La caotica evacuazione delle zone ucraine occupate dalla Russia
In vista dell'offensiva ucraina nel sud: le operazioni sono confuse, mancano carburante e cibo e non si conoscono le destinazioni finali
Le regioni meridionali dell’Ucraina occupate dalla Russia nelle prime fasi della guerra stanno vivendo settimane di grande confusione. Secondo quanto hanno appreso vari media internazionali e secondo quanto raccontato da alcuni cittadini sui social network, la Russia si starebbe preparando alla prevista e imminente offensiva ucraina con ripetuti ordini di evacuazione dei civili.
Le operazioni però sono piuttosto caotiche: nelle regioni meridionali si segnala scarsità di carburante, con molte stazioni di servizio che ne sono sprovviste, poco cibo nei supermercati e problemi anche a prelevare denaro. In alcune città le autorità russe avrebbero chiuso improvvisamente scuole e ospedali. L’evacuazione della popolazione civile sarebbe in teoria obbligatoria, ma la gran parte dei cittadini ucraini avrebbe scelto di rimanere, anche perché spesso non vengono dichiarate le destinazioni finali dei bus che partono dalla città e che permettono di portare con sé pochissimi bagagli.
Da settimane il governo ucraino annuncia un’imminente offensiva del suo esercito nei territori ucraini occupati dalla Russia, che dovrebbe avvenire in primavera ma sulla quale le notizie sono ancora molto incerte. Al momento non si hanno dettagli sui tempi né sugli obiettivi precisi dell’Ucraina, ma si ritiene che l’offensiva potrebbe cominciare già nei prossimi giorni o nelle prossime settimane. Secondo analisti militari e funzionari d’intelligence di governi occidentali, l’obiettivo dell’Ucraina potrebbe essere la riconquista di Melitopol e di altri territori delle regioni di Zaporizhzhia e Kherson (quest’ultima era già stata riconquistata lo scorso novembre).
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Nel fine settimana era scattato un nuovo allarme internazionale legato alla centrale nucleare ucraina di Zaporizhzhia, il più grande impianto per la produzione di energia nucleare d’Europa, dopo l’ordine di evacuazione della cittadina di Enerhodar, dove vive la gran parte dei dipendenti.
Ordini simili sono stati comunicati alla popolazione civile in molti centri della regione meridionale occupata dai russi che potrebbero essere coinvolti dall’offensiva ucraina: nella regione di Zaporizhzhia riguardano 18 fra città e paesi e circa 70.000 persone, secondo quanto riferito dall’amministratore regionale russo Andrey Kozenko all’agenzia di stampa Tass.
Le testimonianze raccolte dal New York Times raccontano però di operazioni molto caotiche: alcuni bus avrebbero rinviato le partenze perché a corto di carburante e molti pazienti sarebbero stati dimessi frettolosamente dalle strutture sanitarie, il cui materiale e personale medico sarebbe stato trasferito più a sud. In alcune città della regione, fra cui Polohy, sarebbe stata annunciata una fine improvvisa dell’anno scolastico, mentre le autorità farebbero poco per rendere effettivo l’obbligo di partenza.
Secondo quanto è possibile ricostruire dalle testimonianze (i media indipendenti non hanno accesso alle zone occupate dai russi), la maggior parte degli abitanti avrebbe rifiutato la partenza, anche per le poche indicazioni sulla destinazione finale: i vertici dell’esercito ucraino domenica hanno detto che l’esercito occupante stava trasferendo i cittadini verso strutture di Berdyansk e Prymorsk, sul mar d’Azov, in precedenza utilizzate come centri per le vacanze.
Le operazioni di evacuazione di civili non presuppongono un abbandono dell’area da parte degli occupanti russi. Analisti militari internazionali hanno confermato le informazioni provenienti dai vertici militari ucraini: la Russia starebbe continuando a organizzare e aumentare le strutture difensive militari, preparandosi a combattimenti ad alta intensità.