Le celebrazioni del Giorno della Vittoria in Russia
C'è stata una modesta parata militare a Mosca, per ricordare la sconfitta della Germania nazista, ma alcuni eventi sono stati annullati per questioni di sicurezza
Martedì si sono svolte in Russia le celebrazioni del Giorno della Vittoria, con cui il 9 maggio ogni anno viene ricordata e festeggiata la sconfitta della Germania nazista e la fine della Seconda guerra mondiale. Il presidente russo Vladimir Putin ha tenuto un discorso nella piazza Rossa di Mosca, in cui ha paragonato l’attuale invasione dell’Ucraina alla Seconda guerra mondiale, sostenendo che sia in gioco la «sopravvivenza della nazione», che l’Occidente vorrebbe veder «cadere».
Il Giorno della Vittoria è tradizionalmente uno degli eventi più importanti dell’anno per la propaganda del presidente russo, ma quest’anno la preparazione della parata e degli altri eventi è stata segnata da preoccupazioni per la sicurezza, dopo i due droni abbattuti nelle vicinanze del Cremlino la scorsa settimana. In alcune regioni le celebrazioni sono state annullate (è successo in almeno 21 città), o sono state organizzate in misura ridotta, non solo per questioni di sicurezza ma anche per difficoltà organizzative legate alla mancanza di soldati da far sfilare nelle parate militari: una parte consistente del personale militare è impegnata al fronte.
Inoltre, secondo alcuni analisti, parte delle manifestazioni sarebbe stata annullata per evitare i rischi di possibili contestazioni. Non si è tenuta quest’anno la Marcia del Reggimento immortale, una delle celebrazioni più importanti del 9 maggio in cui i parenti dei reduci della Seconda guerra mondiale ricordano i propri cari sfilando con le loro fotografie. La motivazione ufficiale è legata a questioni di sicurezza, ma un’ipotesi è che si volesse evitare il rischio che molti decidessero di sfilare con le foto dei propri cari morti in oltre un anno di guerra in Ucraina.
Si è invece regolarmente svolta la consueta parata militare sulla piazza Rossa di Mosca che è l’evento centrale delle celebrazioni. Probabilmente per la carenza di mezzi militari, o per il rischio che fossero oggetto di attacchi, la parata è stata tuttavia piuttosto dimessa: è durata molto meno del solito e non era presente l’aviazione. C’era soltanto un vecchio carro armato di epoca sovietica, mentre di solito in queste occasioni ne sfilano a decine.
Vladimir Putin vi ha presenziato, accompagnato da sei presidenti di repubbliche ex sovietiche, fra cui il presidente del Kazakistan Kassym-Jomart Tokayev e quello dell’Uzbekistan Shavkat Mirziyoyev.
Nel discorso finale il presidente russo ha detto che la Russia «deve difendersi dal terrorismo internazionale» e che «la vera guerra è stata scatenata dall’Occidente contro la Russia». Putin ha poi utilizzato tutte le consuete argomentazioni della retorica del governo russo riguardo l’invasione dell’Ucraina, descrivendola come un’operazione speciale nata per difendere i cittadini russi e nel complesso la «madrepatria russa». Ha accusato i governi occidentali di «odio e russofobia», sostenendo che il loro reale obiettivo sia di vedere cadere lo stato russo, e ha equiparato il governo ucraino a quello nazista della Germania durante la Seconda guerra mondiale.