza volta in due anni. È un appuntamento piuttosto importante se si considera che con i suoi 127mila abitanti è la seconda città del Lazio per popolazione, dopo Roma. Nell’ultimo anno è stata amministrata da un commissario nominato dalla prefettura, Carmine Valente. La nomina è stata necessaria per via della recente e travagliata storia politica della città, caratterizzata da continue campagne elettorali, ricorsi al tribunale amministrativo, sfiducie e appunto commissariamenti. L’ex sindaco di centrosinistra, Damiano Coletta, è stato il protagonista principale di tutti questi passaggi politici e si presenterà anche alle prossime elezioni nonostante le difficoltà degli ultimi anni.
Coletta ha 62 anni, è un cardiologo e un ex calciatore professionista. Negli anni Ottanta giocò nel Pescara, in serie B, prima di diventare capitano del Latina. Nel 2016 vinse una prima volta le elezioni, al ballottaggio, presentandosi a capo di una lista civica e approfittando di una serie di scandali di corruzione che avevano coinvolto la destra. Non era mai successo che un candidato di centrosinistra vincesse le elezioni a Latina, città storicamente di destra.
Latina, costruita dal 1932 sulle paludi bonificate dal governo fascista che le diede il nome di Littoria, è stata governata a lungo da esponenti del Movimento Sociale Italiano, il partito fondato da ex fascisti ed esponenti della Repubblica di Salò. È considerata una sorta di laboratorio delle politiche di destra nel Lazio soprattutto per via delle prime privatizzazioni nel settore dei rifiuti e della gestione dell’acqua, avvenute negli anni Novanta.
Prima della vittoria di Coletta, due sindaci erano stati sfiduciati dalla loro stessa maggioranza e la magistratura aveva scoperto un sistema di favori e appalti senza regole che coinvolgeva funzionari comunali e politici. Secondo i magistrati, tra il 2009 e il 2015 erano stati assegnati 152 appalti senza nessun tipo di gara, per un valore di 2,4 milioni di euro.
Dopo aver amministrato per cinque anni, nel 2021 Coletta si candidò col sostegno del Partito Democratico e vinse contro Vincenzo Zaccheo, ex sindaco e candidato dalla coalizione di destra. Al primo turno, però, le liste che sostenevano Zaccheo ottennero la maggioranza dei seggi nel Consiglio comunale, e Coletta si ritrovò a governare con una minoranza in suo sostegno.
Nel luglio del 2022 il tribunale amministrativo regionale (TAR) del Lazio dichiarò decaduto Coletta. Il tribunale sosteneva che in 22 sezioni al primo turno ci fossero state «violazioni delle regole di voto e di scrutinio talmente gravi, manifeste e sistematiche, da far emergere un quadro di generale inquinamento del voto». In particolare era stato ravvisato che in queste sezioni il totale delle schede autenticate non corrispondeva alla somma delle schede effettivamente utilizzate dagli elettori e di quelle non utilizzate. Coletta presentò ricorso contro la sentenza del TAR, senza successo.
A inizio settembre dello scorso anno si tennero nuove elezioni nelle sole 22 sezioni contestate dal TAR, e Coletta venne riconfermato sindaco. Il 28 settembre 2022 infine Coletta decadde da sindaco in seguito alle dimissioni di 20 consiglieri della destra, che aveva la maggioranza dei voti.
Nonostante le vicissitudini, Coletta all’inizio di aprile si è candidato alle primarie indette dal centrosinistra per la scelta del candidato sindaco riuscendo a vincerle. Ha ottenuto 1.628 voti contro i 1.007 di Daniela Fiore, candidata del Partito Democratico, e i 125 dell’indipendente Filippo Cosignani. Alle prossime elezioni sarà sostenuto da quattro liste: Partito Democratico, Movimento 5 Stelle, Per Latina 2032, Latina Bene Comune.
La sua sfidante si chiama Matilde Celentano, è una medica ed è stata più volte consigliera comunale di Fratelli d’Italia. È sostenuta da Fratelli d’Italia, Lega, Forza Italia, Udc-Dc e dalla lista civica Matilde Celentano Sindaco. Celentano è una dei consiglieri che lo scorso 28 settembre si sono dimessi per far decadere Coletta. Quella decisione è stata uno dei principali argomenti di scontro tra i due candidati durante uno dei pochissimi confronti diretti organizzati in campagna elettorale.
Durante lo speciale sulle elezioni amministrative mandato in onda dal Tg regionale della Rai, Celentano ha detto che la destra ha voluto sfiduciare il sindaco come forma di rispetto nei confronti della città di Latina. «I nostri elettori ci hanno chiesto di staccare la spina a questo governo», ha detto. Per Coletta, invece, le dimissioni hanno causato un grave problema a Latina soprattutto nella gestione dei fondi del PNRR, il piano nazionale di ripresa e resilienza.
Lo scorso anno il comune di Latina ha presentato diversi progetti e ottenuto fondi per 15 milioni di euro per la realizzazione di un presidio sanitario, un centro sociale e un’area verde, altri 12 milioni per la costruzione di alloggi per studenti e 5 milioni per la riqualificazione del parco intitolato a Giovanni Falcone e Paolo Borsellino. È lo stesso parco che nel 2021 Claudio Durigon, allora sottosegretario al ministero dell’Economia, propose di tornare a intitolare, come in passato, ad Arnaldo Mussolini. Cioè il fratello minore di Benito Mussolini, a lungo direttore del Popolo d’Italia, il quotidiano ufficiale del Partito Nazionale Fascista.
Celentano ha detto che se diventerà sindaca si impegnerà fin da subito per contrastare il «degrado» in alcune aree industriali abbandonate, anche attraverso l’estensione del sistema di videosorveglianza. Come primo atto in caso di vittoria, però, ha detto che si impegnerà per far tagliare l’erba alta nelle aiuole e a far zampillare le fontane storiche, oltre a riaprire alcuni musei della città e organizzare iniziative musicali e culturali in vista dell’estate. Coletta invece si è impegnato a gestire fin da subito i progetti del PNRR che negli ultimi mesi sono stati portati avanti dal commissario prefettizio.