Il calo delle nascite in Italia è dovuto anche al mercato libero incontrollato, dice il Papa
A un evento con Giorgia Meloni sulla natalità ha detto che servono dei «correttivi» per evitare «disuguaglianze sempre più gravi»
Venerdì mattina Papa Francesco ha partecipato a Roma all’evento pubblico “Stati Generali della Natalità”, alla sua seconda edizione, che consiste in una serie di conferenze sul tema tenute da personaggi noti, esperti e politici di tutti gli schieramenti, anche se con una presenza maggiore di membri del governo. Nel suo intervento, che è avvenuto mentre sul palco c’era anche la presidente del Consiglio Giorgia Meloni, il Papa ha parlato soprattutto delle ragioni dietro al costante calo delle nascite registrato in Italia negli ultimi anni, che ha prodotto nel 2022 il dato più basso nella storia del paese, con 393mila nuovi nati in un anno.
Secondo Papa Francesco il calo è dovuto soprattutto alla mancanza di garanzie per le famiglie che vorrebbero avere figli, a cui sono richiesti sempre più sacrifici economici per poterli mantenere: «Oggi mettere al mondo dei figli viene percepito come un’impresa a carico delle famiglie», ha detto, e in questo modo «solo i più ricchi possono permettersi, grazie alle loro risorse, maggiore libertà nello scegliere che forma dare alle proprie vite». Le difficoltà sono prodotte dalle condizione economiche di questi anni in Italia, ha detto ancora il Papa, e sulle quali sarebbero necessari interventi politici:
Difficoltà a trovare un lavoro stabile, difficoltà a mantenerlo, case dal costo proibitivo, affitti alle stelle e salari insufficienti, sono problemi reali. Sono problemi che interpellano la politica perché è sotto gli occhi di tutti che il mercato libero, senza gli indispensabili correttivi, diventa selvaggio e produce situazioni e disuguaglianze sempre più gravi.
Il Papa ha anche parlato del calo demografico più in generale, e quindi legandolo non solo alla natalità ma anche ai flussi migratori. Intervenire per incentivare le nascite ed essere aperti all’accoglienza delle persone migranti non sono due possibilità che si escludono, ha detto: «Non vanno mai contrapposte perché sono due facce della stessa medaglia, ci rivelano quanta felicità c’è nella società. Una comunità felice sviluppa naturalmente i desideri di generare e di integrare, mentre una società infelice si riduce a una somma di individui che cercano di difendere a tutti i costi quello che hanno».