L’appello dell’Interpol per identificare 22 donne uccise
La polizia di Paesi Bassi, Germania e Belgio ha divulgato i dettagli di casi irrisolti dal 1979 al 2019 sperando nell'aiuto della popolazione
L’Interpol, l’organizzazione internazionale che facilita la cooperazione tra polizie di paesi diversi, ha divulgato un appello per identificare 22 donne trovate morte in Belgio, Germania e Paesi Bassi tra il 1979 e il 2019. Si tratta nella maggior parte dei casi di donne giovani, tra i 15 e i 30 anni, che sono state uccise in modo violento e mai identificate. Il fatto che per anni siano rimaste senza un’identità ha fatto arrivare la polizia alla conclusione che provenissero da paesi diversi da quelli in cui i loro corpi sono stati trovati (si ipotizza soprattutto Europa centrale e dell’est) e che questi fossero stati trasportati lì proprio per ostacolare le indagini.
Il programma dell’Interpol si chiama Operation Identify Me e si basa sull’idea che l’identità delle vittime sia spesso l’informazione che manca per sbloccare molte indagini e trovare i responsabili, oltre che l’unico modo dare risposte alle famiglie che le stanno ancora cercando. Diversamente da come avviene di solito con questo tipo di indagini, Operation Identify Me prevede che molti dettagli sui casi vengano resi pubblici per stimolare la partecipazione della popolazione. Per coinvolgere più persone possibili l’Interpol ha anche avviato una campagna di comunicazione con un video in cui alcune donne famose dei paesi coinvolti si rivolgono allo spettatore per invitarlo a dare il proprio contributo.
Sul sito dell’Interpol sono state pubblicate schede, foto e un video riassuntivo del caso per ciascuna vittima. Si trovano le ricostruzioni facciali di alcune delle donne uccise, le foto del luogo in cui sono state trovate, un elenco di caratteristiche fisiche, oltre a materiali che mostrano effetti personali come gioielli, vestiti e qualsiasi cosa che possa aiutare le persone che le conoscevano a identificarle.
Si tratta di dettagli che solitamente l’Interpol inserisce nelle cosiddette “black notice”, cioè gli avvisi interni per la ricerca di informazioni su corpi non identificati, con la differenza che questa volta gli avvisi sono pubblici e consultabili da chiunque online. Sul sito dell’Interpol si legge: «Se hai informazioni su qualcuna di loro contatta la squadra di polizia nazionale competente tramite il modulo in ogni pagina».
Il caso che ha dato inizio alla campagna è quello di una donna che fu trovata morta in un contenitore per rifiuti industriali nel fiume Gaasp, vicino ad Amsterdam nel 1999. Di lei si sa che aveva un’età tra i 18 e i 35 anni, che era alta 159 centimetri, che aveva la pelle chiara e che fu uccisa da un colpo di pistola. Sul sito dell’Interpol c’è anche l’elenco dei vestiti che indossava e di altri vestiti da uomo che sono stati ritrovati nello stesso contenitore, probabilmente per aumentarne il peso e non farlo galleggiare.