La Polonia ha deciso di non utilizzare più il nome Kaliningrad per l’exclave, causando proteste russe
La Polonia smetterà di utilizzare il nome russo Kaliningrad per definire la città e la regione che costituiscono l’exclave russa in Europa, tornando alla denominazione polacca di Krolewiec (nota anche come Königsberg, in tedesco). La decisione è stata annunciata a Varsavia dal ministro polacco dello Sviluppo Waldemar Buda, e giustificata con la volontà di non «favorire processi di russificazione in Polonia».
Il nome storico Krolewiec verrà utilizzato nei documenti ufficiali, nelle segnaletiche e nelle mappe. La decisione ha portato a un’immediata protesta da parte del governo russo, attraverso il portavoce Dmitri Peskov: «non si tratta più nemmeno solo di russofobia, ma di decisioni al limite della follia». Peskov ha poi definito la scelta polacca di abbandonare il nome Kaliningrad «un atto ostile».
Kaliningrad è un’exclave, cioè un pezzo di territorio russo nel pieno dell’Europa. Il suo territorio, che comprende la città di Kaliningrad e l’oblast, cioè la regione che le sta attorno, è grande quanto l’Irlanda del Nord e ospita all’incirca un milione di persone. Si affaccia sul mar Baltico ed è completamente circondato dalla Lituania a nord-est e dalla Polonia a sud. Nell’aprile del 1945 la città, allora chiamata Königsberg e tedesca, fu conquistata dall’Armata rossa dell’Unione Sovietica. Dopo la resa della Germania, i negoziati di pace concessero all’Unione Sovietica il controllo su Königsberg e sul suo territorio. Nel 1946 la città fu rinominata Kaliningrad, in onore del rivoluzionario sovietico Michail Kalinin. La regione di Kaliningrad si trasformò in una exclave russa nel 1991 dopo l’indipendenza dei paesi baltici: prima esisteva continuità territoriale all’interno dell’Unione Sovietica.
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