Le critiche a CNN per il controverso programma con Donald Trump
Un'intervista davanti a un pubblico di parte ha permesso all'ex presidente di sostenere tesi false e fare propaganda, danneggiando la credibilità dell'emittente
Negli ultimi due giorni l’emittente televisiva americana CNN ha ricevuto grosse critiche per il modo in cui ha gestito un programma andato in onda mercoledì in prima serata con ospite l’ex presidente degli Stati Uniti Donald Trump: secondo i critici l’impostazione del programma avrebbe permesso a Trump di sostenere apertamente tesi false, teorie del complotto e di non rispondere direttamente a molte domande, compromettendo la credibilità della CNN e fornendo di fatto a Trump e alle sue falsità una grande occasione di visibilità.
La questione ha anche riaperto una serie di discussioni più generali sulla fase di cambiamento che sta attraversando la CNN, che da alcuni mesi la nuova proprietà vorrebbe riportare a un’immagine di testata meno schierata e meno apertamente antitrumpiana di quella che si era guadagnata negli ultimi anni, in modo da farle riconquistare anche un certo pubblico di destra.
Il format del programma, piuttosto consolidato e già usato dalla CNN con altri politici, era quello che viene chiamato un town hall: prevede sostanzialmente un confronto del politico con la moderazione di una giornalista che fa le domande e imposta il dibattito, alla presenza di un pubblico che di solito è molto coinvolto e si fa sentire con applausi e schiamazzi, e che in questo caso era composto quasi esclusivamente da elettori Repubblicani o comunque vicini a Trump.
CNN era già stata criticata prima che il programma andasse in onda anche solo per la scelta di ospitare Trump, ma il problema fondamentale ha riguardato poi la sua realizzazione: rispetto alle precedenti puntate del format, la forte presenza di un pubblico di parte trumpiano ha permesso all’ex presidente di usare molti schemi e artifici retorici che usa abitualmente nei suoi comizi, e di annullare in molti casi i tentativi di Kaitlan Collins, la conduttrice, di fare un contraddittorio efficace.
Questo meccanismo si è mostrato bene, per esempio, quando durante il programma Trump ha definito «pazza» la giornalista E. Jean Carroll, che pochi giorni prima aveva vinto contro di lui una causa in un processo civile per abuso sessuale, provocando molti applausi e risate da parte del pubblico. Trump ha poi sostenuto di nuovo la tesi complottista secondo cui le elezioni presidenziali del 2020, vinte contro di lui da Joe Biden, sarebbero state truccate e ha detto che intende dare la grazia alle centinaia di suoi sostenitori che il 6 gennaio del 2021 assaltarono il congresso degli Stati Uniti nel tentativo di rovesciare i risultati di quelle elezioni.
A causa della presenza ingombrante del pubblico di parte e dell’atteggiamento spregiudicato di Trump spesso la conduttrice Kaitlan Collins non è riuscita a costringere l’ex presidente a rispondere direttamente alle domande, o a segnalare in modo chiaro al pubblico quando stava sostenendo tesi apertamente false. Alla sua richiesta di ammettere la sconfitta nelle elezioni del 2020, Trump si è semplicemente rifiutato; quando gli ha chiesto come mai avesse portato via dalla Casa Bianca una serie di documenti riservati, Trump le ha risposto: «Lei è una brutta persona», anche in questo caso con un’ampia approvazione del pubblico tra risate e applausi.
Le critiche a CNN non hanno tanto riguardato il ruolo di Collins, la cui conduzione è stata giudicata perlopiù corretta, ma l’impostazione del programma che non le ha permesso di fare bene il suo lavoro. Mark Lukasiewicz, importante ex dirigente di diverse emittenti come NBC, ABC e CBC, ha definito il programma «prevedibilmente disastroso». Il giornalista esperto di media Tom Jones ha scritto su Poynter che a Trump è stato sostanzialmente concesso di fare «uno spot di un’ora e 9 minuti di fronte a una folla di elettori Repubblicani non dichiarati». Un altro giornalista esperto di media, James Fallows, ha scritto che il programma con Trump è stato «il punto più basso della CNN».
Il programma non è nemmeno andato troppo bene in termini di ascolti: ha avuto 3,1 milioni di spettatori, più delle solite trasmissioni che vanno in onda a quell’ora, ma inferiori ai 3,7 milioni registrati quando allo stesso format aveva partecipato Biden la scorsa estate e in generale meno di tutte le altre puntate del programma.
Il fallimento dell’intervista ha messo anche in discussione il ruolo del presidente di CNN, Chris Licht, entrato in carica un anno fa al posto di Jeff Zucker con i nuovi proprietari dell’azienda di intrattenimento Warner Bros. Discovery: Licht sta cercando di riportare la rete all’immagine passata di giornalismo distaccato e fattuale, e in questo senso l’idea di ospitare Trump è stata vista da molti come il culmine di un percorso di apertura verso una grossa fetta di pubblico Repubblicano che l’emittente aveva perso negli ultimi anni. I risultati degli ascolti e le critiche di molti commentatori online però non stanno al momento premiando queste scelte.